domenica 13 gennaio 2013

Trieste è felice stasera


Trieste è felice stasera.
Celebra con trasporto la sua futura sventura.
Perché tutte le volte che questa nostra città si è concessa con sconfinato entusiasmo all’Italia amata, ha subito imboccato la triste strada della decadenza.
Noi eravamo il gioiello dell’Impero di Maria Teresa e il porto dell’Austria.
Eravamo la rosa profumata degli Asburgo.
Con l’Italia saremo un piccolo fondaco gestito in modo sbrigativo dai burocratici e diventeremo una società strozzata e rassegnata di facili guadagni e di indomabili nostalgie.
Oggi è cominciato il nostro tramonto.

Biagio Marin, 25 ottobre 1954

venerdì 4 gennaio 2013

Le chiavi della città (1954)


Nel 1954, all'indomani del subentro dell'Italia nell'amministrazione del Territorio Libero di Trieste,  Carlo Belihar (vicedirettore responsabile de "Il Corriere di Trieste"), scrisse un editoriale dal sapore profetico:

Le chiavi della città

L'indipendentismo, più che essere un movimento politico è uno stato d'animo, non ci sono armi per combatterlo, se non quelle del benessere. 
Pertanto ad evitare sorprese o recriminazioni, riteniamo opportuno avvertire i nuovi amministratori che assumono il potere in nome del Governo italiano che l'avvenire dell'indipendentismo si trova nelle loro mani: se accontenteranno i triestini, se non li affliggeranno con le piaghe di una burocrazia soffocante, d'una fiscalità esosa, d'una dipendenza impacciosa da certi uffici romani, se lasceranno vivere la città ed il porto lungo le sue direttrici di traffico e d'espansione normali, l'indipendentismo si offuscherà e verrà assorbito nei rivoli dei partiti in sede nazionali. 
Ma se si verificherà l'opposto, se le condizioni politiche ed economiche peggioreranno di fronte alla già insoddisfacente gestione del Governo Militare Alleato, allora lo spirito d'indipendenza troverà incentivo e concorso nel disagio stesso, nelle stesse ingiustizie che verranno consumate ai danni dei cittadini. 
Forse, di tutti i movimenti esistenti in città, quello indipendentista è il più complesso, perché non soggiace agli ordini di nessuno. Si sviluppa e si offusca in ragione diretta al malessere o al benessere dei cittadini.

giovedì 3 gennaio 2013

Interrogazione al Parlamento Europeo - 6 aprile 2005


Interrogazioni parlamentari
6 aprile 2005

Risposta data dal signor Kovács a nome della Commissione
(E-0704/2005)

La proposta di un codice doganale più moderno, ancora in discussione alla Commissione, non modifica il territorio doganale comunitario.
Come l'onorevole parlamentare certamente sa, uno dei principali obiettivi del riesame del codice doganale è quello di ammodernarne le norme in modo da promuovere la competitività dell’industria europea e creare condizioni uniformi di concorrenza per gli operatori economici con la semplificazione e la riduzione delle procedure doganali.
Si ritiene pertanto che varie norme speciali debbano essere soppresse, ad esempio quelle dell'attuale codice doganale relative a determinate zone franche. La reintroduzione di norme speciali a favore del porto franco di Trieste o di qualsiasi altro porto contrasterebbe il perseguimento dei suddetti obiettivi.
La legislazione comunitaria non può naturalmente cambiare gli obblighi che scaturiscono da accordi internazionali concernenti Trieste.

Senato, atto 4-01237, anno 2002


Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01237


Atto n. 4-01237

Pubblicato il 23 gennaio 2002 
Seduta n. 103

MARINOPAGLIARULOMUZIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri, dell'interno, per gli affari regionali e per le pari opportunità. -
Per sapere se siano a conoscenza del decreto del Ministero dell’interno del 19 dicembre 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio 2002, recante disposizioni sul rilascio della carta d’identità in lingua italiana, a richiesta, ai cittadini italiani residenti nei comuni di Duino, Aurisina, Monrupino, San Dorligo della Valle e Sgonico, motivato in premessa con «l’aspirazione manifestata dai cittadini in lingua italiana» residenti nei predetti comuni, ad ottenere il rilascio della carta d’identità anche nella sola lingua italiana.
        Considerato:
            che in realtà nei comuni citati venivano sin dal dopoguerra emesse, in base ad un ordinanza del Governo Militare alleato nel territorio libero di Trieste, carte d’identità bilingui, in italiano e sloveno, recepite in seguito nell’ordinamento dello Stato Italiano, subentrato nell’amministrazione del territorio di Trieste dopo la firma del Memorandum di Londra del 1954, confermato dal Trattato di Osimo del 1975;
            che la legge di tutela della minoranza slovena n.38 del 2001 stabilisce al suo articolo 8 che le carte di identità bilingui o soltanto in lingua italiana sarebbero state a disposizione in tutti i comuni delle province di Trieste, Gorizia ed Udine in cui è presente la minoranza slovena, nonché negli uffici a tal uopo costituiti nei centri delle città di Trieste, Gorizia e Cividale anche per i cittadini di lingua slovena che vivono fuori dall’area mistilingue;
            che tale norma impone al Ministero dell’interno di rendere disponibili le carte d’identità bilingui in tutti i comuni mistilingui e, contemporaneamente, le carte d’identità solo in lingua italiana nei quattro comuni citati;
            che per tale motivo i sindaci dei Comuni citati nel decreto hanno deciso, di comune accordo, di ricorrere al TAR;
            che il decreto del 19 dicembre 2001, oltre ad ignorare completamente quanto disposto da una legge dello Stato (38/2001), viola accordi internazionali ed europei riguardanti la tutela delle minoranze e di quella slovena in particolare, mentre nella vicina Repubblica di Slovenia in tutto il territorio abitato anche da appartenenti alla minoranza italiana vengono emessi esclusivamente carte di identità, passaporti e patenti di guida perfettamente bilingui e che petizioni di cittadini contrari a queste prassi furono regolarmente respinte dal Governo di Lubiana con la motivazione del rispetto dei trattati internazionali liberamente sottoscritti,
        si chiede di sapere se il Governo non intenda revocare il citato decreto ministeriale.

(link: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=14&id=56253 )