domenica 23 dicembre 2012

La Facoltà di Giurisprudenza e la questione di Trieste

Da http://giurisprudenza.units.it/storia-della-facolta:

Dopo il breve, drammatico periodo dell'occupazione jugoslava, dal 12 giugno del 1945 Trieste è amministrata dalle autorità militari anglo-americane di occupazione. A seguito del Trattato di pace con l'Italia, firmato il16 settembre 1947, tale occupazione si prolungava a titolo di regime provvisorio in vista della costituzione dell'ordinamento del Territorio Libero di Trieste come entità territoriale autonoma. Nonostante il regime di occupazione, i docenti dell'Università eleggevano, nel luglio del 1945, il prof. Salvatore Satta, ordinario di Diritto processuale civile, a Commissario per l'Università, riconosciuto quindi dalle autorità militari con il titolo di pro-rettore. Quindi, in applicazione della nuova legge italiana nel frattempo intervenuta, veniva eletto Rettore dal Corpo accademico, a partire dal 1° novembre 1946, Angelo Ermanno Cammarata, ordinario di Filosofia del Diritto nella Facoltà di Giurisprudenza, destinato a rimanere in carica sino al 31 ottobre 1952. La linea coerentemente filoitaliana seguita dal rettore Cammarata, che si manifestava esteriormente con la esposizione del solo vessillo nazionale sugli edifici universitari, a esclusione di quello del Territorio Libero e delle Potenze occupanti, e l'affermazione costante dell'autonomia accademica, non mancarono di porlo in conflitto con le autorità di occupazione che, il 22 aprile 1947, ne disposero la revoca. L'Università venne allora presidiata dagli studenti e un tentativo di ingresso con la forza ad opera della polizia locale venne abbandonato di fronte al fermo invito del Rettore e di un groppo di docenti a ritirarsi. Le intransigenti prese di posizione del Corpo accademico contro la illegalità del provvedimento e la protesta dell'opinione pubblica cittadina e nazionale, nonché della stessa Assemblea costituente italiana, indussero infine, il 2 novembre 1947, le autorità di occupazione, a capo delle quali era nel frattempo stato posto un nuovo Comandante di Zona, a ritirare il provvedimento. Il Rettore Cammarata proseguì con coraggio nella sua azione a favore del ricongiungimento della città all'Italia: nella relazione sull'a.a. 1948-49, pronunciata il 4 dicembre 1949, avanzava per la prima volta la ben nota tesi della sopravvivenza della sovranità italiana nel territorio di Trieste, non essendosi in fatto prodotta la condizione del suo cessare, cioè la formazione del Territorio Libero di Trieste. Diversa tesi veniva nello stesso torno di tempo sviluppata da Manlio Udina, che reputava cessata la sovranità italiana per effetto del Trattato di pace, con la conseguente destinazione del territorio triestino, da considerarsi assoggettato a un regime di occupazione militare, senza essere nel frattempo soggetto a una sovranità statale, al costituendo nuovo ente o, nella ipotesi di riconosciuta impossibilità di detta soluzione, dovendosi attendere la disposizione di nuove norme a modifica del Trattato di pace. Gli eventi successivi, portando alla divisione tra amministrazione italiana e jugoslava del territorio triestino con il Memorandum di Londra del 1954, in fatto definitiva e riferentesi alla costituzione di piena sovranità territoriale come poi confermato dal Trattato di Osimo del 1975, testimoniano del maggior realismo della tesi di Udina, il che nulla toglie al valore politico oltreché ideale della tesi di Cammarata nelle circostanze in cui fu enunciata.

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