giovedì 18 luglio 2013

"rebus sic stantibus"... UN PER DE BALLE!

Scusate la franchezza, ma quando ci vuole ci vuole!

Allora, vari dilettanti allo sbaraglio (che, contingentemente, rivestono anche ruoli accademici o addirittura istituzionali; ma, cionondimeno, restano dilettanti allo sbaraglio) invocano questa fantomatica clausola del "rebus sic stantibus" per giustificare, di volta in volta ed a seconda delle circostanze e della convenienza, la decadenza del Trattato di Pace e/o del Memorandum di Londra e/o di qualsiasi altro aspetto che riguarda la legittima esistenza del Territorio Libero di Trieste.

Cos'è questa clausola del "rebus sic stantibus"?
In generale "rebus sic stantibus" (che in latino significa "stando così le cose") specifica che le parti di un trattato internazionale hanno concluso lo stesso tenendo in considerazione la situazione di fatto esistente in quel momento, sicché fatti successivamente sopravvenuti, straordinari ed imprevedibili, che modificano l'equilibrio dell'accordo a svantaggio di una parte, autorizzano questa a chiederne la modificazione o la risoluzione.

Bene, meriterà citare per intero l'art. 62 della Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati, che è quella che regolamenta appunto il "rebus sic stantibus":
62.  Mutamento fondamentale delle circostanze.
1. Un fondamentale mutamento delle circostanze che si sia prodotto in relazione a quelle che esistevano al momento della conclusione di un trattato e che non era stato previsto dalle parti, non può essere invocato come motivo per porre termine al trattato o per ritirarsi da esso, a meno che:
a) l'esistenza di tali circostanze non abbia costituito una base essenziale per il consenso delle parti ad essere vincolate dal trattato; e che
b) tale cambiamento non abbia l'effetto di trasformare radicalmente il peso degli obblighi che restano da eseguire in base al trattato.
2. Un fondamentale mutamento delle circostanze non può essere invocato come motivo per porre termine ad un trattato o per ritirarsi da questo:
a) quando si tratti di un trattato che fissa una frontiera; o
b) quando il fondamentale mutamento derivi da una violazione, da parte della parte che la invoca, o di un obbligo del trattato o di qualsiasi altro obbligo internazionale nei confronti di qualunque altro Stato che sia parte del trattato.

3. Se una parte può, in base ai paragrafi precedenti, invocare un fondamentale mutamento delle circostanze quale motivo per porre termine ad un trattato o per ritirarsi da questo, essa può anche invocarla soltanto per sospendere l'applicazione del trattato.

 Quindi, ci sono MOLTISSIMI motivi per cui, in base a questo articolo, il "rebus sic stantibus" non è applicabile.

In ordine di importanza (anche se il meno importante sarebbe comunque da solo più che sufficiente):

  • I trattati di cui si chiede l'annullamento/decadenza fissano frontiere (tra Italia, Jugoslavia e Territorio Libero di Trieste); quindi, il "rebus sic stantibus" non è applicabile in base al c. 2, punto a
  • l'esistenza delle circostanze che hanno portato alla nascita del territorio Libero di Trieste con il Trattato di Parigi erano base essenziale per il consenso delle parti (basti pensare a quanto sono durate e quanto sono state accese le trattative a questo proposito); quindi,  il "rebus sic stantibus" non è applicabile in base al c. 1, punto a
  • il cambiamento invocato  ha l'effetto di trasformare radicalmente il peso degli obblighi dell'Italia che restano da eseguire in base al trattato; quindi,  il "rebus sic stantibus" non è applicabile in base al c. 1, punto b
E ne aggiungo uno, che forse è opinabile, ma che se dimostrato si aggiungerebbe agli altri:

L'Italia ha interferito fino al 1954 nell'amministrazione del TLT, impedendone di fatto lo sviluppo istituzionale; dopo il 1954, quando il governo italiano ne ha acquisito l'amministrazione fiduciaria,la ha gestita in maniera impropria, e bloccando completamente il processo di sviluppo istituzionale del TLT. Quindi, il "fondamentale mutamento" invocato deriva non da una, ma da multiple violazioni dell'Italia ai propri obblighi.
Quindi,  il "rebus sic stantibus" non è applicabile in base al c. 2, punto b

Riassumendo: quattro motivi di inapplicabilità del "rebus sic stantibus" sono previsti, e l'Italia è riuscita a collezionarli tutti e quattro. Un record che dovrebbe venir citato nei testi di diritto internazionale.

Visto che a questi dilettanti allo sbaraglio piace il latinorum (tanto da usare la locuzione "rebus sic stantibus" anche se questa non è neppure citata nella Convenzione di Vienna), allora gli obietterò usando anch'io il latinorum, ma con una locuzione esplicitamente prevista dal Trattato di Vienna: 


Convenzione di Vienna, art. 26
PACTA SUNT SERVANDA
Ogni trattato in vigore vincola le parti e queste devono eseguirlo in buona fede.





mercoledì 17 luglio 2013

Trieste può camminare con le proprie gambe? - 1

Una delle varie obiezioni che vengono sollevate da chi è contrario al TLT verte sul dubbio che il TLT riesca ad essere economicamente indipendente.
Sostanzialmente, a parte il classico "Chi pagherà le pensioni" (già risposto), il dubbio è "Chi pagherà il welfare? Gli stipendi ai dipendenti pubblici? Scuole? Strade? Aereoporti? " e via andare, fino ai programmi di esplorazione spaziale...

La sensazione che, in realtà, Trieste paghi in tasse, imposte e balzelli vari molto più di quanto non riceva dalla matrigna Italia è forte e fondata, ma i detrattori non demordono: "Vogliamo i numeri! Vogliamo i bilanci!"
(Curioso, eh! Gli amministratori italiani è da vent'anni che non riescono a far quadrare un bilancio, nè a livello comunale, né provinciale, né regionale, né nazionale... però pretendono che OGGI si faccia un bilancio ineccepibile per il TLT.)

Il problema più grosso, per farlo, è... trovare i dati.
Nel senso che si fa presto a dire: "Qual'è il gettito erariale della provincia di Trieste?"
Però non è facile rispondere... perchè si tratta di un dato che il fisco italiano non divulga.
O, se lo fa, comunque lo nasconde molto bene.

Non resta quindi che desumere questo dato, nella maniera più precisa ed attendibile possibile.
E, per non scoprire il fianco a facili e prevedibili critiche, farlo sempre arrotondando per difetto.

In questo post comincio a raccogliere un po' di dati sul gettito.
In un altro post, raccoglieremo i dati sulla spesa pubblica.
Poi, infine, tireremo le somme.
Chi vuole collaborare, è il benvenuto: lo spazio nei commenti è virtualmente infinito.

gettito nazionale (in milioni di euro) - anno 2012


Fonte: http://www.finanze.gov.it/export/download/entrate_tributarie_2013/Bollettino_entrate_-_appendici_statistiche_febbraio_2013.pdf


imposte indirette: 195.127
IRPEF: 165.733
IRES: 36.628
imposte sostitutive e su redditi da capitale: 9.223
imposta di registro: 4.158
IVA: 115.228
Bollo: 6.195
Assicurazioni: 3.098
tasse e imposte ipotecarie: 1.898
canoni abbonamento TV: 1.732
tasse automobilistiche: 606
diritti catastali: 876
imposta sugli oli minerali: 25.657

tralasciamo tasse di concessione governative (1.597), imposte sugli spettacoli e sulle case da gioco (44), successioni e donazioni (569), imposta di fabbricazione degli spiriti (509), imposta sull'energia elettrica (2777), imposta di consumo gas metano (4120), tabacchi (10.944), proventi del lotto (6221)


Totale: 564159 milioni di euro

dati demografici


Popolazione italiana al 1/1/12: 60.626.442 (fonte: ISTAT)
Popolazione prov. di Trieste al 31/12/2011: 232311 (fonte: http://www.provincia.trieste.it/opencms/export/sites/provincia-trieste/it/attivita-servizi/statistica/allegati/Popolazione_Straniera/Annuario-demografico-2011.pdf )
popolazione com. di Trieste al 31/12/2011: 201814
popolazione reg FVG al 31/12/12 (http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/statistica/SCHEDA2/ ) 1236321

cosa manca:

stima del gettito fiscale verso la Regione (principalmente, IRAP)

stima gettito per il Territorio di Trieste


Gettito pro-capite nazionale: 564159000000 / 60626442 = 9305,49 euro/anno
Stima gettito per la provincia di Trieste: 9305,49 * 232311 = 2161767687 euro (diconsi 2161 milioni di euro)


perchè questa è una stima per difetto:


  • il PIL di Trieste è comunque maggiore rispetto alla media nazionale, quindi anche il gettito pro-capite reale sarà parimenti superiore alla media anzionale
  • Trieste vanta il primato della più bassa evasione fiscale d'Italia; poiché il gettito medio nazionale subisce anche l'evasione fiscale media nazionale, ne consegue che il gettito riferito alla sola Trieste sarà maggiore
  • a Trieste vi sono alcuni contribuenti d'eccezione. Esempio, Assicurazioni Generali: dal bilancio 2012, risulta che complessivamente nel 2012 ha pagato imposte per 1240 milioni di euro  (fonte: http://generali2012.message-asp.com/sites/all/files/generali2012/relazione_annuale_consolidata_2012.pdf )
    Certamente, non tutti questi 1240 confluirebbero verso il fisco del TLT... anzi, valutare quale percentuale possa restare sul territorio è molto difficile. Quindi, rinunciamo (almeno per il momento) a considerarli nel gettito, anche se una stima del 50% (e quindi 620 milioni) sarebbe da considerarsi pessimistica.


martedì 16 luglio 2013

Sentenza TAR FVG N. 00400/2013 REG.PROV.COLL

Visto che questa sentenza è l'argomento del giorno, visto che tutti ne parlano, tutti la citano (a cominciare dal quotidiano locale - sedicente giornale di Trieste), ma nessuno l'ha letta e ne vengono estrapolati spizzichi e bocconi a caso e secondo convenienza, sono andato a recuperarvela
Sperando che almeno possa esser d'utilità a qualcuno per curare l'insonnia...

(La versione originale è disponibile qui)

giovedì 11 luglio 2013

quando un giudice non sa che pesci pigliare...

La sensazione è che nei vari procedimenti giudiziari portati oggi davanti alla giustizia italiana da cittadini del Territorio Libero di Trieste, i giudici siano semplicemente imbarazzati, trovandosi di fronte un coacervo di leggi italiane incongrue e contraddittorie, e quindi impossibili da applicare. Insomma, che non sappiano che pesci pigliare...

Sembra che in passato siano stati in buona compagnia.

Ad esempio, prendete questo poderoso volume:
Rassegna dell'avvocatura dello stato - anno XVII - n. 4 - luglio/agosto 1965
 
ed andate a pagina 777

E' un caso particolare, in cui all'avvocatura dello stato, commentando una sentenza di cassazione (la n. 320 del 26/2/1965, sez. I),  "converrebbe" considerare i triestini come stranieri piuttosto che non italiani (questo perché, se fossero cittadini italiani, una volta tanto per un vizio di forma non sarebbero soggetti ad una certa imposta, alla quale invece sarebbero soggetti come cittadini stranieri; concetto astruso e folle, ma così è...)

Nel commento troverete una serie di affermazioni surreali:

"è discutibile se nel 1947 [...] i residenti nel Territorio Libero di Trieste fossero da considerare italiani o stranieri. [...]; i residenti a Trieste sembrerebbero equiparabili piuttosto agli stranieri e non ai cittadini italiani.
[...]
E' troppo semplicistico l'affermare che i residenti a Trieste in quanto cittadini italiani (ammesso che lo siano in termini generali) non possono essere equiparati agli stranieri..."
Esemplare opportunismo! In questo particolare caso, allo stato italiano conviene che i cittadini del Territorio Libero di Trieste siano considerati stranieri e, come per miracolo, ecco che l'avvocatura - sia pure usando il condizionale - sposa questa tesi...



lunedì 8 luglio 2013

Trieste deadline

Già in passato ho affermato che gran parte del presunto "entusiasmo" dei triestini per la "redenzione" con la madrepatria Italia nel 1954 è frutto di sapienti sceneggiate, e che le folle che riempirono Piazza Grande (da allora: Piazza Unità d'italia) e le rive NON erano triestini.
Peraltro, a chiedere tra i vecchi triestini, sono pochissimi quelli che ammettono di esser usciti a festeggiare: la maggioranza brontolano un sommesso "Semo restadi a casa, coi scuri serai, maledetta barca!"... o simili.
Ebbene, rivolgendosi alla stampa estera dell'epoca (non certo quella italiana!), oggi facilmente consultabile grazie ad internet, si scoprono cose interessantissime... come questo articolo, pubblicato su The Argus, a Melbourne, il 28 ottobre 1954, all'indomani della presunte "redenzione":

Trieste deadline
Trieste, Tuesday
Italian troops and civilians poured into the old Anglo-American zone of Trieste during the night for today's ceremonies formally handing over the Adratic "storm centre" to the Italians.
The first of 5,000 Italian troops began moving at one minute past midnight, and all night a tangle of thousands of beflagged cars choked roads leading into the city.
Excited drivers and passengers, waving red, white, and green Italian flags, tricllor scarves, and military caps, ran out on dark roadways.
Three hundred thousand people have flocked into the zone, doubling the population.
-A.A.P.
traduzione:

la fine di TriesteTrieste, MartedìMilitari e civili italiani si sono riversati durante la notte nella vecchia zona anglo-americana di Trieste per le odierne cerimonie di formale consegna del burrascoso capoluogo Adriatico agli italiani.I primi 5.000 militari italiani hanno cominciato a muoversi un minuto dopo la mezzanotte, e per tutta la notte un groviglio di migliaia di automobili imbandierate ha intasato le strade che portano in città.Conducenti e passeggeri eccitati, agitando le bandiere italiane bianche, rosse e verdi, sciarpe tricolori e berretti militari, correvano sulle strade buie.Trecentomila persone si sono riversate nella zona, raddoppiando la popolazione.
Capito?
Forse faccio meglio a ripeterlo:

Trecentomila persone si sono riversate nella zona, raddoppiando la popolazione.

Si, confermo: la gran parte dei triestini se ne era restata rintanata in casa (magari a preparare le valige, visto che casualmente nei mesi successivi si ebbe una delle più massicce ondate emigratorie da Trieste). A fare casino in piazza Grande c'erano militari italiani e civili italiani, giunti (o fatti giungere?) da Friuli e Veneto.
E per scoprirlo dobbiamo andare a leggere un quotidiano australiano. Ovvio, no?