tag:blogger.com,1999:blog-17285641040451993202024-03-05T23:48:06.375+01:00maledetta barca!Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.comBlogger103125tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-59375305854991584162014-12-23T00:25:00.000+01:002014-12-23T00:25:21.432+01:00Una testimonianza sui fatti del novembre 1953 a Trieste<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgyRTzMJXySXOEKdbBkwt16ePdlf0RbUyShOeHL58p5mRZ4yHK40ob4th7RwtU203x9reJgv01FenNUHeh7xEgiSvfBnns_pRpekPLQo0sWCONEkF_95rfhWj0ZNQWzQo1eoxjBLFJfa80/s1600/1378818_10203877838739711_4564004174791419315_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgyRTzMJXySXOEKdbBkwt16ePdlf0RbUyShOeHL58p5mRZ4yHK40ob4th7RwtU203x9reJgv01FenNUHeh7xEgiSvfBnns_pRpekPLQo0sWCONEkF_95rfhWj0ZNQWzQo1eoxjBLFJfa80/s1600/1378818_10203877838739711_4564004174791419315_n.jpg" height="352" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">pagina del diario di Diego de Henriquez,<br />(quaderno n. 172)<br />con la sua ricostruzione dei fatti del 5 novembre 1953</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Quanto accaduto veramente a Trieste nel novembre del 1953 attende ancora di essere chiarito.<br />
Quanto tramandatoci da una certa agiografia patriottarda sugli "ultimi martiri del Risorgimento" è solo una cortina fumogena di propaganda, tesa a nascondere verità inconfessabili fatte di trame, giochi di servizi segreti, teppisti assoldati come agenti provocatori. E peggio.<br />
<br />
Cominciamo da un illuminante intervento, effettuato dall'on. Renzo De Vidovich (all'epoca parlamentare del MSI) in occasione delle dichiarazioni di voto per il trattato di Osimo,On. Renzo De Vidovich:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>...Trieste è tornata all'Italia perché il 5 e 6 novembre 1953 noi, gioventù nazionale di Trieste, siamo scesi nelle piazze di Trieste e abbiamo avuto sei morti e centocinquantatrè feriti perché gli "alleati" inglesi e americani ci hanno sparato addosso senza tanti complimenti. Non c' erano comunisti insieme a noi a combattere gli yankees, non c'erano gli uomini di sinistra: eravamo solamente noi. <b>Abbiamo sempre detto che con noi c'erano Italiani di tutti i partiti, anche se poi quando uno moriva o veniva colpito in tasca trovavano la tessera della Giovane Italia, della Goliardia Nazionale e del Movimento Sociale Italiano.</b> Ma noi continuiamo a dire che in piazza c' erano tutti gli Italiani, anche se avevamo la sfortuna di cadere solo noi. Ricordo <b>Pierino Addobbati</b>, dalmata come me, che <b>faceva parte del mio gruppo</b>: era il più giovane e fu il primo che cadde; ricordo <b>Francesco Paglia, segretario della Goliardia Nazionale, segretario della Giunta dell' Intesa studentesca</b> di cui assunsi la responsabilità il 6 novembre 1953, dopo la sua morte. Ricordo <b>Nardino Manzi, facente parte di uno dei gruppi degli attivisti più splendidi del Movimento Sociale Italiano</b>; <b>Erminio Bassa, lavoratore della nascente CISNAL</b>, Saverio Montano, Antonio Zavadil e altri centocinquantatrè feriti. Fummo noi e me ne assumo la responsabilità - l' amico Petronio è presente e me ne può dare atto - che <b>deliberatamente, sapendo che voi ci avreste negato le armi che pure avevate portato a Trieste ed erano dislocate in vari posti</b>,<b> facemmo la sortita contro il governo militare alleato</b>; fummo noi che determinammo con il sangue il ritorno di Trieste all'Italia. E se il 26 ottobre dell' anno successivo vi affrettaste a firmare il memorandum d' intesa, <b>fu perché avevamo dato un anno di tempo</b> e il 26 ottobre era ormai vicino a quel 4 novembre in cui saremmo insorti. Lo dicemmo responsabilmente: io ero così ingenuo che ne feci addirittura un manifesto firmato. Dicemmo chiaramente che i governi italiani non erano all' altezza della situazione - quelli di ieri non erano poi tanto diversi da quelli di oggi - noi saremmo scesi in piazza, avremmo cacciato gli americani e gli inglesi e ci saremo conquistati quella libertà nazionale che era il simbolo e la continuazione del Risorgimento... Chiudo questo mio intervento dicendo quello che già avevamo scritto nel 1954 su un pezzo di Carso murato al confine di Muggia: A Muggia termina la Repubblica Italiana, ma l'Italia continua!.</i></blockquote>
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E' interessante che questo scritto circoli in un sottobosco di siterelli edificanti quali, ad esempio stormfront.org, dove esaltati inneggiano a queste azioni...<br /><br />Comunque, da questo scritto emergono alcuni dettagli che de' Vidovich ricorda con orgoglio ma che, al contrario, gettano profonde e vergognose ombre sul ruolo dell'Italia.<br /></div>
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Si ammette che le vittime erano tutti attivisti di estrema destra, anche se (per propaganda) all'epoca si parlava di "manifestanti italiani senza distinzione di credo politico". Non era vero: i manifestanti erano tutti di destra, e spesso attivisti: un segretario della Goliardia Nazionale, un attivista del MSI, un lavoratore della CISNAL...</div>
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Si ammette che l'italia aveva introdotto delle armi clandestinamente nel Territorio Libero di Trieste, al fine di equipaggiare un'insurrezione armata, anche se in occasione della rivolta del novembre del 1953 non furono distribuite ai manifestanti (che, comunque, se ne procurarono delle altre).</div>
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Si ammette che si trattò di una deliberata azione provocatoria ed armata (una "sortita") contro il GMA.</div>
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Si ammette infine che questa ristretta cerchia di facinorosi manifestanti aveva poi posto un vero e proprio ultimatum all'Italia, pretendendo un intervento risolutivo entro un anno: tanto che rivendicano il "merito" del Memorandum di Londra...</div>
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<a name='more'></a><br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgyRTzMJXySXOEKdbBkwt16ePdlf0RbUyShOeHL58p5mRZ4yHK40ob4th7RwtU203x9reJgv01FenNUHeh7xEgiSvfBnns_pRpekPLQo0sWCONEkF_95rfhWj0ZNQWzQo1eoxjBLFJfa80/s1600/1378818_10203877838739711_4564004174791419315_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgyRTzMJXySXOEKdbBkwt16ePdlf0RbUyShOeHL58p5mRZ4yHK40ob4th7RwtU203x9reJgv01FenNUHeh7xEgiSvfBnns_pRpekPLQo0sWCONEkF_95rfhWj0ZNQWzQo1eoxjBLFJfa80/s1600/1378818_10203877838739711_4564004174791419315_n.jpg" height="352" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">pagina del diario di Diego de Henriquez,<br />(quaderno n. 172)<br />con la sua ricostruzione dei fatti del 5 novembre 1953</td></tr>
</tbody></table>
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Una testimonianza interessante ci viene da Diego de Henriquez, che documentò tutta la sua esistenza stendendo sistematicamente dei diari con precisione maniacale.</div>
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Nel quaderno n. 172, nelle pagine relative al 5 novembre 1953 (vedi mappa), de Henriquez riporta di essersi trovato dapprima fra le due colonne centrali a destra di mons. Grego, poi di essersi spostato verso il portone del punto L (dove la gente si proteggeva dai sassi); da lì sentì sparare e si spostò verso K, cercando di fermare dei manifestanti. Sentì un motore e sull'angolo W fu investito da un getto d'acqua. Si spostò in Z (bar Russian). Di fronte a lui, sul fianco della chiesa, sfilò una processione. Nel punto 5 arrivò un gruppo della Polizia Civile (de Henriquez si rivolse al loro capo, raccomandandosi di non sparare).<br />Quindi de Henriquez si portò sul punto 10 (altro accesso laterale della chiesa), e da lì vide nel punto 11 un gruppo di agenti - ma non ricorda se della Polizia Civile o del Gruppo Mobile - buttare a terra un giovane e colpirlo coi manganelli.</div>
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Vide altri della Polizia Civile portarsi verso 12 come per occupare via S Caterina.</div>
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Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-79167482052640955872014-11-05T12:47:00.001+01:002014-11-05T12:47:24.678+01:00I fatti del novembre 1953 a Trieste - una testimonianza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=1728564104045199320" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirzTysYvd38smafJFRUpP9S2rXre3JK-BMVTAIZ9vkaB2eNjgbLo2Pt7_gifM9_zifiaUQTlv5kacYEioD6S42gKneF7UPUsneS2iKxae4SVvMdj26mw6wrXeuLVFsOYSbBN0slgQYa-Dl/s1600/75999_170618309634183_3507397_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirzTysYvd38smafJFRUpP9S2rXre3JK-BMVTAIZ9vkaB2eNjgbLo2Pt7_gifM9_zifiaUQTlv5kacYEioD6S42gKneF7UPUsneS2iKxae4SVvMdj26mw6wrXeuLVFsOYSbBN0slgQYa-Dl/s1600/75999_170618309634183_3507397_n.jpg" height="260" width="320" /></a></div>
<br />
Riportiamo qui una testimonianza del soldato inglese “Larry”: un piccolo tassello, che contribuisce a ricostruire il clima che si viveva a Trieste in quei giorni.<br />
<br />
La testimonianza originale è comparsa su un forum, e da qui rimbalzata sulla pagina Facebook "<a href="https://www.facebook.com/groups/106381092731412/" target="_blank">Scampoli di Storia</a>":<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Quando sono incominciati i disordini in Piazza Unità, il nostro plotone MMG (mitraglieri), del primo battaglione del “Suffolk Regiment”, era a Basovizza al poligono di tiro impegnato in una esercitazione con le nostre mitragliatrici “Vickers”.<br />Il nostro ufficiale di plotone, il capitano Fairholme, ha ricevuto l’ordine di montare le nostre mitragliatrici sui blindati e di ritornare in caserma. Mentre eravamo per strada giunse l’ordine di recarsi in Piazza Unità. Quando siamo arrivati i soldati americani avevano già bloccato l’ accesso alla piazza, formando un cordone davanti alla caserma della Polizia della Venezia Giulia. Siamo rimasti li per un po’ di tempo e poi, quando la folla si disperse, siamo ritornati alla nostra caserma in via Rossetti. Solo il giorno dopo abbiamo appreso della avvenuta sparatoria e dei morti. Il giorno seguente la nostra compagnia fu messa in stato di allarme, con posti di guardia attorno gli alberghi e sugli edifici più importanti. Il nostro plotone fu inviato alla caserma della Polizia della Venezia Giulia e disposto a guardia dell’ edificio. Altri plotoni furono inviati ad altri alberghi ed in altri edifici. All’ “Hotel Excelsior”, dove erano alloggiati parecchi dei nostri ufficiali si dispose un numero maggiore di truppe.<br />Nei primi giorni dei disordini montavamo la guardia con il colpo in canna ed una bandoliera di pallottole di riserva. Poi un alto ufficiale ebbe da obiettare sul fatto e da allora mentre eravamo di guardia eravamo armati di una rivoltella che portavamo visibile in cintura ma senza munizioni. I nostri fucili furono lasciati in un camera vicina. Una sera due ragazze mi sono venute vicino e una di loro gridava, “Help me” (aiutami). Uscito per aiutarle fui accolto da un lancio di pietre lanciatemi dai loro amici. Buon per me che non avevano una buona mira perché io, con i miei due metri di altezza, ero un bersaglio decisamente facile da colpire”.</i></blockquote>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-13645873647651164442014-11-03T11:38:00.001+01:002014-11-03T11:38:25.969+01:003 novembre 1918 - il "ricongiungimento di Trieste all'Italia" come non l'avete mai visto... Internet, ed i nuovi mezzi di circolazione delle informazioni, hanno degli effetti rivoluzionari.<br />Facilitano tra l'altro la diffusione di documenti e testimonianze che, fino ad oggi, erano nascoste in archivi o riservate ad una cerchia ristretta di addetti ai lavori.<br />Tra l'altro, è venuta alla luce questa interessantissima immagine:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLkfLPS1TICU5jIsogVBGqOZVtrQLzSa5KncE4klDxkeRXqpW7mre01A1cATamx8o9OCTx67Qv1gWKr9G_bBMuUVcpu9IxGtwLE3z04WwZEwomqIDkETPknKV9ggAyM1y55mTAlW5oJwXO/s1600/1797591_10202022534364841_7420105167483216975_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLkfLPS1TICU5jIsogVBGqOZVtrQLzSa5KncE4klDxkeRXqpW7mre01A1cATamx8o9OCTx67Qv1gWKr9G_bBMuUVcpu9IxGtwLE3z04WwZEwomqIDkETPknKV9ggAyM1y55mTAlW5oJwXO/s1600/1797591_10202022534364841_7420105167483216975_n.jpg" height="230" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
E' una foto aerea di piazza Grande e del Molo San Carlo (che di lì a poco sarebbero diventati, rispettivamente, piazza Unità e Molo Audace), scattata il 3 novembre 1918, poco dopo l'attracco della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Audace_(torpediniera)" target="_blank">torpediniera "Audace"</a> (da allora nota a Trieste anche come "maledetta barca").<br /><br />
Una certa agiografia propagandistica e la sapiente diffusione di determinate foto ha contribuito a creare il mito che ad accoglierla ci fossero decine di migliaia di triestini, in un tripudio di tricolori... diffondendo ad esempio immagini di questo tipo:<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir7cgDuAX5vXRavAb6Lakdr55WkcXuP2eo4PDKelxZFdxTPahYgQXSZkc8aiNt5LRZvkr9SgQfJW_w6IHVwLKMLjtPMSCkrrZ8Q_LdwpvPMyxNy3SM5bbCjnI7uEcHlLFCoGhZHvC_bRFW/s1600/Trieste-1918-e%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir7cgDuAX5vXRavAb6Lakdr55WkcXuP2eo4PDKelxZFdxTPahYgQXSZkc8aiNt5LRZvkr9SgQfJW_w6IHVwLKMLjtPMSCkrrZ8Q_LdwpvPMyxNy3SM5bbCjnI7uEcHlLFCoGhZHvC_bRFW/s1600/Trieste-1918-e%5B1%5D.jpg" height="291" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dietro alla prima fila di manifestanti, quanti sono i triestini entusiasti che festeggiano il cosiddetto "ricongiungimento" alla madrepatria? Decine di migliaia (come afferma la propaganda), migliaia, centinaia, o decine? Da questa foto non possiamo certo saperlo...</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La foro aerea ci avvicina un po' alla realtà: considerato che in quell'occasione sbarcarono 200 carabinieri, la "folla festante" può assommare, complessivamente, a meno di 2000 persone...<br />
<br />
<h4>
Alcuni dati storici assortiti:</h4>
<br />
<ul>
<li>L'Audace fu la prima nave italiana ad attraccare a Trieste (precisamente, alle ore 16:10), ma faceva parte di una piccola formaziona navale, costituita dai cacciatorpediniere La Masa, Missori e Fabrizi, e dalle torpediniere Climene e Procione<br /></li>
<li>Sbarcarono 200 carabinieri ed il generale Carlo Petitti di Roreto (che era a bordo dell’Audace), che proclamò l’annessione della città all’Italia. <br /></li>
<li>Si dice che l'ancora che orna il Faro della Vittoria sia della torpediniera Audace. Non è vero: si tratta dell'ancora della R.N. Berenice. <br />L'Audace fu affondato nel 1944 al largo dell'isola di Pago, ma il suo relitto fu individuato appena nel 1999. </li>
</ul>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-14111569515976383442014-10-28T10:07:00.000+01:002014-10-28T10:07:08.308+01:00motivi per cui trieste deve essere grata all'Italia - 6 - la qualità della prevenzione sanitaria<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTJfdu-KmnM9gB17ZZu-Ox2upsygGccpyJIy6vMppPIb3zAgsIst1DsxoMvcVYL7plMlWDWerh3Wz6fejpm_4Rov5ec0FDEz7aoyyp0fSnXjiEGPtz6ThbDTICcFgwLxNIKDy_9ym0YJAs/s1600/1551754_10152811706014241_7406568760494533569_n.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTJfdu-KmnM9gB17ZZu-Ox2upsygGccpyJIy6vMppPIb3zAgsIst1DsxoMvcVYL7plMlWDWerh3Wz6fejpm_4Rov5ec0FDEz7aoyyp0fSnXjiEGPtz6ThbDTICcFgwLxNIKDy_9ym0YJAs/s1600/1551754_10152811706014241_7406568760494533569_n.png" height="400" width="291" /></a></div>
<br />
<br />
In rete troviamo questo grafico che - chissà perché - non ci sorprende.<br />
Nell'ambito dei paesi OCSE, <b>l'Italia è il fanalino di coda per quanto riguarda la spesa sanitaria dedicata alla PREVENZIONE</b>.<br />
Ed a distaccarci dagli altri paesi non sono poche frazioni di punto, eh! Siamo allo 0,5% , mentre la media OCSE si attesa attorno al 2,5% - 3% ...<br />
L'ennesima prova che <b>l'Italia non si cura della salute dei propri cittadini</b>.<br />
Ma non solo: la fonte di questi dati è incontrovertibile, in quanto arrivano dall'OCSE stessa.<br />
Però, secondo fonte italiana (<b><a href="http://www.agenas.it/" rel="nofollow" target="_blank">AGENAS - Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali</a></b> ), il dato non sarebbe del 0,5% ma addirittura il 4,2% !!!!<br />
(Dovendo scegliere tra OCSE e AGENAS, in termini di affidabilità del'informazione, voi chi scegliete? Io non ho dubbi...)<br />
Quindi, abbiamo anche la prova che l<b>'Italia continua a prendere in giro i propri cittadini</b>, propalando informazioni false ed infondate.<br />
<br />
<b>Grazie, Italia!</b>Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-31723634615744510392014-09-19T12:21:00.000+02:002014-09-19T12:21:53.631+02:00Trieste: il comune inesistente...Vi offro oggi una breve carrellata nella storia amministrativa del comune di Trieste nell'amministrazione italiana...<br /><br />Questa storia la troviamo efficacemente ricostruita alla pagina <a href="http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=032006" target="_blank">http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=032006</a> ma per comodità ve la riassumo qui:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<br />*********************************************************************<br />Comune ISTAT "032006 Trieste (Trieste)" - Codice Catastale "L424" <br />*********************************************************************<br />05/01/1921<br />Annessione LEGGE N. 1778 del 19/12/1920<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>032006 Trieste (Venezia Giulia)</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
08/02/1923<br />Cambio Provincia R.D. N. 53 del 18/01/1923<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>801 (Venezia-Giulia) >> 032 (Trieste)</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
16/09/1947<br />Cede territorio D.L. N. 1430 del 28/11/1947<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>032006 Trieste (Trieste)<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>=> STATO ESTERO<br />: : : IL COMUNE E' ATTUALMENTE ESISTENTE : : :</blockquote>
<br />
<br />
Ovvero:<br />
<br />
<ul>
<li>il 5 gennaio 1921 il Comune di Trieste viene annesso al Regno d'Italia, in base alla Legge n. 1778 19/12/1920</li>
<li>l'8 febbraio 1923 viene cambiata la provincia di appartenenza in base al Regio Decreto n. 53 del 18/01/1923<br />(nota: si tratta della storica spartizione della cosiddetta "Venezia Giulia" tra le nuove province di Trieste, Gorizia ed Udine)</li>
<li>il 16 settembre 1947 viene ceduto ad uno Stato Estero (il Territorio Libero di Trieste) in base al D.L. n. 1430 del 28/11/1947</li>
</ul>
<div>
Dopodiché più nulla... ma il Comune, miracolosamente, è dato come "esistente" in Italia.<br /></div>
<div>
La domanda è ovvia, ed altrettanto ovviamente non ha una risposta sensata:<br /><br /><b><span style="font-size: large;">com'è possibile che un comune, ceduto ad uno stato estero il 16 settembre 1947, è oggi miracolosamente riapparso tra i comuni "esistenti" in Italia, senza chenessun atto lo certifichi e documenti?</span></b><br /></div>
<div>
A chi dobbiamo questo miracolo? A San Gennaro?</div>
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<br /></div>
<div>
La stessa cosa, potete ad esempio verificarla per il Comune di Monrupino: <a href="http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=032002">http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=032002</a></div>
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Quindi, <b>non si è trattato di un miracolo isolato...</b></div>
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<b><br /></b></div>
<div>
<b>Peraltro, forse una sua logica perversa tutto questo ce l'ha: abbiamo già visto che la Provincia di trieste in realtà non esiste. A questo punto, è logico che una Provincia fantasma sia costituita da comuni fantasma...</b></div>
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<b><br /></b></div>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-34248108707759340242014-09-04T15:32:00.003+02:002014-09-04T15:32:53.791+02:00Targhe automobilistiche internazionali<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=1728564104045199320" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic6ZZPd0P70QLZv5foBFJlnSp3wgPc4E_I9WlTRSwQ-c5AOsBTkboI_hMivL_gXntQlcmoG_aR7w5y8AFuqbwykOMq05bNWIBFiZZCPW8ysXaqLXE9y4XHMGJJf3qrC_Xem2QTqmzOC0r0/s1600/10670039_282628961941404_3081174469870847386_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic6ZZPd0P70QLZv5foBFJlnSp3wgPc4E_I9WlTRSwQ-c5AOsBTkboI_hMivL_gXntQlcmoG_aR7w5y8AFuqbwykOMq05bNWIBFiZZCPW8ysXaqLXE9y4XHMGJJf3qrC_Xem2QTqmzOC0r0/s1600/10670039_282628961941404_3081174469870847386_n.jpg" height="400" width="262" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Elenco delle targhe automobilistiche internazionali: tra le altre, A (Austria), H (Ungheria), I (Italia), P (Portogallo). <b>E ovviamente anche TS (Trieste).</b></div>
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-80896362836503923632014-08-25T12:51:00.001+02:002014-08-25T12:51:47.080+02:00Trieste italiana? Un'esagerazione...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhPayi5ggCPJqRDzchsdG-L4_dY3wS5sq_uKnLtEACqyXtcOe-1oN-YQ0qo0AFX66uwbwdvkr3AR6oy61NxyxZ12F_QdcJ-mmuJBMYRQM0X1tDz7wYEY2UEmlWmK-DJaqgT38-tXAXKBZB/s1600/225px-Sidney_Sonnino_firma%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhPayi5ggCPJqRDzchsdG-L4_dY3wS5sq_uKnLtEACqyXtcOe-1oN-YQ0qo0AFX66uwbwdvkr3AR6oy61NxyxZ12F_QdcJ-mmuJBMYRQM0X1tDz7wYEY2UEmlWmK-DJaqgT38-tXAXKBZB/s1600/225px-Sidney_Sonnino_firma%5B1%5D.jpg" height="320" width="213" /></a></div>
<br />
A definire le rivendicazione italiane su Trieste "un'esagerazione" fu l'on. Sidney Sonnino (futuro ministro del regno), che il 20 maggio 1881, sulla "Rassegna settimanale" scriveva:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Bisogna che sia meta suprema della diplomazia italiana quella di togliere ogni sospetto, anche il più giustificato, che la nostra politica possa in qualche modo riuscire di detrimento a quelle potenze sulla cui amicizia dobbiamo contare; <b>sopra tutto bisogna mettere risolutamente da parte la questione dell'"Italia Irredenta"</b>.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Il possesso di Trieste nelle presenti condizioni dell'Impero è di somma importanza per l'Austria-Ungheria: questa lotterebbe a tutta oltranza prima di rinunciare a quel porto.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Inoltre Trieste è il porto più conveniente al commercio dell'intera regione tedesca, <b>la sua popolazione è mista come tutte le popolazioni di confine; la rivendicazione di Trieste come di un diritto sarebbe un'esagerazione del principio di nazionalità, senza poi rappresentare nessun interesse reale per la nostra difesa</b>”.</i></blockquote>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-54620833513690375432014-07-02T09:03:00.002+02:002014-07-02T09:03:24.673+02:002 luglio> 100 anni fa, a Trieste...<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgibMnaE4ODysdbI1Krtd0e4jfZKIh5f1Tbg1qeabDXFUTthAGH4B3x62A9E-arsCI3rmbzY4J4yJs3-Tby0K1R87p8YpoDCyFtsffawQZh0z-XA4FvaNSVCMtfXvnvEJ_y4M9vIuFZsBpa/s1600/10151946_1525527167675212_3356680815894441951_n%5B1%5D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgibMnaE4ODysdbI1Krtd0e4jfZKIh5f1Tbg1qeabDXFUTthAGH4B3x62A9E-arsCI3rmbzY4J4yJs3-Tby0K1R87p8YpoDCyFtsffawQZh0z-XA4FvaNSVCMtfXvnvEJ_y4M9vIuFZsBpa/s1600/10151946_1525527167675212_3356680815894441951_n%5B1%5D.jpg" height="240" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Trieste, 2 luglio 1914 - i funerali di Francesco Ferdinando d`Asburgo e della consorte Sofia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Cento anni fa, il 2 luglio 1914, la salma di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Ferdinando_d%27Asburgo-Este" target="_blank">Francesco Ferdinando d'Asburgo</a> e della consorte assassinati a Sarajevo, arrivarono a Trieste.<br />
E' pigra abitudine ripetere che da questo scaturì l' "inutile strage" della Prima Guerra Mondiale.<br />
Non fu così.<br />
A parte l' ovvietà che con un semplice attentato non si può produrre una guerra che sconvolge tutto il mondo, gli studi di eminenti storici hanno individuato nella frantumazione dell' Impero Ottomano una delle cause più importanti che portò a due guerre balcaniche prima e al conflitto tra Serbia e Impero Austro-Ungarico poi.<br />
La scintilla che destabilizzò equilibri mondiali è stata individuata nella "guerra di Libia" con cui l' Italia nel 1911 attaccò la Turchia, cui la Libia apparteneva, per ambizioni imperialiste coloniali. Il conflitto si estese anche al mare Egeo dove l' Italia occupò il Dodecanneso greco.<br />
Pure se minore, la guerra Italo-Turca del 1912 fu un importante precursore della prima guerra mondiale, perché contribuì al risveglio del nazionalismo nei Balcani. (1)<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Osservando la facilità con cui gli italiani avevano sconfitto i disorganizzati turchi ottomani, i membri della Lega Balcanica attaccarono l'Impero prima del termine del conflitto con l'Italia.<br />Vi furono due "guerre balcaniche" nel 1912 e 1913 e il rafforzamento della Serbia con la sua alleanza con l'Impero Russo fece traballare gli equilibri tra le potenze". </i></blockquote>
Nell'Impero absburgico prevalse l'idea di una guerra preventiva rapida e limitata per dissuadere e prevenire un attacco Russo che si prevedeva imminente sul fronte orientale.<br />
Il resto è più noto: non a caso si parla di "polveriera balcanica" e in anni recenti siamo stati spettatori di una guerra feroce.<br />
A Trieste, e non solo qui, paghiamo ancora il pesante costo delle conseguenze di questa guerra.<br />
Alcuni illustri concittadini hanno scritto dei loro contributi al supplemento del Piccolo di sabato 28 sulla "Grande Guerra": Claudio Magris, Paolo Rumiz, Elvio Guagnini, Boris Pahor, Demetrio Volcic, Sergio Canciani, Marina Rossi, Fabio Todero, ed altri.<br />
Sono contributi eccellenti in quel contesto e non ci sono scivolamenti nella retorica patriottarda irredentista che non appartiene alle persone di qualità.<br />
E' come avvenne con le conferenze Laterza al Verdi che, promosse con l'intento di dimostrare l' "italianita`" di Trieste, hanno invece finito per dimostrare il contrario grazie alla competenza e all'onestà intellettuale dei conferenzieri.<br />
Rumiz, in un articolo molto suggestivo, immagina di rivedere di notte a Redipuglia i combattenti, quali fantasmi, e si domanda<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"dov'è la mia gente?<br />Dov'erano i triestini, gli istriani, i goriziani i trentini, i figli delle terre conquistate dall' Italia nella Grande Guerra? Non gli arditi che avevano scelto di scavalcare le linee per combattere con il Tricolore: ma gli altri, cento volte più numerosi, coloro che prima di essere ribatezzati "italianissimi" erano stati i "nemici". I nostri vecchi andati in guerra " fur Kaiser und Vaterland" sotto la bandiera giallo nera".</i></blockquote>
E sente le voci dei morti italiani di Redipuglia che gli dicono "Vai nei giorni dei morti, vai da chi non ha tomba. VAI DAGLI INNOMINATI, DAI DIMENTICATI DALLA STORIA. solo dopo ritorna da noi".<br />
I nostri morti triestini erano in gran parte arruolati nel K.u.K 97° e tanti erano caduti in Galizia ( Ucraina) intorno a Leopoli.<br />
Morti dimenticati a cui la Trieste "italianissima" non dedica neanche un vicolo malgrado i combattenti triestini nell'esercito austroungarico fossero stati circa 45.000 contro i circa 380 disertori passati all'Italia per motivi di irredentismo. Condannati dagli arroganti conquistatori alla "damnatio memoriae"<br />
Trieste è piena di strade e piazze intitolate a irredentisti italiani, spesso solo "teste calde" quando non proprio fascisti conclamati o razzisti antislavi paranazisti come Timeus che nel '14 scriveva "«<i>la lotta è una fatalità che non può avere il suo compimento se non nella sparizione completa di una delle due razze che si combattono</i>».<br />
O quell'Imbriani napolo-torinese che, capo degli irredentisti, era pagato dai servizi francesi per evitare rivendicazioni sulla Savoia e Nizza (patria di Garibaldi) ben più italiane di Trieste, e indirizzarle sulla nostra disgraziata città.<br />
Tanto che fu lui in un incontro, di pochi giorni precedente, a spedire quel povero giovane confuso di Oberdank a fare un attentato per sabotare l' inizio della Triplice Alleanza tra Italia, Austria e Germania che tanto fastidio dava ai francesi. (2).<br />
Claudio Magris scrive, riferendosi ai fanti usati come carne da cannone<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"sono questi uomini i protagonisti della guerra, vittime ed eroi oscuri, non certo i marescialli che li mandavano a morire senza nemmeno conoscere la cosiddetta arte della guerra, come CADORNA, AL QUALE E' PIUTTOSTO INOPPORTUNO CHE SIA DEDICATA UNA VIA DI TRIESTE". </i></blockquote>
Come non essere d' accordo?<br />
Cadorna, un macellaio, odiato dai suoi stessi soldati, che fece travolgere senza scampo i suoi fanti a Caporetto dando poi a loro la colpa anzichè a sè stesso e all'incapacità del suo comando.<br />
Al punto che quando gli italiani occuparono Trieste in seguito agli accordi di pace (perchè a Trieste NON riuscirono mai ad entrare militarmente, bloccati all'Hermada) e vi trovarono decine di migliaia di connazionali fatti prigionieri a Caporetto e poi liberati, invece di assisterli LI RINCHIUSERO NEL RECINTO DELL'ATTUALE PORTO VECCHIO DOVE CIRCA 3.000 MORIRONO DI FAME E STENTI.<br />
Il gen. Petitti di Roreto, altro grande cialtrone a cui è stata dedicata una via di Trieste, li fece sorvegliare da un reparto di Arditi e così annota riguardo a un suo "amorevole" discorso ai connazionali ex-prigionieri italiani di Caporetto: "<i>dissi che sarei stato severissimo nel reprimere qualsiasi tentativo di ribellione, anche se avessi dovuto impiegare le mitragliatrici</i>". Osserva lo storico triestino Raoul Pupo: "<i>Come bentornato della Madrepatria ai reduci dagli stenti della prigionia in mano nemica, non era davvero male</i>" (3).<br />
In epoca fascista fu costruito, con arrogante architettura imperiale, l'immenso cimitero di Redipuglia con l'intento di farne, sulla pelle dei poveri morti sfruttati un' altra volta, un luogo di culto pagano nazionalista e bellicista italiano, ornato da proietti di cannone, frasi retoriche come "presente!" e non da fiori: fu definito inusualmente "sacrario" per questo.<br />
Senza alcuna umana pietà da questo cimitero furono esclusi i morti di nazionalità non italiana i cui resti furono lasciati alla pietà degli abitanti o delle nazioni di provenienza.<br />
Non credo che Papa Francesco sappia tutto questo e temo che non ne sarà informato prima della sua visita a Redipuglia il 13 settembre prossimo: è' un uomo buono e saggio e viene per pregare per TUTTI i morti di quella tragedia e perchè non si ripeta.<br />
Per questo io spero venga anche a Trieste per pregare insieme, ciascuno il suo Dio, per la pace tra gli uomini di buona volontà di tutte le nazionalità, religioni e opinioni.<br />
E' troppo chiedere alla Chiesa di Trieste di farsi interprete presso il Santo Padre dell' auspicio che vada, si, a Redipuglia ma oltrepassi anche simbolicamente i confini di allora e venga anche da noi?<br />
Sarà accolto entusiasticamente da tutta la città.<br />
E spero anche che questo 2014 finisca con almeno una strada, importante, dedicata collettivamente ai nostri morti combattendo nell'esercito austroungarico.<br />
Non chiedo nemmeno che siano tolti i nomi delle decine di personaggi indegni, ma una strada ai nostri caduti SI, e fermamente.<br />
Alla pulizia dei nomi delle strade ci penseranno i triestini tra non molto, magari ricordando anche il nostro grande comico popolare Cecchelin, grande interprete della triestinità e spirito libero che sotto il fascismo finiva regolarmente in galera per i suoi spettacoli di satira autentica e rischiosa, non strapagata e facile come ora, e cui recentemente il comune ha negato una strada o il ponte sul canale, dando prova di penoso opportunismo.<br />
<br />
1 - Due recenti libri di importanti studiosi uno di area di destra e uno di sinistra dimostrano questa tesi: Franco Cardini " La Scintilla", Mondadori 2014 - Luciano Canfora "1914", Sellerio 2014<br />
2 - Alexander, "L'AFFARE OBERDANK mito e realtà di un martire irredentista" Formichiere 1978<br />
3 - Raoul Pupo "La vittoria senza pace" Laterza 2014<br />
<br />
Fonte: <a href="https://www.facebook.com/francesco.giuseppe.9275/posts/1506294709600667">https://www.facebook.com/francesco.giuseppe.9275/posts/1506294709600667</a>Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-44149511333635142092014-06-22T15:28:00.001+02:002014-06-22T15:28:38.481+02:00No volemo più un talian!<div class="tr_bq">
E' celebre la canzonetta filo-italiana il cui ritornello faceva "<i>Nella patria de Rossetti no se parla che italian!</i>"</div>
Abbiamo già visto che, in realtà, <a href="http://maledettabarca.blogspot.it/2013/05/ne-la-patria-de-rossetti-no-se-parla.html" target="_blank">il povero conte Domenico Rossetti de Scander non si poteva propriamente definire un irredentista</a> (e, anzi, questo ritornello probabilmente lo avrà fatto rivoltare vorticosamente nella tomba...)<br />
Meno noto è che di questa canzonetta esisteva anche una contro-versione patriottica 8e quindi, secondo la neolingua attualmente in vigore, "austriacante").<br />
Ve la ripropongo qui, per puro dovere di cronaca storica:<br />
<br />
<blockquote>
<b><i>No volemo più un talian!</i> </b></blockquote>
<blockquote>
<i>D'ora avanti no volemo<br />No volemo la camora!<br />Che la vadi in sua malora,<br />La se vada a far... picar!</i> </blockquote>
<blockquote>
<i>Noi triestini no volemo<br />Quei schifosi camoristi,<br />Traditori no volemo<br />Sporcacioni iredentisti!</i> </blockquote>
<blockquote>
<i>Lassè pur che i canti e i subii<br />Sti iredenti maledeti,<br />Nella patria de Rossetti<br />No volemo più un talian!</i> </blockquote>
<blockquote>
<i>Più no i devi ai fioi a scola<br />Impararghe italianade:<br />Quelle stupide monade<br />Per le "pigne" pol servir!</i> </blockquote>
<blockquote>
<i>I triestini e la bandiera<br />Giala e nera i alzarà<br />I triestini in pase e in guera<br />Sempre quela i tegnarà!</i> </blockquote>
<blockquote>
<i>Lassè pur che i canti e i subii<br />Sti iredenti maledeti,<br />Nella patria de Rossetti<br />No volemo più un talian!</i></blockquote>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-19990726887528326552014-05-08T19:51:00.000+02:002014-05-08T19:51:08.775+02:00E decidersi?Ieri, un giudice italiano ha sentenziato che l'Italia, con il trattato di Osimo, nel 1975 avrebbe riacquistato la piena sovranità sulla zona A del Territorio Libero di Trieste (e, contemporaneamente, la Jugoslavia avrebbe acquistato la sovranità sulla zona B)<br />
<br />
Ebbene, i suoi colleghi della Corte di Cassazione, sezione lavoro, nel 1978 non erano della stessa opinione, visto che ribadiscono la "provvisoria" sovranità Jugoslava sulla zona B...<br /><br />La coerenza non è una dote che abbondi fra i magistrati italiani.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNRPKj8Fgs1NWsO4VzU-_TE5qBccHieFlM72zd8Mhz3VJRVeu2KwjNBSAT0UzkE8T8w-XWwREFafYb403Z2Z2tB9FHQDet3STRSC-vj1VQJfBx-mIoo6ynhlncKesoBoz7aiTBpUHE7BTE/s1600/10176066_636910439731137_1431146710962601487_n.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNRPKj8Fgs1NWsO4VzU-_TE5qBccHieFlM72zd8Mhz3VJRVeu2KwjNBSAT0UzkE8T8w-XWwREFafYb403Z2Z2tB9FHQDet3STRSC-vj1VQJfBx-mIoo6ynhlncKesoBoz7aiTBpUHE7BTE/s1600/10176066_636910439731137_1431146710962601487_n.png" height="400" width="351" /></a></div>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-77805318178933067132014-05-07T16:28:00.000+02:002014-05-07T16:28:22.470+02:00italiano ante litteram<div class="tr_bq">
Bellissimo.</div>
<br />
Io, nato nel 1965, ho oggi scoperto che sono italiano grazie ad un pseudo-trattato firmato dieci anni dopo la mia nascita.<br />
<br />
Infatti un giudice italiano ha stabilito che:<br />
<br />
<ul>
<li>col Memorandum di Londra del 1954 l'Italia non ha ottenuto la sovranità sul Territorio Libero di Trieste, ma solo la mera amministrazione civile</li>
<li>la sovranità invece sarebbe stata ristabilita dal Trattato di Osimo nel 1975</li>
</ul>
<div>
Ed a questo punto, la domanda sorge spontanea: ammesso e non concesso che il Trattato di Osimo abbia effettivamente donato all'Italia la sovranità sul territorio Libero di Trieste... dal 1964 al 1975 qui a trieste cos'era? Che cittadinanza hanno tutti i nati a Trieste dal 1954 al 1975 (me compreso) ?</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<a href="http://www.triestelibera.org/2014/05/lultima-volta/">http://www.triestelibera.org/2014/05/lultima-volta/</a></div>
<div>
<br /></div>
<br />
<blockquote>
<i>Oggi, per l’ultima volta, i cittadini del Territorio Libero di Trieste hanno presidiato il tribunale del loro Stato, occupato con la forza dalle autorità giudiziarie italiane.<br />Il giudice Piero Leanza si è espresso sull’eccezione del difetto di giurisdizione confermando la propria decisione del 19 marzo 2014.<br />Ha correttamente affermato che la sovranità italiana su Trieste era venuta meno il 10 febbraio 1947, con il Trattato di Pace di Parigi, mentre il Memorandum di Londra del 1954 ha affidato al governo italiano la sola amministrazione civile provvisoria.<br />Tuttavia, ancora una volta, i triestini hanno sentito la falsa affermazione secondo cui il Trattato di Osimo avrebbe restituito la loro terra allo stato italiano.<br />Per l’ultima volta: questo perché ormai è evidente che le autorità italiane non abbiano la minima intenzione di ripristinare la legalità che, per 60 anni, hanno violato nel Territorio Libero di Trieste, compito che, da adesso, spetterà alle sole autorità internazionali.<br />Da adesso, infatti, i cittadini di Trieste che si riconoscono nella legalità e vogliono far valere il Trattato di Pace di Parigi, solleveranno sempre il difetto di giurisdizione, segnalandolo immediatamente alle autorità internazionali competenti, a partire dalle Nazioni Unite.<br />Tutti i responsabili delle violazioni del Trattato di Pace fin qui commesse saranno oggetto di denuncia alle Nazioni Unite con richiesta di istituzione del tribunale atto a giudicarli.<br />Da adesso, le energie del Movimento Trieste Libera si concentreranno unicamente sulle cause internazionali e, soprattutto, sul prossimo 15 settembre quando, celebrando l’anniversario della loro indipendenza, i triestini si prepareranno ad acclamare il loro nuovo, legittimo governo.</i></blockquote>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-2643732543183453332014-04-01T09:26:00.001+02:002014-04-01T09:26:46.096+02:00Lo zombie della provincia di TriesteOggi si parla tanto (concludendo poco) di abolire quegli inutili carrozzoni che sono le provincie.<br />
Così accade che le (poche) persone che frequentano il parlamento e che posseggano ancora l'uso dei propri neuroni, finalmente si accorgono che la provincia di Trieste, rispetto alle altre provincie italiane, ha qualche problemino in più.<br />
A cominciare dal fatto che NON ESISTE, visto che è stata abolita nel 1947 in conseguenza del Trattato di Pace (il territorio della provincia di Trieste andò infatti a costituire la cosiddetta "zona A" del territorio Libero di Trieste).<br />
Nel 1954, allorché all'Italia fu purtroppo affidata la mera amministrazione civile della Zona A del Territorio Libero di Trieste, questa in realtà ne approfittò per ricostituire (in maniera surrettizia, e senza nessun atto costitutivo ufficiale) la ormai defunta provincia di Trieste (che, successivamente, fu incorporata nel 1963 nella neocostituita "regione autonoma Friuli-Venezia Giulia")<br />
<br />
Quindi, oggi c'è un ente territoriale, che si definisce "provincia di Trieste", che paga lauti emolumenti a chi ne occupa le inutili poltrone, ma che NON ESISTE, visto che non è mai stata ufficialmente ricostituita! Si tratta di uno zombie istituzionale, dell'ennesimo paradosso amministrativo dovuto solo al fatto che l'Italia con il Territorio Libero di Trieste ha fatto un gioco delle tre carte, barando spudoratamente e varando nel tempo leggi e leggine che, in contraddizione una con l'altra, ha cercato di tamponare e tenere in piedi una situazione insostenibile, in quanto comunque basata sul mancato rispetto dei propri obblighi internazionali.<br />
<br />
In questi giorni, il problema è stato sollevato nelle sedi istituzionali dal deputato Aris Prodani (una delle pochissime persone che siedono in Parlamento e che meriti pienamente il titolo di "onorevole"); e, incredibilmente, questo fatto ha avuto eco perfino sulla "stampa locale":<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK7DL-4YcFX4gJmWTYb4EfWrikKUbP2298nVziV6DZH2jA0G0DYVX1VNZw6l5Y0XHZJrTEG4yyLt3vDeBvA8te5AZkbDEm-FkcEorjzwdW7DebbBwwzJr2rNvZn4NI5-tQlTjqkT5k-sP3/s1600/wpid.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK7DL-4YcFX4gJmWTYb4EfWrikKUbP2298nVziV6DZH2jA0G0DYVX1VNZw6l5Y0XHZJrTEG4yyLt3vDeBvA8te5AZkbDEm-FkcEorjzwdW7DebbBwwzJr2rNvZn4NI5-tQlTjqkT5k-sP3/s1600/wpid.jpg" height="640" width="148" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Vedremo cosa riusciranno ad inventarsi questa volta: ricorreranno ad una delle tante favolette che ciclicamente cercano di propinarci da 60 anni (come ad esempio la "tesi Cammarata"), oppure se ne inventeranno qualcuna nuova?</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-69121267590575204242014-03-26T11:39:00.000+01:002014-03-26T11:39:08.807+01:00A Trieste, la democrazia è un optional<br />
Si ha sempre più l'impressione che a Trieste "democrazia" sia un concetto vago ed interpretabile in varia maniera, a seconda delle circostanze. "Due pesi e due misure", insomma.<br />
E lo stesso vale anche per il concetto "rispetto della legge".<br />
<br />
Ma questo non è certamente un male recente, eh!<br />
<br />
Andiamo ad esaminare un attimo questi documenti parlamentari del 1958: e facciamolo ricordando che l'Italia aveva acquisito da soli quattro anni l'<b>amministrazione civile provvisoria</b> del Territorio di Trieste...<br />
<br />
<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
Atti Parlamentari della Camera dei Deputati<br />III Legislatura, seduta del 31 ottobre 1958<br />Interrogazione </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
VIDALI: al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'Interno<br />per conoscere se sono informati sulla <b>proibizione fatta, con ordinanza del commissario generale del Governo, dottor Palamara, di un comizio elettorale in piazza dell'Unità d'Italia, nel corso del quale doveva prendere la parola, con il senatore Scocimarro, un oratore sloveno</b>.<br />L'interrogante rileva la gravità di questo provvedimento, che contravviene ai dettati costituzionali, in quanto concerne il diritto della minoranza di lingua slovena di fare uso della loro lingua, come pure contrasta con gli impegni presi dal Governo italiano col Memorandum di Londra del 5 ottobre 1954. Il provvedimento rappresenta pure una inammissibile limitazione ai diritti democratici dei partiti politici nella campagna elettorale.<br />E' la seconda volta che il commissario generale del Governo emette ordinanza a questo proposito, dimostrando di subire la pressione delle forze politiche di destra, di elementi sciovinisti, ai quali egli attribuisce ingiustificatamente la rappresentanza della "maggioranza della cittadinanza"; tale suo atteggiamento oltre a non avere precedenti nella storia del dopoguerra triestino, non ha, fortunatamente, alcun precedente neppure in altre regioni italiane a composizione nazionale mista, ove le minoranze esercitano liberamente i loro diritti nazionali.<br />L'interrogazione rinnova pertanto la sua richiesta al Governo, affinché il commissario generale sia invitato a desistere da atteggiamenti antidemocratici e faziosi in senso antislavo, e ad adempiere al suo dovere di garantire pari diritti a tutti i cittadini di Trieste, indipendentemente dalla loro nazionalità. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
RISPOSTA: il provvedimento di divieto per lo svolgimento del comizio in lingua slovena nella piazza Unità d'Italia in Trieste venne addottato ai sensi dell'articolo 2 della legge di pubblica sicurezza del commissario generale del Governo, per motivi di grave necessità pubblica, <b>in quanto il comizio stesso avrebbe dato luogo a vivaci reazioni da parte della popolazione italiana per la quale quella piazza, teatro delle principali manifestazioni patriottiche, è il simbolo della italianità di Trieste.</b><br />Il comizio, comunque, si svolse regolarmente nello stesso giorno in altra località della città.</blockquote>
<br />
C'è bisogno di commentare?<br />
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-29833459455181639152014-02-23T18:01:00.001+01:002014-02-23T18:01:18.768+01:00Trieste, città fra due mondi<div class="tr_bq">
Riportiamo la traduzione di un breve estratto di un interessante articolo tratto da New International, Vol.12 No.10 (Dicembre 1946, pp.293-295) (e, per chi si cimenti con l'inglese, segue il testo originale integrale)</div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Trieste unisce due caratteristiche che le hanno reso un ambito posto nella politica dell'Europa centrale per quasi un secolo . La prima caratteristica è che possiede un porto eccellente e le strutture portuali sviluppate. Questo di per sé , non la distingue da una ventina di altre città portuali del Mediterraneo. E' solo in combinazione alla seconda caratteristica che il porto di Trieste possiede uno stato eccezionale.<br />Queste caratteristiche combinate rendono Trieste il naturale sbocco al commercio mondiale per una sezione importante dell'Europa centrale e meridionale , in particolare per l'Austria, Ungheria e Jugoslavia.<br />Lo sviluppo di Trieste in un "porto del mondo" risale al periodo austro - ungarico, fino alla fine della prima guerra mondiale, quando un colpo di stato italiano stabilì il suo destino.<br />La sua importanza trascendente oggi deriva dal fatto che essa è il luogo naturale per il mondo russo, per aprirvi una nuova " finestra sul mare." Trieste ha una enorme importanza economica e navale per il mondo russo. In un certo senso prende il posto del vecchio sogno zarista di Costantinopoli. Che le ambizioni russe dovrebbero centrarsi sull'Adriatico piuttosto che sui Dardanelli è di per sé una misura dello stato mutato della Russia come potenza mondiale.<br />Come Costantinopoli, Trieste ha un solo lato negativo: per le potenze occidentali, riveste una funzione anti russa.<br />L' importanza di mantenere Trieste fuori dalle mani russe e la Russia fuori dall'Adriatico [...] ( Le coste montuose jugoslave e albanesi sulla costa adriatica non offrono buoni porti e connessioni.) Trieste rimane l' ultima possibilità per la Russia.<br />Se l'imperialismo anglo-americano riesce a tenere Trieste fuori dalle mani russe, avrà contenuta la Russia nella sua sfera essenzialmente priva di litorale, nonostante i suoi enormi guadagni territoriali.<br />Tutti i fattori, quindi , sembrano aver concorso a rendere Trieste una questione fondamentale nel determinare il futuro dell'Europa centrale e meridionale . Ogni forma di minaccia militare, di pressione politica e diplomatica è stata portata a concentrarsi su questo punto.<br />Forse un quarto di milione di abitanti della città di Trieste e dei suoi immediati dintorni , che compongono la provincia della Venezia - Giulia, dovrebbero avere una voce nel determinare quale tipo di governo desiderano.<br />Non il Cremlino, né il Dipartimento di Stato a Washington , ma la gente del territorio (di Trieste) conteso deve decidere il suo destino. La prima domanda deve quindi essere per un plebiscito con cui le persone possano determinare il proprio futuro.</i></blockquote>
<blockquote>
<h3 style="text-align: center;">
<i>Trieste – City Between Two Worlds</i></h3>
<i>As the Council of Ministers met at London’s Lancaster House over a year ago in their first session on the post-war treaties, the disposition of the city of Trieste was one of the stalemated questions which deadlocked the conference. Since then the Ministers have moved their sessions to the Luxemburg Palace in Paris and, now, to the Waldorf-Astoria Hotel in New York City. However, neither time nor change in locale seems to have reduced the importance of Trieste on the Ministers’ agenda. Quite the contrary, the continued stalemate has elevated the question of Trieste to what appears to be a fantastically disproportionate importance. What is there about this port city on the headwaters of the Adriatic that invests such crucial importance to its control? An investigation reveals that more is involved than Molotov’s intransigeance, Bevin’s belligerence or Byrnes’s addiction to American prestige; that the importance which the question has assumed is rooted in reality rather than the diversionary maneuvers of diplomacy.<br />Trieste combines two features which have made it a coveted spot in Central European politics for nearly a century. The first feature is that it possesses an excellent harbor and developed port facilities. This, by itself, does not distinguish it from a score of other Mediterranean port cities. It is only in combination with the second feature that its harbor gives Trieste an exceptional status. The second feature is its strategic location on the finger-tips of the long arm of the Adriatic which reaches up into the southern region of Central Europe. These combined features make Trieste the natural outlet to world commerce for an important section of Southern and Central Europe, especially Austria, Hungary and Yugoslavia. This important fact was discovered over a century ago by the land-locked Austro-Hungarian Empire when its capitalist development made it acutely aware of the need for an outlet to the sea and a naval base for a Mediterranean fleet. The development of Trieste into a world port dates from this period.<br />Were the issue of Trieste confined to whether it should provide Yugoslavia with a direct outlet or whether Italy should hold it as a key to the European hinterland served by the port, it would not transcend in importance the place it occupied at the close of World War I when an Italian coup settled its fate. Its transcendent importance today arises from the fact that it is the natural spot for the Russian world to open a new “window to the sea.” Trieste has a tremendous economic and naval importance to the Russian world. In a sense it takes the place of the old Czarist dream of Constantinople. That Russian ambitions should center on the Adriatic rather than on the Dardanelles is by itself a measurement of Russia’s changed status as a world power today as compared to the pre-World War I period.<br /><br />The Anti-Russian Strategy<br />Like Constantinople, Trieste has only a negative – that is, an anti-Russian – importance to the Western powers. The importance of keeping the decadent Ottoman Empire astride the Dardanelles lay in holding Russia bottled up in the Black Sea. The importance of keeping Trieste out of Russian hands today lies in keeping Russia out of the Adriatic. (The mountainous Yugoslavian and Albanian coasts on the Adriatic offer no good harbors and but poor connections with the interior.) Trieste remains the last possible Russian break-through to the sea before the changed power relations set in flux by the war definitely jell. If Anglo-American imperialism succeeds in keeping Trieste out of Russian hands, it will have contained Russia in its essentially land-locked sphere despite its tremendous territorial gains. Petsamo on the open Arctic serves Russia little better than its own Murmansk. Danzig and Stettin are east of the Danish peninusla and, in effect, leave Russia as distant from the Atlantic as its own Leningrad. The bloody British excursion into Greece to “restore order” headed off the Russian push toward Salonika. Compared to other possible outlets, Trieste was not only more strategically located, but it offered greater possibilities of a Russian success.<br />All factors, therefore, seemed to combine to make Trieste a pivotal question in determining the future of Central and Southern Europe. Every form of military threat, political pressure and diplomatic stratagem was brought to focus upon this spot. Millions of words and tons of papers were expended in the arguments pro and con – none of which dealt with what was really at stake. Yet in the arguments of neither side appeared as much as a suggestion that perhaps the quarter-million inhabitants of the city and its immediate environs, which compose the province of Venezia-Giulia, should have a voice in determining what kind of government they desire. The inhabitants interested the contending imperialist camps only insofar as they furnished material for inspired demonstrations in behalf of one side or the other, demonstrations which invariably ended with riots and bloody heads.<br />A revolutionary Marxist policy applied to this question must make the desires of the population of the area the starting point. Not the Kremlin nor the State Department in Washington, but the people of the disputed territory must decide its fate. The first demand must therefore be for a plebiscite by which the people can determine their own future. In this, as in all other questions, Marxists remain not only consistent democrats but Marxists reveal themselves to be the only political tendency capable of a consistently democratic policy today.<br />The demand for a plebiscite, however, only indicates who should decide the question. There still remains the question of how it should be decided: To speak of self-determination for Poland or Indonesia today is to speak of independence for these nations. All we demand is that they be given a chance to decide, for the outcome is a foregone conclusion. In the case of Trieste, more is needed. No one can seriously propose statehood for Venezia-Giulia. Aside from the absence of any historic or economic basis for such a demand, the mere fact that not one per cent of its inhabitants could be rallied behind such a proposal reveals that it is not a serious political solution. Nor has it standing as a propagandist slogan. In the sphere of propaganda the Marxists call for a Socialist Italy and a Socialist Yugoslavia in a Socialist United States of Europe.<br />The proposed solution of a “Free Territory” under United Nations trusteeship means only one of two things: either continued Anglo-American military government, regardless of how it is enforced, or a temporary “solution” while each side conducts the struggle at only slightly reduced tempo aimed at lining up strength for a final showdown.<br /><br />For Adherence to Italy<br />The real choice is, therefore, between adherence to Yugoslavia or to Italy. Remaining consistent democrats, the Marxists favor adherence to Italy. Questions of ethnic majorities are not decisive in this instance. What is decisive is that Yugoslavia is a dictatorship that is rapidly becoming totalitarianized in the complete Russian pattern, while Italy is a bourgeois democracy, wretched and unstable, but a bourgeois democracy nevertheless. In Yugoslavia the new Stalinist hierarchy, with Tito at its head, rules through its own GPU and concentration camps, while in Italy a free labor movement lives and struggles and undergoes experiences which, we hope, will produce a mass revolutionary party adhering to the Fourth International. In Yugoslavia even clerical and conservative non-conformists are silenced, while in Italy even the Trotskyists have a legal party and press.<br />The Marxists of both Yugoslavia and Italy, opponents of both Italian and Yugoslavian chauvinism and of Russian and Anglo-American imperialism, need make no apologies for such a stand. The workers of Trieste are confronted with a choice between slow poison or the bullet through the head. Unfortunately, there is no realistic third alternative today. It is possible to resist the slow poison of bourgeois democracy and grow strong enough to conquer the poisoners. But to survive the bullet is another matter.<br />That the national composition of Venezia-Giulia is allegedly Slavic in its majority does not affect this demand. The democratic right to join their co-nationals in Yugoslavia is meaningless when this means placing their necks in the noose of Tito’s police regime. Slavic nationality has not saved the thousands of inmates of Tito’s concentration camps. The appeal for adherence to Italy proceeds not from national or ethnic considerations but solely from the democratic needs of the workers, regardless of nationality. It offers the possibility of enjoying the freedom necessary to organize and struggle.<br />As with so many other living political questions, the question of Trieste permits no solution compatible with participation in political life for those who still cling to the position that Russia is a workers’ state, regardless of how badly degenerated. Proceeding from the latter concept, it is impossible to favor adherence of Trieste to Italy instead of the Russian outpost and prototype, Yugoslavia. We hesitate to demand that the “workers’ staters” in the Fourth Internationalist movement break their silence on Trieste and give us their answer. The sight of these “Russian experts” prostrate on their backs as they desperately wrestle with the Polish question which we posed to them some months ago precludes such unsportsmanlike conduct on our part. We therefore modestly suggest that they may prefer to call it quits on the Polish question for the time being and make a stab at the Trieste issue. Do you favor solution of the Trieste dispute by plebiscite? If so, how should the workers of Trieste vote?</i></blockquote>
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-31974096955389029122014-01-09T08:24:00.000+01:002014-01-09T08:24:08.827+01:00la coerenza non è una virtù italianaLa questione del <b>PORTO LIBERO DI TRIESTE</b> è probabilmente il punto in cui più evidente è l'incoerenza del castello di carte giuridico/politico costruito dall'Italia nel corso di quasi sessant'anni per inventarsi un'inesistente sovranità su Trieste e sul suo Territorio.<br />
<br />
Quindi, su questo argomento più evidenti sono le contraddizioni a cui le varie figure istituzionali coinvolte sono di volta involta costretti dalle circostanze... <br />
<br />
Vi riassumiamo di seguito quanto riferibile solo al corso degli ultimi mesi:<br />
<br />
<b>18 luglio 2012:</b> <a href="http://documenti.camera.it/leg16/resoconti/commissioni/bollettini/html/2012/07/18/03/comunic.htm" target="_blank">in risposta all'interpellanza parlamentare "7-00886 Antonione: Sull'interpretazione dell'allegato VIII al Trattato di pace del 1947 relativo al porto di Trieste. "</a> il sottosegretario Dassù risponde testualmente:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i><b>la riduzione o l'eliminazione dei punti franchi potrebbe legittimamente avere luogo solo con il consenso degli altri Stati nei confronti dei quali l'obbligo è stato da ultimo assunto con il Memorandum del 1954</b> e con l'accordo di cooperazione economica bilaterale siglato nel 1975 con la Jugoslavia (cui è succeduta la Slovenia).</i></blockquote>
<br />
<b>28 febbraio 2013</b>: su <a href="http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/02/28/news/il-prefetto-soltanto-il-governo-puo-spostare-il-punto-franco-1.6609705" target="_blank">Il Piccolo il Prefetto (rectius: Commissario di Governo) di Trieste dichiara</a>:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i><span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">Non me la sento proprio di emanare un provvedimento che sospenda il regime di Punto franco per un periodo medio-lungo e tantomeno un provvedimento che lo trasferisca anche parzialmente in modo definitivo</span><span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">[...]</span><span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">è necessario cambiare la normativa che regola il regime speciale e che oltretutto parla esplicitamente soltanto di allargamento dell’Area franca, cosa che del resto è già stata fatta negli Anni Cinquanta, o comunque ci vuole un intervento diretto da parte del governo. Già il mio predecessore (Alessandro Giacchetti, ndr.) aveva posto il quesito a Roma, ma Roma non ha mai risposto.</span><span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">[...]</span><span style="background-color: white; line-height: 18px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Soltanto il governo può spostare il Punto franco</span></span></i></blockquote>
<span style="background-color: white; line-height: 18px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></span>
<span style="background-color: white; line-height: 18px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><b>3 gennaio 2014</b>: <a href="http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/01/03/news/a-trieste-ultimatum-del-prefetto-si-decida-sul-punto-franco-1.8396365" target="_blank">in un'altra intervista a Il Piccolo</a>, scopriamo che nel frattempo il Prefetto ha nel frattempo cambiato idea:</span></span><br />
<span style="background-color: white; line-height: 18px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></span>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="background-color: white; line-height: 18px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><i>La Regione o il Comune, oppure la stessa Autorità portuale dovrebbero farsi promotori della Conferenza dei servizi da cui far emergere una volontà comune, poi<b> il Ministero potrebbe essere interpellato a livello consultivo</b>. Se si opterà per l’abolizione del regime di Punto franco che in molte situazioni è effettivamente un ostacolo più che un incentivo, <b>non servirà una legge dello Stato.</b> Dico di più, non sarà nemmeno necessario trovare un’altra area su cui trasferirlo.</i></span></span></blockquote>
<span style="background-color: white; line-height: 18px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></span>
<span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">Ah, la coerenza!</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">Ah, la certezza del diritto!!</span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">Ah, la solidità dei propri argomenti!!!!</span><br />
<br />
<br />
<br />
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-76883302409899601122013-12-27T13:27:00.001+01:002013-12-27T13:27:18.885+01:00Diritto di cittadinanza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggD322hjFGqziyy8qIA54qEIl9k-siP4llNvGnioC356lKRobK6h01ijB_ZkYb5yW_bIdigPtHZmzLObNfuyV3y6-5TT8mvuuGtbXQ-LuEA_xzajxH19gdJPkspCPdk6y32oc0dEzkOivV/s1600/websitelogo_NGO%5B1%5D.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggD322hjFGqziyy8qIA54qEIl9k-siP4llNvGnioC356lKRobK6h01ijB_ZkYb5yW_bIdigPtHZmzLObNfuyV3y6-5TT8mvuuGtbXQ-LuEA_xzajxH19gdJPkspCPdk6y32oc0dEzkOivV/s1600/websitelogo_NGO%5B1%5D.png" /></a></div>
<br />
Le sacrosante rivendicazioni per l'indipendenza del Territorio Libero di Trieste stanno dando luogo in questo periodo ad una escalation di azioni: escalation rigorosamente incruenta, e nel pieno rispetto - prima ancora della mera "legalità" - in primo luogo della civiltà.<br />
<br />
L'ultima, in ordine di tempo (ma fondamentale per la sua portata, e destinata probabilmente a segnare una svolta nella nostra lotta) è stata appena annunciata da <a href="http://www.triest-ngo.org/" target="_blank">TRIEST NGO</a>: <br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
Articolo 15</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.<br />2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
- Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Intendiamo promuovere una <b>procedura di reclamo alle Nazioni Unite</b> presso la sede di Ginevra, in modo da <b>veder riconosciuto il diritto di cittadinanza di migliaia di persone del Territorio Libero di Trieste.</b><br /><br />“<i>Il referendum Catalano per l’indipendenza non è solo legale, ma è un processo strettamente legato al discorso dei diritti umani e della dignità delle persone che l’ONU rispetta e promuove nel mondo</i>”<br />- Ban Ki Moon, Secretary-General of the United Nations, April 2013 </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>I cittadini di Trieste e Territorio si trovano oggi in una situazione in cui hanno un diritto di cittadinanza già sancito da un Trattato di Pace vigente </i>(Allegato VI). </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Recentemente, <b>il Commissario Generale del Governo Italiano per il Territorio di Trieste ha negato (22/10/2013) questo diritto con una risposta scritta</b>, a cui ha allegato le motivazioni ufficiali ricevute da parte del Sottosegretario italiano agli Affari Esteri (7/10/2013). </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Successivamente (5/12/2013), <b>un membro dello staff del Vicepresidente per i Diritti fondamentali della Comunità Europea ha fatto sapere di non essere competente in materia.</b> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<br />A fronte di queste posizioni ufficiali di organi italiani e comunitari,<b> intendiamo porre questa rivendicazione alle uniche Autorità competenti in materia:<br /><ul>
<li><b>l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani</b> </li>
</ul>
</b></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<b><ul>
<li><b>il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite</b></li>
</ul>
</b>Abbiamo predisposto un’azione precisa, a riguardo, che partirà il giorno: <b>28 dicembre 2013</b><br /><b>10:30 – Auditorium presso Cooperativa 2001, via Colombara di Vignano 3, Muggia/Milje</b> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Il costo dell’azione per cittadino è di 20€, a sostegno delle spese correlate a questa richiesta ed alle nostre azioni future.</blockquote>
<br />
Nota: <a href="http://www.triest-ngo.org/right-of-nationality-in-the-free-territory-of-trieste/" target="_blank">il testo è disponibile anche in inglese</a><br />
<br />
Si segnala inoltre che il contributo di € 20 è necessario a coprire le spese postali e di segreteria per l'azione: per ogni cittadino che aderirà, <b>verranno infatti spedite due raccomandate: una a Ginevra ed una a Roma.</b><br />
<br />
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-79532123265487028742013-11-15T17:49:00.000+01:002013-11-15T17:49:03.766+01:00"Ritorno" di Trieste all'Italia? Perché "ritorno"?Uno dei temi degli irredentisti "italianissimi" riguarda una presunta "redenzione" di Trieste, che sarebbe stata RI-congiunta alla "madre patria" Italia.<br />
Questa RI-congiunzione presupporrebbe che Trieste, prima del 1918, in un qualche momento della storia, sia stata italiana... ma è vero? Su questo aspetto, gli irredentisti italianissimi nicchiano, e danno risposte confuse e contraddittorie.<br />
Analizziamole assieme:<br />
<br />
<h4>
Trieste è nata italiana!</h4>
Allora, il nome originario era Tergeston (pronunciato "<i>térghestòn</i>") (perlomeno, così ce lo documenta Strabone, più o meno a cavallo dell'anno 0). Toponimo diffuso anche nella forma latinizzata Tergestum, e nella più moderna forma Tergeste.<br />
Ci sono molte disquisizioni e teorie in merito all'etimologia di Tergeston: chi lo vede come indoeuropeo, chi come preindoeuropeo, chi come una combinazione di indoeuropeo e venetico. Su un unico aspetto sono d'accordo tutti: <b>è sicuramente prelatino</b>.<br />
Né deve indurre in errore il suffisso venetico -este: "venetico" non significa "veneto".<br />
Venetico era l'idioma parlato dagli antichi Veneti, popolazione indoeuropea stanziata nell'Italia Nordorientale, nel periodo tra il VI secolo a.C. fino alle soglie dell'età romana (II sec. a.C.)<br />
Questo ci aiuta a far luce sulle origini di Trieste: villaggio indoeuropeo, nato probabilmente in un qualche momento fra il VI ed il I sec. a.C. (anche se, probabilmente, le origini del castelliere di Tergeston sono precedenti, e possono risalire fino al II millennio a.C.)<br />
Tergeste fu colonizzata da Roma attorno alla metà del I sec. a.C., e confluì nella <i>Regio X Venetia et Histria</i> nel 7 d.C.<br />
Quindi, riassumendo: Tergeste è diventata latina quando esisteva già da almeno sei secoli (che potrebbero però essere anche venti). Quindi, si può considerare al minimo più o meno coeva di Roma (che, secondo la leggenda, il 21 aprile 753 a.C.).<br />
Quand'anche si volesse considerare l'Italia un erede "morale" di Roma (e su questo aspetto ci sarebbe molto da discutere), l'argomento crolla nel momento in cui si considera che, al momento della colonizzazione romana, Tergeste esisteva già da almeno parecchi secoli.<br />
<br />
<br />
<h4>
Trieste era una grande città dell'Impero Romano!</h4>
<br />
Tergeste, come abbiamo visto, fu compresa nella Regio X attorno agli inizi del I sec. d.C.<br />
Vi rimase fino alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 d.C.), allorché finì sotto il dominio Bizantino.<br />
Quindi, questa presunta epoca d'oro romana durò, al più, 5 secoli.<br />
E tanto d'oro non fu perché nel III secolo fu sfondato il limes renano-danubiano, e cominciarono le invasioni barbariche, che ovviamente interessarono anche la nostre zone (secondo una leggenda, Attila soggiornò per un periodo a Duino...)<br />
<br />
Dopo i Bizantini, fu la volta dei Franchi; nel 1098 Tergeste era dominata dai Vescovi, ed infine divenne libero comune nel XII secolo.<br />Nel frattempo, si era persa la memoria di quando fossero cominciati gli scontri con la sua acerrima nemica, Venezia. Dopo secoli di conflitti, Trieste ottenne la protezione dell'Arciduca d'Austria nel 1382.<br />
Sotto la protezione dell'Arciduca d'Austria, giova sottolinearlo, Trieste conservò sempre la propria particolare indipendenza, interrotta solo per un breve intervallo di dominazione francese durante le guerre Napoleoniche. E interrotta, infine, definitivamente solo dall'inopinata "redenzione" da parte dell'Italia, nel 1918...<br />
Ma allora, questa "redenzione" a cosa faceva riferimento? A quel periodo di cinque secoli durante i quali fu romana, e che furono rallegrati dalle invasioni barbariche?<br />
O ad una forzata con la storica nemica Venezia?<br />
<br />
Io sinceramente non so spiegarmelo... se qualcuno degli irredentisti, propatrini ecc. ha il piacere di intervenire, sono qui ad ascoltarlo.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-73111369410009755052013-11-09T13:56:00.002+01:002013-11-09T13:56:58.697+01:00Per quelli che "il trattato di pace non è valido"...Tra le tante sciocchezze partorite ultimamente dai legulei patriottardi (ma anche, e questo è molto più grave, messe anche in "bella copia" da alcuni magistrati i<a href="http://maledettabarca.blogspot.it/2013/10/sentenza-del-tar-fvg-n-5302013.html" target="_blank">n una recente sentenza</a>), il Trattato di Pace del 1947 non sarebbe in alcuni punti più valido in quanto "<i>espressamente e legittimamente abrogato da altri Trattati internazionali, in particolare dal Memorandum di Londra del 1954, dal Trattato di Helsinki del 1975 e dal Trattato di Osimo sempre del 1975</i>" (sic!).<br />
<br />
Bene, giova prestare attenzione a questo documento: è una lettera, datata <b>7 gennaio 1993</b> (quindi, di ben 18 anni successiva al "Trattato di Osimo").<br />
A scriverla è il Capitano di Vascello P.W. Cummings, della <b>Marina degli Stati Uniti</b>, ed il destinatario è l'<b>Ente Autonomo del Porto di Trieste</b>.<br />La Marina degli Stati Uniti lamenta che alla Marina Italiana viene concesso uno sconto del 30% sulle tariffe portuali, e richiede che alle unità USA venga riconosciuto il medesimo sconto.<br />
L'aspetto interessante è che <b>questa richiesta viene fatta appellandosi all'allegato VIII del Trattato di Pace</b>... ovvero proprio una di quelle parti che, secondo i nostri incauti magistrati, sarebbe stata "<i>espressamente e legittimamente abrogata</i>" nel 1975...<br />
Evidentemente, a parte l'Italia, di questa "espressa e legittima abrogazione" non se n'è accorto nessun altro...<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg81ktSFOjvTcL9A0_XQRaef7Yvctbrkrt2ifIRsAd-0Gk_xYDLKdjP8YIDpjVzILrGsP_Tb9n7iAEMWSCGEAwZv7R9Kg7yu8MXa4lpd4m5i_ge5dg7W-d-iAQk3pYlD6NUgf_zBoPcdBa8/s1600/1398894_10201870697361782_1668075398_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg81ktSFOjvTcL9A0_XQRaef7Yvctbrkrt2ifIRsAd-0Gk_xYDLKdjP8YIDpjVzILrGsP_Tb9n7iAEMWSCGEAwZv7R9Kg7yu8MXa4lpd4m5i_ge5dg7W-d-iAQk3pYlD6NUgf_zBoPcdBa8/s400/1398894_10201870697361782_1668075398_o.jpg" width="300" /></a></div>
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-2376843778809991432013-11-01T16:30:00.004+01:002013-11-04T22:19:08.617+01:00Trattato di Osimo: il mistero dell'allegato scomparsoCi sono tanti "lati oscuri" sul Trattato di Osimo, sulle trattative preliminari, sulle modalità ed i tempi con cui è stato sottoscritto e poi ratificato.<br />
Ma credo di aver scoperto adesso un "lato oscuro" anche in merito al testo del trattato.<br />
<br />
Vediamo con calma...<br />
<br />
Il Trattato di Osimo è stato ratificato dall'Italia con la<a href="http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1977-03-14;73!vig=" target="_blank"> legge n. 73 del 14 marzo 1977</a>.<br />
<br />
Nella legge di ratifica, viene inizialmente accennato nell'art. 1 alla presenza, tra gli allegati (che fanno comunque parte integrante del trattato) di un generico "scambio di lettere" :<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>d) uno scambio di lettere concernente la cittadinanza delle persone che si trasferiranno in Italia sulla base delle disposizioni dell'articolo 3 del trattato di cui alla lettera a) del presente articolo.</i></blockquote>
<br />
In tutto, ci sono dieci allegati, con numerazione romana progressiva:<br />
<br />
I - documento tecnico che identifica i confini<br />
II - mappa dei confini (omesso nella legge di ratifica)<br />
III - documento tecnico che identifica i confini marittimi<br />
IV - mappa (omesso nella legge di ratifica)<br />
V - scambio di lettere del 10/11/1975 sulla delimitazione delle acque territoriali<br />
VI - scambio di lettere del 10/11/1975 sull'art. 3 del trattato<br />
VII - scambio di lettere del 10/11/1975 su un altro punto dell'art. 3 del trattato<br />
VIII - scambio di lettere del 10/11/1975 sull'art. 4 del trattato<br />
IX - scambio di lettere del 10/11/1975 sull'art. 5 del trattato<br />
X - scambio di lettere del 10/11/1975 sulla traduzione di "minoranza" e "gruppo etnico"<br />
<br />
Gli allegati da V a X sono costituiti ciascuno da due lettere (una per ciascuna delle due parti, la seconda che sostanzialmente è solo una mera conferma del contenuto della prima)<br />
<br />
Gli allegati, nella versione successivamente consegnata all'ONU, sono numerati in maniera differente: si usano lettere, abbinate alla numerazione romana I e II oer contraddistinguere con I la lettera originale, e con II la lettera di risposta e conferma.<br />
<br />
Controlliamo...<br />
<br />
L'allegato V è identificato come Ia e IIa<br />
L'allegato VI è identificato come Ib e IIb<br />
L'allegato VII è identificato come Ic e IIc<br />
L'allegato VIII è identificato come Ie e IIe<br />
L'allegato IX è identificato come If e IIf<br />
L'allegato X è identificato come Ig e IIg<br />
<br />
Notate nulla di strano?<br />
Si, nella numerazione degli allegati consegnati all'ONU ci sono due documenti (Id e IId) che NON hanno omologhi nella versione ratificata dall'Italia.<br />
<br />
Cosa riguarda questo fantomatico allegato d, presente nella versione consegnata all'ONU ma non in quella ratificata dal parlamento italiano?<br />
Traduzione ufficiosa:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI DELLA REPUBBLICA ITALIANA<br />Osimo, Ancona, 10 Novembre 1975<br />Signor Ministro,<br />Con riferimento all'articolo 3 del Trattato firmato oggi tra i nostri due paesi hanno, e nonostante le sue disposizioni, ho l'onore di comunicarLe quanto segue:<br /><br />Le persone che, sulla base dello scambio di lettere riguardanti la cittadinanza, non sono più di nazionalità jugoslava e si trasferiscono in Italia sono considerate, per la legislazione italiana, come non aver perso la cittadinanza italiana.<br /><br />Voglia gradire, signor, ecc<br /> M. RUMOR</i></blockquote>
<br />
<br />
(e la conseguente risposta, di mera conferma, da parte Jugoslava).<br />
<br />
<b>Come spiegare questa discrepanza?</b><br />
Mero errore, o atto deliberato?<br />
Quali sono le conseguenze di questo errore?<br />
Qualcuno se ne è mai accorto prima? Ha mai sollevato la questione?<br />
E, infine: <b>siamo sicuri che non ci siano anche altre differenze?</b><br />
<br />
<h3>
Per chi voglia verificare:</h3>
<br />
Versione del trattato dal sito ONU:<br />
<a href="http://treaties.un.org/doc/Publication/UNTS/Volume%201466/v1466.pdf">http://treaties.un.org/doc/Publication/UNTS/Volume%201466/v1466.pdf</a><br />
<br />
Versione ufficiale ratificata dal parlamento italiano:<br />
<a href="http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1977-03-14;73!vig=">http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1977-03-14;73!vig=</a><br />
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-56644062972747430162013-10-29T16:44:00.000+01:002013-10-29T16:44:39.232+01:00solo i paracarri non cambiano idea...Una delle cose più belle della rete (ed a cui dovremo abituarci) è la facilità di reperire informazioni d'annata, senza dover perdere giornate in biblioteche polverose...<br />
Questa facilità rende agili anche le verifiche, ed i confronti sul medio/lungo periodo... così, giusto anche per vedere come un'opinione, pur ritenuta autorevole, possa sorprendentemente cambiare nel tempo...<br />
<br />
Ad esempio, è facile recuperare un vecchio articolo de "La Stampa", del 28/5/1974, con un'intervista a <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Diego_De_Castro" target="_blank">Diego de Castro</a>.<br />Per inquadrarlo: rendiamoci conto che siamo quasi alla vigilia del Trattato di Osimo.<br />Evidenzio le parti più interessanti e curiose:<br />
<br />
<h3>
L'ACCORDO NECESSARIO</h3>
<h4>
La ventennale disputa sulla Zona B </h4>
La Stampa - 28/05/1974<br />
<br />
Il nostro collaboratore professor Diego De Castro, che fu consigliere politico italiano presso il governo militare alleato di Trieste negli anni 1952-54, commenta In questo articolo l'attuale vertenza italo-jugoslava.<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Due mesi fa, su questo giornale parlai di una «nube passeggera» nei rapporti italo-jugoslavi; è spiacevole che perduri perché potrebbe avere qualche conseguenza negativa sull'amicizia tra i due popoli.<br />Bisogna chiudere la controversia, che è puramente diplomatica, affinché non porti danni politici o, peggio ancora, psicologici e sostanziali. A chi veda spassionatamente la situazione è chiaro che non si tratta di questioni territoriali o politiche, ma si discute soltanto per precostituirsi certe reciproche «posizioni di forza» in una discussione diplomatica di tutte le nostre pendenze con la Jugoslavia (credo una ventina).<br />Tanto noi quanto i nostri vicini siamo convinti che è prezioso sistemare il più presto possibile la vertenza; nei discorsi di Tito e nelle note diplomatiche, la sincera volontà d'accordarsi di ambedue le parti appare evidente.<br />Potrebbe essere nociva, però, una discussione che durasse troppo a lungo, perché oggi, forse, il più importante «alleato di fatto» dell'Italia è la Jugoslavia, e, della Jugoslavia, l'Italia. Non possiamo, né noi né loro, prenderci il lusso di mettere in pericolo una situazione politica soltanto per migliorare una posizione diplomatica. Non occorre spendere parole per spiegare che, del cosiddetto «dopo Tito», 10 Stato estero più direttamente interessato è proprio l'Italia.<br />A poco servono le astratte polemiche scritte a proposito della sovranità sul territorio Libero di Trieste e sulle Zone A e B.<br />Ammettiamo pure che sia non fondata la tesi italiana sulla continuazione della sovranità, anche se formulata da un internazionalista di fama mondiale, come fu Tomaso Perassi (1).<br />Le altre tesi — almeno sette — valgono altrettanto. E poco importa che sia vera l'una o siano vere le altre perché il problema centrale è quello del memorandum e non quello della sovranità, anche se le diverse tesi portano a conseguenze giuridiche e pratiche differenti.<br /><b>Se noi avevamo la sovranità, non è stato certamente il memorandum a confermarcela; se non l'avevamo, non è stato il memorandum giuridicamente capace di darla né a noi né agli jugoslavi.</b><br /><b>Per l'Italia il memorandum è provvisorio, per la Jugoslavia è definitivo</b> e purtroppo si sono verificate conseguenze anche spiacevoli per questa diversa interpretazione.<br />Non è possibile che l'equivoco continui dopo vent'anni; occorre discutere la situazione e rinunciare tacitamente, da ambo le parti, a precostituirsi, attraverso il discorso sulla sovranità, delle «posizioni di forza»; esse si potranno eventualmente riprendere, nel deprecabile caso d'un fallimento nella sistemazione del problema.<br />Il memorandum è un accordo superato che va ridiscusso, giungendo ad una intesa definitiva per ambedue gli Stati.<br />Circa il valore giuridico dello strumento, non è stato ricordato che <b>il memorandum d'intesa di Londra non fu firmato da nessuno dei contraenti, ma soltanto siglato, perché non fosse contrario al trattato di pace</b>; si temeva un drastico intervento russo.<br />Esso fu volutamente equivoco e impreciso nelle parole e nei particolari — contro il nostro espresso desiderio — per accontentare un po' tutti e per giungere rapidamente all'accordo voluto dagli anglo-americani; non ebbe nemmeno la ratifica da parte del Parlamento italiano.<br />Circa la nostra buona fede sulla provvisorietà, si potrebbero citare decine di dichiarazioni ufficiali che parlano della provvisorietà stessa. Ci si limita, però, a dire che la Jugoslavia era ad essa contrarissima e voleva si parlasse di passaggio di sovranità e non di amministrazione; che Tito, poi, cominciò a cedere e che si irrigidì, di nuovo, per un discorso pronunciato il 2 maggio 1954 da una personalità italiana, da lui negativamente interpretato; che, nell'ultima fase dei negoziati jugo - anglo americani, la provvisorietà fu il principale ostacolo, che essa fu soltanto tacitamente accettata da Tito con l'autorizzazione data a Velebit di siglare il testo, concordato con gli alleati, da sottoporre all'Italia (documento del 31 maggio 1954).<br />Ad ogni modo, per quel che ci riguarda, il 23 giugno 1954 il ministro degli Esteri Piccioni disse ufficialmente al Senato: «<b>Noi consideriamo che, nella contingenza attuale, una sistemazione provvisoria sia l'unica possibile</b>», e già il 12 giugno l'ambasciatore italiano a Londra aveva ricevuto l'ordine di comunicare ai governi alleati che: «... <b>il governo italiano non potrebbe trattare una soluzione definitiva</b>» ... né ... «riconoscere la validità di dichiarazioni dei governi alleati che implicassero comunque il carattere definitivo dell'accordo».<br />E si ricordi — per quanto riguarda gli jugoslavi — che, proprio nel giugno 1954, il giornale Borba di Belgrado scrisse un articolo favorevole alla provvisorietà e il 26 maggio 1954 un portavoce del ministero degli Esteri jugoslavo riconobbe che la provvisorietà era conveniente per ambedue i Paesi. Infine — per quanto riguarda gli alleati — il 3 settembre 1954 il rappresentante inglese a Roma affermava a! ministro degli Esteri Piccioni: «<b>E' una soluzione provvisoria e Trieste ritorna all'Italia</b>» e, nello stesso giorno, il rappresentante americano avvertiva che «<b>con le nuove proposte del 15 maggio si è concordato che la sistemazione debba essere effettivamente considerata provvisoria</b>». <b>Che la sovranità sulla Zona B sia giuridicamente italiana o jugoslava o di nessuno — come sulla Zona A — non ha molto rilievo. </b><br />E' importante, invece che si esca dall'equivoco del memorandum. </i></blockquote>
<br />
Diego de Castro<br />
La Stampa 28/05/1974 - numero 116, pagina 19.<br />
<br />
(1) <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tomaso_Perassi" target="_blank">Tomaso Perassi</a> non fu un "internazionalista": fu un giurista e politico italiano, componente della Costituente. <a href="http://scholar.google.it/scholar?q=%22tomaso+perassi%22&btnG=&hl=it&as_sdt=0%2C5" target="_blank">Google Scholar riporta a suo riferimento 229 citazioni</a> (poco più di quante non ne abbia Cammarata). Senza nulla togliere a Tomaso Perassi, non è che la sua tesi (qualunque fosse, visto che in rete non se ne trova traccia) sia permeta di tutta questa autorevolezza che de castro gli attribuisce...<br />
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-29596518682240806392013-10-28T18:52:00.000+01:002013-10-28T18:52:34.475+01:00sentenza del TAR FVG n. 530/2013Oggi è uscita <a href="http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Trieste/Sezione%201/2013/201300148/Provvedimenti/201300530_01.XML" target="_blank">sentenza del TAR del Friuli Venezia Giulia</a> che - come da copione e come previsto - cassa le richieste presentate dal Movimento Trieste Libera, ed è cominciato subito un ampio starnazzare: "Il TLT non esiste è non è mai esistito", titola tutto contento<a href="http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/10/28/news/il-tar-il-tlt-non-esiste-e-non-e-mai-esistito-1.8008291" rel="nofollow" target="_blank"> un giornaletto locale</a> di cui non voglio ricordare il titolo, e dietro gli vanno un po' di politici locali, il gregge dei patriottardi, ed un po' di altra variegata umanità.<br />
<br />
Non hanno capito nulla.<br />
Non hanno capito perché era stata fatta questa azione, e non hanno capito perché questa sentenza - contrariamente a quanto possa sembrare - è una grandissima vittoria per l'indipendentismo triestino.<br />
<br />
Il Movimento Trieste Libera è da due anni che sta andando alla caccia di una SENTENZA con cui un giudice avesse finalmente il coraggio di affermare che l'Italia ha la SOVRANITA' su Trieste e che quanto specificato dal Trattato di Pace del 1947 non è più valido.<br />
E, comprensibilmente, fino adesso nessun giudice aveva avuto il coraggio di farlo.<br />
<br />Perché c'è bisogno di una sentenza del genere?<br />
<br />
Perché con questa sentenza, che finalmente mette nero su bianco che l'Italia ha calpestato i propri obblighi stabiliti dal trattato di pace, è finalmente possibile intraprendere delle opportune azioni internazionali, nelle sedi competenti: prima, mancava la "prova provata" di questa inadempienza italiana.<br />
<br />
Invece, in pochissimi giorni, finalmente, di documenti del genere l'italia ne ha prodotti ben due:<br />
<br />
<br />
<ul>
<li>la <a href="http://arisprodani.wordpress.com/2013/10/07/interrogazione-tlt-risposta-del-mae-del-07-ottobre-2013/" target="_blank">risposta all'interrogazione parlamentare di Aris Prodani</a></li>
<li>questa sentenza del TAR</li>
</ul>
<div>
La tesi sostenuta in questi due documenti ha delle sfaccettature differenti (e chi si voglia cimentare nella lettura potrà verificarlo), ma sostanzialmente si può riassumere con un lapidario e semplicistico:</div>
<div>
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b>IL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE NON E' MAI ESISTITO <br />E L'ITALIA NON HA MAI PERSO LA SOVRANITA' SU TRIESTE</b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ovvero, quella che i lettori di questo blog conoscono bene come "<a href="http://maledettabarca.blogspot.it/2013/09/la-tesi-udina-e-la-tesi-cammarata.html" target="_blank">tesi Cammarata</a>": già successivamente <b>smentita da eminenti giuristi</b>, e che in ambito accademico viene definita "<b>irrealistica, politica e di puro valore ideale</b>".</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Bene, la strada verso l'indipendenza di Trieste nessuno ha mai detto che sarebbe stata facile e veloce.<br />Però da oggi, con questi documenti, comincia ad essere in discesa...</div>
<div>
<br /></div>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-17941741454831342672013-10-09T09:29:00.002+02:002013-10-09T09:29:33.995+02:00Le cause internazionali costano...<div class="tr_bq">
Chi frequenta questo blog si informa (e, in alcuni casi, se non convinto si confronta).<br /></div>
<div class="tr_bq">
Ma informarsi non basta: una volta aperti gli occhi, bisogna anche far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune.</div>
<div class="tr_bq">
<br />Ma le cause internazionali costano, anche se nel caso dell'indipendenza di Trieste possono essere il miglior investimento che si possa oggi fare.</div>
<br />
Volentieri quindi raccolgo e ripropongo questo appello, che gira su Facebook:<br />
<br />
<blockquote>
<i>È solamente grazie alle donazioni dei soci e dei concittadini che credono nelle potenzialità di Trieste, che l'MTL può continuare ad esistere e portare avanti le nostre battaglie, per contribuire ad un futuro più prospero per tutto il Territorio!</i> </blockquote>
<blockquote>
<i>Abbiamo bisogno del vostro aiuto per istituire la causa internazionale presso l'ONU</i> </blockquote>
<blockquote>
<i>COLLABORATE TUTTI</i> </blockquote>
<blockquote>
<b><i>Effettua un versamento a:</i> </b></blockquote>
<blockquote>
<br /><b><span style="font-size: large;"><a href="http://triestelibera.org/" target="_blank">Movimento Trieste Libera</a><br />P.zza della Borsa, 7 - Trieste<br />IBAN IT57K0335967684510300036028</span></b></blockquote>
Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-26697679615839163102013-10-08T14:05:00.000+02:002013-10-08T14:05:22.713+02:00INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02011In questi giorni si fa molto parlare a proposito dell'interrogazione a risposta scritta, presentata dall'on. Aris Prodani, in merito allo status giuridico del Territorio di Trieste, ed alla relativa risposta prodotta dal Governo Italiano.<br />
Chi plaude a questa come al "colpo di spugna" che stabilirebbe inequivocabilmente la sovranità Italiana su Trieste non solo sbaglia di grosso, ma legge evidentemente il documento con gli occhi foderati di prosciutti: la risposta italiana è puro "wishful thinking", non solo priva di coerenza e fondatezza, ma anche approssimativa e contraddittoria.<br />
<br />
Cominciamo con il riportare il <a href="http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=7297&stile=8" target="_blank">testo dell'interrogazione</a>; successivamente, la risposta del governo e, infine, il commento...<br />
<br />
<h4 class="center" style="color: #22377a; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 18px; margin: 0px; padding: 15px 0px 10px; text-align: center;">
ATTO <span class="nominativo" style="margin: 0px; padding: 0px;">CAMERA</span></h4>
<h4 class="center" style="color: #22377a; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 18px; margin: 0px; padding: 15px 0px 10px; text-align: center;">
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02011</h4>
<div class="presentazione" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
<h6 style="color: #22377a; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
Dati di presentazione dell'atto</h6>
<blockquote>
<span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">Legislatura: </span><span class="legislatura" style="margin: 0px; padding: 0px;">17</span><br /><span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">Seduta di annuncio: </span><span class="seduta" style="margin: 0px; padding: 0px;">88</span><span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;"> del </span><span class="dataSeduta" style="margin: 0px; padding: 0px;">01/10/2013</span></blockquote>
</div>
<div class="trasformazioniAbbinamentiRisoluzioni" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
<h6 style="color: #22377a; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
Ex numero atto</h6>
<blockquote>
<span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">Precedente numero assegnato: </span><a href="http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=documenti&tipoDoc=lavori_siAtto&idLegislatura=17&ramo=C&idDocumento=5/01007" style="color: #4d5d96; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: none;">5/01007</a></blockquote>
</div>
<div class="presentatori" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
<h6 style="color: #22377a; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
Firmatari</h6>
<blockquote>
<span class="primoFirmatario" style="margin: 0px; padding: 0px;"><span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">Primo firmatario: </span><a href="http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=deputati&tipoDoc=schedaDeputato&idPersona=305690" style="color: #4d5d96; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: none;" title="Link alla scheda del Deputato"><span class="nominativo" style="margin: 0px; padding: 0px;">PRODANI ARIS</span></a><br /><span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">Gruppo: </span><span class="gruppoParlamentare" style="margin: 0px; padding: 0px;">MOVIMENTO 5 STELLE</span><br /><span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">Data firma: </span>01/10/2013</span></blockquote>
</div>
<div class="destinatari" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
<h6 style="color: #22377a; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
Destinatari</h6>
<blockquote>
<span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">Ministero destinatario:</span><blockquote>
<ul style="list-style-type: none; margin: 4px 0px 4px 10px; padding: 0px;">
<li style="background-image: url(http://www.camera.it/img/common/bull_generic.gif); background-position: 0px -1px; background-repeat: no-repeat no-repeat; margin: 0px; padding: 0px 0px 5px 15px; text-align: left;">PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI</li>
<li style="background-image: url(http://www.camera.it/img/common/bull_generic.gif); background-position: 0px -1px; background-repeat: no-repeat no-repeat; margin: 0px; padding: 0px 0px 5px 15px; text-align: left;">MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI</li>
</ul>
</blockquote>
<span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">Attuale delegato a rispondere: </span>PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI <span class="label" style="font-style: oblique; margin: 0px; padding: 0px;">delegato in data </span>01/10/2013</blockquote>
</div>
<div class="iter" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
<h6 style="color: #22377a; display: inline; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px;">
Stato iter: </h6>
IN CORSO<br /><span class="partecipanti" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span></div>
<div class="testoAtto" style="background-color: #f1f4ff; border: 1px dashed black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 2em; padding: 0px;">
<div class="centra" style="margin: 0px; padding: 0px; text-align: center;">
<div class="centrabold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;">
Atto Camera<br /><br />Interrogazione a risposta scritta 4-02011</div>
presentato da<div class="centrabold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;">
PRODANI Aris</div>
testo di<div class="centrabold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;">
Martedì 1 ottobre 2013, seduta n. 88</div>
</div>
<div style="margin: 1em; padding: 0px;">
<a href="" name="idAnagrafe.305690" shape="rect" style="background-color: inherit; color: #4d5d96; margin: 0px; padding: 0px;" title="PRODANI Aris">PRODANI</a>. — <em><span class="destinatari" style="margin: 0px; padding: 0px;" title="min.01.02">Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri</span>. — </em>Per sapere – premesso che:<br />il <a href="http://www.triestelibera.org/" target="_blank">Movimento Trieste Libera-Gibanje Svobododni Trst-Free Trieste Movement</a>, fondato nel 2011 rivendica per Trieste ed i comuni vicini lo <em>status</em> giuridico del Territorio libero di Trieste – <em>Free Territory of Trieste</em> – Svobodno Tržaško ozemlje (TLT-FTT-STO);<br />si tratta dell'ente di diritto internazionale istituito, riconosciuto e regolamentato quale Stato indipendente a sovranità popolare, membro di diritto dell'ONU e sotto sua garanzia, dal Trattato di pace di Parigi del 1947 tra le Potenze Alleate ed Associate e l'Italia, entrato in vigore il 15 settembre 1947;<br />il Trattato regolamenta anche, con le disposizioni dell'Allegato VIII, lo speciale regime del Porto Franco di Trieste;<br />l'ordinamento del TLT ha istituito un regime di Governo provvisorio (Alleg. VII) sino a compimento del regime di Governo permanente (Alleg. VI);<br />la funzione di Governo provvisorio del TLT è stata affidata, quale speciale mandato fiduciario internazionale, sino al 1954 ad un apposito Governo militare alleato, e convertita dal 1954 in amministrazione civile del Governo (non allo Stato) italiano con il <em>memorandum</em> d'intesa di Londra tra i Governi cedenti e subentranti nell'amministrazione;<br />a seguito del trattato bilaterale di Osimo del 1975 tra l'Italia e la Jugoslavia, la questione del Territorio libero di Trieste risulta tolta per il momento dall'ordine del giorno del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, le quali hanno tuttavia confermato con lettere ufficiale nel 1983 che può esservi riammessa;<br />il Movimento Trieste libera contesta infedeltà gravemente dannosa ai diritti ed all'economia della popolazione locale nella conduzione del mandato amministrativo fiduciario internazionale da parte del Governo italiano, invocandone sanatorie interne ed internazionali. Le tesi del Movimento sono state formalizzate in un apposito «Atto urgente di reclamo e messa in mora» dd. 18 giugno 2013, notificato alle autorità italiane ed internazionali competenti;<br />negli ultimi mesi il MTL ha intensificato le proprie iniziative a favore della tesi della mancanza di sovranità dello Stato italiano sul TLT, incoraggiando gli abitanti alla disobbedienza civile;<br />il Movimento, infatti, ha invitato gli elettori triestini a non votare durante le elezioni politiche del febbraio scorso – suggerendo la sottoscrizione e il deposito presso i seggi di dichiarazioni di «non-voto» – come riportato da numerose testate giornalistiche nazionali (tra cui l’<em>Huffington Post Italia</em>, articolo del 23 febbraio 2013). La stessa sollecitazione è stata puntualmente suggerita a ridosso delle elezioni regionali dell'aprile 2013;<br />numerosi aderenti al MTL, inoltre, hanno intrapreso una campagna di disobbedienza fiscale, l'autorità del fisco italiano e della società di riscossione Equitalia;<br />l'Ufficio legale dell'Agenzia delle entrate non ha accolto i vari ricorsi sul difetto di giurisdizione, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese e al risarcimento dei danni legati al ritardo del dovuto;<br />quest'orientamento è stato condiviso dal tribunale civile di Trieste che il 3 settembre 2013 ha respinto con un'ordinanza il reclamo di un esponente del Movimento, riconoscendo la piena giurisdizione di Equitalia nel pignoramento di un immobile. L'atto contiene un approfondimento sulla validità degli accordi internazionali contestati dal MTL, senza fugare però dubbi interpretativi;<br />nell'agosto del 2012 alcuni organi comunitari si sono interessati alle rivendicazioni sul territorio di Trieste avanzate dall'europarlamentare Mara Bizzotto (Lega Nord) e dal MTL. In particolare, la rappresentante leghista aveva presentato un'interrogazione sul porto libero di Trieste a cui ha risposto il commissario europeo per la fiscalità, il lituano Algirdas Semeta, dichiarando la validità dell'Allegato VIII del trattato di pace del 1947 che definisce il regime del porto libero di Trieste;<br />la direzione dell'Unione europea Giustizia, sollecitata dal Movimento a intervenire di fronte alle presunte violazioni dei diritti dei cittadini del TLT commesse dall'autorità giudiziaria italiana, che agirebbe fuori dalla propria giurisdizione, ha precisato che la Commissione europea non ha titolo per intervenire essendo lo <em>status</em> giuridico di Trieste al di fuori del campo di applicazione del diritto dell'unione;<br />l'11 settembre 2013, durante l'udienza del tribunale di Trieste dedicata all'obiezione fiscale di Roberto Giurastante <em>leader</em> del MTL, l'avvocato dello Stato Marco Meloni ha depositato una comparsa di risposta in nome e per conto del Ministero della giustizia. Il documento, dopo aver affermato che il TLT non solo non esiste «e non è mai esistito», ha toccato l'aspetto del logo dell'Onu che appare vicino alla dicitura del Movimento. In particolare, si legge: «L'utilizzo, da parte di un realtà associativa locale, della bandiera e dei simboli dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, certamente non autorizzato e abusivo, non trova conforto e sostegno alcuno nelle sole sedi competenti, che hanno peraltro preso sin da pressoché subito atto da un lato dell'impraticabilità della previsione del Territorio libero»;<br />Meloni ha osservato che «il popolo di Trieste pur essendo stato privato della possibilità di esprimersi nell'Assemblea costituente eletta nel 1946 si è pronunciato da molto prima della nascita»;<br />ad oggi le istituzioni nazionali non sono intervenute in modo organico e univoco sulla questione, mentre una ricostruzione della normativa internazionale è stata fatta solo dal Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Friuli Venezia Giulia con la sentenza n. 76/2013, nell'ambito di un ricorso sulla concessione di alcune aree demaniali che fanno parte dell'area di porto vecchio di Trieste, assoggettato al regime giuridico di porto franco;<br />un tentativo di «istituzionalizzare» questa vicenda è stato condotto dal consigliere comunale di Trieste Paolo Rovis (Pdl) che, tramite un ordine del giorno, intendeva impegnare l'aula a convocare una seduta dedicata al TLT invitando «gli esperti giuridici e i rappresentanti istituzionali che si riterranno utili per una migliore analisi della questione». L'ordine del giorno, però, è stato dichiarato irricevibile dopo una votazione in cui, dei 27 consiglieri presenti, solo tre hanno sostenuto l'atto d'indirizzo politico – Rovis stesso e i due consiglieri del Movimento 5 Stelle Paolo Menis e Stefano Patuanelli – giudicato estraneo alla delibera sul bilancio cui si riferiva –:<br />se il Governo intenda chiarire gli aspetti del diritto internazionale che riguardano il territorio libero di Trieste – rivolgendosi al consiglio di sicurezza dell'ONU – in modo da fugare i dubbi di sovranità esistenti, colmando il vuoto con una auspicabile risposta delle istituzioni ed evitando l'aggravarsi delle tensioni sociali e politiche legate alla vicenda.<br />(4-02011)</div>
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Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-6570805687688965302013-09-23T10:32:00.000+02:002013-09-23T10:32:16.487+02:00interrogazione al Parlamento UE del 2 settembre 2013<div class="tr_bq">
L'on. Mara Bizzotto, parlamentare europeo, ha presentato una <a href="http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-%2F%2FEP%2F%2FTEXT+WQ+E-2013-009793+0+DOC+XML+V0%2F%2FIT" target="_blank">interessantissima e pertinente interrogazione</a>. Siamo proprio curiosi di leggere la risposta...</div>
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<blockquote>
Interrogazioni parlamentari<br />2 settembre 2013<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>E-009793-13<br />Interrogazione con richiesta di risposta scritta<br />alla Commissione<br />Articolo 117 del regolamento<br />Mara Bizzotto (EFD)<br /> </blockquote>
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Oggetto: <b>Tutela dello status giuridico del Porto franco di Trieste</b><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span></blockquote>
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Con le interrogazioni E-000264/2013 ed E-006306/2013, è stato richiesto alla Commissione europea di intervenire per togliere o limitare al Porto internazionale di Trieste i privilegi che ad esso derivano in virtù del Trattato di Pace del 1947, in quanto lesivi della libera concorrenza all'interno dell'UE. In tali interrogazioni viene evidenziato che l'attuazione delle prerogative stabilite dall'allegato VIII del Trattato di pace di Parigi del 1947 per il Porto franco di Trieste danneggerebbe gli altri porti italiani. <b>Lo stesso governo italiano</b>, recependo tali richieste, <b>è già intervenuto imponendo, in violazione del Memorandum di intesa di Londra del 1954, una soprattassa specifica solo per il porto di Trieste «al fine di riequilibrare il rapporto differenziale tra la misura della tassazione applicata nel porto franco di Trieste e quella applicata nella generalità dei porti nazionali</b>». Inoltre il Comitato tecnico dell'UE ha approvato, in data il 24 luglio 2013, l'inserimento di un terminale di rigassificazione nell'Alto Adriatico tra i progetti prioritari in ambito energetico per l'Unione europea, senza peraltro specificare dove tale impianto dovrebbe essere ubicato. I progetti fino ad ora presentati riguardano due impianti, uno nel Porto di Trieste (Gas Natural — sito di Zaule) e l'altro off-shore nel Golfo di Trieste. Entrambi gli impianti vanno ad interferire con il traffico commerciale del Porto franco di Trieste e <b>il progetto della Gas Natural all'interno del Porto franco di Trieste è addirittura proposto in violazione del Trattato di pace del 1947 che stabilisce l'impossibilità per uno Stato di esercitare la propria giurisdizione all'interno del Porto di Trieste (Allegato VIII del Trattato di Pace)</b>. Tale obbligo è stato ribadito con il Memorandum d'intesa di Londra con il quale all'art. 5 «<b>Il Governo italiano s'impegna a mantenere il Porto franco a Trieste in ottemperanza delle disposizioni degli articoli da 1 a 20 dell’Allegato VIII del Trattato di pace con l'Italia</b>». <b>Lo status giuridico del porto di Trieste è quindi quello di un territorio internazionale al di fuori della sovranità della Repubblica italiana.</b> Gli interventi dello Stato italiano, con imposizione di soprattasse sulle attività portuali svolte all'interno del porto di Trieste per «riequilibrare la concorrenza con i porti italiani», e le decisioni del Comitato tecnico UE e della Commissione UE per la realizzazione di terminali di rigassificazione nel porto di Trieste e/o nelle sue acque marittime <b>si trovano quindi in contrasto con gli obblighi derivanti dai trattati internazionali in vigore per il territorio di Trieste e il suo porto e al cui rispetto è tenuta la stessa Unione europea.</b><br />Può dire la Commissione se è a conoscenza dei fatti sopra descritti? Come intende agire per assicurare il rispetto del trattato di pace del 1947 e del Memorandum di intesa di Londra che tutelano il Porto franco di Trieste?</blockquote>
<br />Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1728564104045199320.post-85925700217934243142013-09-20T17:37:00.001+02:002013-09-20T17:37:18.693+02:00La storia la scrivono i vincitoriSi sa bene questo. Tanto da diventare un luogo comune.<br />
La Storia la scrivono sempre i vincitori. O chi detiene il potere, aggiungo io.<br />
Tanto che l'Italia, sconfitta nella seconda guerra, ma al di qua della cortina di ferro, ha potuto togliersi lo sfizio, quasi fosse una potenza vincitrice, di raccontarcela a suo piacimento, la Storia.<br />
A cominciare dalla sconfitta, che osservata da una prospettiva sfalsata, è diventata una Vittoria. La Vittoria delle forze democratiche! Insomma, nessuna sconfitta. Unico perdente? Mussolini e tutti i suoi, chiamiamoli così, più stretti collaboratori.<br />
Forte di questa patente di Stato democratico e con le spalle protette dalle forze realmente vincitrici, ecco che finalmente l'Italia ci racconta la Storia delle nostre terre. La Vera Storia, si badi bene! Mica quella sfalsata che i tanti nonni Frane davanti al loro bicchiere di rosso, andavano blaterando a Pasqua o a Natale nelle loro casetta di Koloncovec, o a San Giacomo. Non importa. Scherziamo? Quelle erano solo chiacchiere, appunto, di uomini senza cultura, di contadini, artigiani, operai. Persone che appartenevano a un altro mondo. Fantasmi sopravvissuti. Fantasmi gialloneri. Ancora tra di noi alla ricerca della propria anima, prima di sparire definitivamente dalle nostre vite e dai nostri ricordi. E la lenta triturazione dei nostri cervelli inizia così già nei primi anni di vita. Dev'essere un lavoro sistematico, costante. Guai a cedere. C'è il rischio che si possano innescare pericolosi sussulti di coscienza. Il dubbio, quando si insinua pericolosamente dentro di noi... e chi lo ferma più? Una serpe pericolosa, il dubbio. Può spalancare le porte alla negazione e di fronte alla negazione non c'è propaganda che tenga. Quindi, forza con il lavoro. Dateci dentro, insegnanti, mi raccomando, il compito più duro sarà il vostro. E quindi... celebrare gli eroi del 15-18. e i ragazzi del '99. E quindi... canti patriottici in piedi, sull'attenti, prima della campanella. 'Sti bambini, devono imparare la canzone del Piave a memoria. Non ci sono scuse. Dai, che poi la canteremo alla festa dell'Arma! E poi giù aranciata per tutti! E anche il nostro adorato Inno, mi raccomando! Tutto purché gli strani nodi allo stomaco che possono prendere si sciolgano in fretta. Siamo Italiani, capite bambini? E dannatamente fieri di esserlo! Questa terra, per la riconquista della quale tanto sangue è stato versato, è orgogliosa di voi. Il Tricolore sui vostri volti vi donerà un'aura di bellezza unica e inimitabile. Bambini, siate fieri della vostra Patria!<br />
E poi, giusto qualche anno dopo, improvviso il dubbio. Trovarsi quasi senza rendersene conto, adolescenti sul filo teso, tra una patria inventata e la realtà di un'identità scomparsa, che affiora a tratti dalla memoria, dai racconti dei tanti Frane di Koloncovec. E chiedersi che faccia avesse il nonno sepolto in Galizia e perché la guerra qui da noi comincia nel '14 e scoprire l'esistenza del sistematico lavoro di riduzione dei cognomi originari nel triste ventennio, nel maledetto ventennio. E capire che è tutto una bufala, che tutto ciò in cui avevi creduto e che tanto meschinamente ti era stato piantato nel tenero fragile cervello di bambino si poggiava sul niente. Ti casca un mondo, poco da fare. E da questo allo risvegliarsi con una nuova coscienza il passo è breve. E allora via a documentarsi, a studiare la storia, a capire, o perlomeno a provare a farlo. Scoprire che Trieste fino a Maria Teresa era poco più di un villaggio di pescatori e che l'invenzione di un Porto Franco è stata la geniale molla della trasformazione. E scoprire ancora che gli sloveni sono qui da sempre e che nessuna mano divina li ha calati improvvisamente dall'alto. E scoprire ancora che le tue radici affondano nei boschi della Slovacchia e dai colli dell'Istria e dalla pianure della Slovenia e dalle coste dell'Italia. E improvvisamente rendersi conto che la tua identità, le tue radici, ti vengono negate e il tricolore diventa solo un accostamento cromatico e niente più. Convivere con la mancanza d'identità.<br />
Per anni l'ho fatto e il senso di vuoto che l'accompagnava ha segnato profondamente quello che io sono oggi. Un triestino. Un triestino e basta. Finalmente in pace con me stesso.<br />
<br />
(testo tratto da Facebook)Archimedehttp://www.blogger.com/profile/01434054176061058136noreply@blogger.com6