mercoledì 21 agosto 2013

Trieste - la libertà cancellata


Questa è una carta d'identità, rilasciata dal Comune di Trieste il 13 dicembre 1955.
Il Governo Italiano era subentrato al G.M.A. nel suo ruolo di amministratore fiduciario da oltre un anno.

Non è dato di sapere se quella grossolana cancellatura che tramuta il "Territorio Libero di Trieste" in un anodino "Territorio di Trieste" è stata fatta per iniziativa di un qualche oscuro funzionario comunale "più realista del re", oppure per "disposizioni dall'alto"...
Sarebbe fin troppo facile ironizzare sulla disorganizzazione della nuova amministrazione che, a distanza di un anno, non era riuscita nemmeno a predisporre nuovi moduli per le carte d'identità: un piccolo anticipo di quello che ci aspettava per i 60 anni successivi, in tema di disorganizzazione amministrativa e politica?
Sarebbe facile ironizzare, ma sarebbe sbagliato.
Perché in realtà quella approssimativa cancellatura ad inchiostro, oltre la quale il "Libero" si riesce ancora nonostante tutto ad intravedere, ha il valore di un simbolo.
Forse, con una goccia di scolorina sarebbe facile cancellare quella rozza pecetta, e riportare completamente in luce la scritta "Libero": ma non serve, sarebbe inutile. Anzi, non bisogna farlo: che quel "Libero", cancellato ma - nonostante tutto - ancora perfettamente leggibile, ci serva da monito.

L'Italia è venuta a Trieste, e la sua prima preoccupazione è stata quella di cancellarne la libertà.
Perché la libertà, in Italia, va bene quando resta solo una parola, buona al più a riempire la bocca ed infarcire discorsi a sproposito... ma guai a volerla esercitare, la libertà; è sconveniente, non è previsto, l'italiano non è abituato alla libertà.
Per sessant'anni quindi l'Italia ha cercare di cancellare la nostra libertà con un rozzo ma poco efficace tratto di inchiostro... e di soffocarla sotto altro inchiostro di cavillose leggi, oscure circolari ministeriali, improbabili trattati.
Ma nonostante tutto non è riuscita a cancellarla; la nostra libertà è ancora lì, appena appena velata dietro all'inchiostro, basta che ci sforziamo un attimo per percepirla e farla nostra.

3 commenti:

  1. Splendida riflessione.
    Un bel contributo alla rinascita del senso di appartenenza, soffocasto da decenni di genocidio culturale.

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  2. Quella "MALEDETTISSIMA BARCA" !!!! W T.L.T. per l'etternità !!!

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  3. Stemo girando in tondo,la liberta'la xe 1 cm no anzi 1mm davanti de noi e noi...no rivemo guantarla,xe una roba che te fa andar fora de testa,no rivemo,xe come se fosimo senza brazi,patrioti cosa femo?

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