lunedì 20 maggio 2013

le legioni di irredentisti che vollero Trieste italiana

Oggi forse un po' meno, ma fino a qualche anno fa a scuola, studiando il periodo risorgimentale non si poteva fare a meno di imbattersi in quel curioso fenomeno denominato "irredentismo".
Ancora oggi, su fonti notoriamente obiettive ed imparziali come Wikipedia Italia (1), il fenomeno dell'irredentismo viene presentato come popolarissimo e diffusissimo nella stragrande parte della popolazione.
Ad esempio, si possono leggere perle come questa ( http://it.wikipedia.org/wiki/Irredentisti_istriani ):
 Del resto nella "Grande Guerra" furono numerosi gli irredentisti istriani che persero la vita in azioni militari contro gli austriaci 

Il pudore fortunatamente li costringe a trincerarsi dietro a quel vago "numerosi"... perché in realtà tali "numerosi" caduti assommano a ben DODICI (2)
Cioè, l'Italia nella prima guerra mondiale ha avuto circa 680.000 (SEICENTOOTTANTAMILA!!!!) caduti, e di questi ben una dozzina erano "irredentisti istriani"...

Quanti erano gli irredentisti triestini? BOH! Wikipedia non ce lo dice... concede pagine agli irredentisti istriani, dalmati, italiani... agli irredentisti in Corsica, a Malta (!!!), a Nizza, e perfino in Svizzera... ma di dedicare uno straccio di paginetta agli irredentisti della Venezia Giulia non se ne parla. Forse perché non avrebbero saputo cosa scriverci...

Ricorriamo ad un'altra fonte autorevole ed obiettiva: la Lega Nazionale.
Su http://www.leganazionale.it/storia/irredentismo-redivo.htm scopriamo che "oltre duemila volontari irredenti che fuggirono dall'Austria-Ungheria per arruolarsi, e molti di loro morire" nelle fila dell'esercito italiano.
Nota bene: 2000 da TUTTA l'Austria Ungheria, nella quale (sempre seconda la medesima pagina) si stimavano all'incirca 800.000 italiani "sparsi tra il Trentino, la Venezia Giulia e la Dalmazia".
Ordunque, 2.000 su 800.000 ammonta a ben... LO 0,25% DELLA POPOLAZIONE!!!!

Quindi, l'irredentismo fu sentimento sì profondo, sì popolare, sì diffuso che indusse ben un cittadino austro-ungarico di lingua italiana ogni 400 a tradire quella che era la sua patria per abbracciare quella italiana...

Vi viene da sorridere?
A me no.
A me viene da piangere...




(1) se non si capisce, sono ironico. E non velatamente.

(2) Non ci credete? Ve li cito per nome e cognome:  Nazario Sauro, Giorgio Baseggio, Mario Bratti, Umberto Bullo, Angelo Della Santa, Pio Riego Gambini, Ernesto Giovannini, Ernesto Gramaticopolo,  Antonio Parovel, Vico Predonzani, Eugenio Rota, Virgilio Sansone, Raimondo Spangaro.
Tutti rigorosamente decorati: che cadere per la patria da irredentista senza neppure una medaglia era evidentemente considerato disdicevole...

3 commenti:

  1. Molto probabilmente hai ragione, ma poiché la storia della Grande Guerra non viene insegnata ai giovani ormai da decine d'anni, quindi è inutile farsi certe domande o porsi certi dilemmi, quando i giovani neanche sanno a cosa ti riferisci.
    Molto probabilmente di quello che hanno fatto gli appena 2000 irredentisti a chi interessa, e fai bene a piangere e non a sorridere, per questa Italia, per la nostra storia, per il nostro stato di perenni giullari del mondo, per partiti a dir poco ridicoli, di gente che non si sente italiana perché pensano di appartenere ad un etnia eccelsa, per i politici corrotti, per le mafie, perché dopotutto anche la tua storia, forse ti senti asburgico, forse lo sei veramente, alto biondo con gli occhi azzurri, vediamo se tu oggi sei convinto e capace di morire come Cesare Battisti sul patibolo, per i tuoi ideali non irredentista.

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    1. Il mio bisnonno ha perso tre figli nella prima guerra mondiale: tutti volontari, tutti caduti con l'uniforme A.U. in Galizia.
      Altri due figli, sempre volontari, erano nella marina A.U. ed ebbero la fortuna di riportare la ghirba a casa. Tra questi c'era mio nonno, che altrimenti non sarei qui a scrivere...
      Mi chiedi se sarei capace di morire per i miei ideali come fece Cesare Battisti... non lo so, come probabilmente non lo sapeva neppure Cesare battisti prima che gli capitasse di doverlo fare.
      Certo, se certe cose senti che le devi fare, le fai... mettendo in conto anche che ci puoi rimettere la pelle. Ma fini a che non ti capita, non puoi saperlo.
      I miei antenati furono capaci di farlo: forse, se capiterà, sarò capace di farlo anch'io, forse no... sperando sempre e comunque che non capitino occasioni del genere.

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    2. Io faccio Predonzan di cognome, e spero proprio che quel tale "Vico Predonzani" non sia stato un mio parente alla lontana, anche se pensavo che l'italianizzazione del mio cognome fosse iniziata con i fascisti,comunque...Verfluchtes das Boot!

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