Si trovano anche molti interventi a detrazione del TLT. Spesso si tratta di obiezioni infondate, molto spesso si tratta di vere e proprie sciocchezze, basate su travisamenti storici o leggende metropolitane.
Il giorno ha 24 ore, chi scrive personalmente deve anche lavorare per mantenere sé ed una famiglia (e, a causa della insostenibile pressione fiscale italiana, nonché della mia stupida correttezza tutta triestina, che mi fa sentire moralmente obbligato a versare ogni centesimo dovuto di tasse ed imposte, devo anche lavorare MOLTO più di quanto non possa esser ritenuto ragionevole).
Quindi, di tempo me ne resta obiettivamente pochino... quindi, non vogliatemene se non parteciperò localmente alle polemiche conseguenti a questi interventi sui vari social networks.
Li confuterò qui, e tanto basta. Se agli autori va bene, ok. Altrimenti, possono anche andarsene al diavolo.
Quello su cui mi è caduto l'occhio, qualche giorno fa, è il seguente:
"Vi lamentate dei torti che a Trieste farebbe l'Italia, vostra Patria etnica linguistica e culturale, ma questi torti sono commessi dal sistema politico italiano fondato sulla Resistenza vigliacca e progressista. Dice bene il sig. Cervai quando cita il referendum non votato, la mancata "liberazione", ma non scordiamoci che 1) voi usate anche la lingua slovena ma una comunità autoctona slovena a TS non è mai esistita 2) chiedete l'autonomia sulla falsa riga del TLT che fu voluto dagli Alleati, grandi complici dei crimini commessi dai comunisti titini in città e distruttori dell'unità della regione giuliana che era stata finalmente ottenuta dopo la prima guerra mondiale 3) non è l'Italia il problema ma il sistema politico. Se avete una classe dirigente che si è rivelata incapace di difendere gli interessi della città, (tipico esempio, il porto) non è di certo con l'indipendenza che la città tornerà al suo splendore, anzi, sarebbe ancora più isolata di quanto non lo sia adesso 4) il suolo che calpestate è zuppo del sangue dei martiri che sono morti per Trieste italiana, dai soldati di prima e seconda guerra mondiale, fino a morti per mano inglese (i cari ideatori del vostro caro TLT) che osarono uccidere dei ragazzi sulle scalinate di S.Francesco in ponte rosso. Io leggerei un po' di lapidi che sono sparse per la città se fossi in voi."
Non mi è chiaro chi ne sia l'autore (per gli oscuri meccanismi che regolano i social network, per cui un testo parte e rimbalza, di condivisione in condivisione, fino a vivere di vita propria perdendo qualsiasi legame con l'autore originale).
Permettetemi di confutarlo punto per punto:
1) voi usate anche la lingua slovena ma una comunità autoctona slovena a TS non è mai esistita
Ovvia balla.
Gli Sloveni in questa zona esistono da oltre un millennio. E' possibile che, fino a che Trieste era un porticciolo di pescatori circondato da mura medievali, all'interno della cerchia muraria gli sloveni fossero effettivamente pochi (ma c'erano: a documentarlo, le cronache cittadine del '300), e la gran parte degli Sloveni occupasse il contado circostante.
Ma con l'abbattimento delle mura medievali (ordinato da Maria Teresa proprio per "aprire" la città ai suoi nuovi destini imprenditoriali), ed il progressivo allargamento della città, questa ha finito per inglobarvi parecchi paesi e frazioni circostanti, originariamente occupati per la maggior parte da Sloveni.
Le tradizionali pancogole di Servola (XVII sec.) erano slovene, come pure sloveni gli abitanti di Cattinara (sede oggi del principale ospedale cittadino), di Roiano, Gretta, San Giacomo...
2) chiedete l'autonomia sulla falsa riga del TLT che fu voluto dagli Alleati, grandi complici dei crimini commessi dai comunisti titini in città e distruttori dell'unità della regione giuliana che era stata finalmente ottenuta dopo la prima guerra mondiale
A parte il fatto che non chiediamo l'autonomia ma l'indipendenza, il TLT non fu solo "voluto dagli Alleati": il TLT rientrava nella tradizione storica di Trieste che, anche quando legata all'Impero Austro-Ungarico, fu sempre - per secoli - indipendente ed autonoma.
3) non è l'Italia il problema ma il sistema politico. Se avete una classe dirigente che si è rivelata incapace di difendere gli interessi della città, (tipico esempio, il porto) non è di certo con l'indipendenza che la città tornerà al suo splendore, anzi, sarebbe ancora più isolata di quanto non lo sia adesso
Interessante osservazione... considerato che la classe dirigente attuale, a larghissima maggioranza, non è triestina ma - immagino per puro caso e fortuita coincidenza - costituita da italiani immigrati da ogni parte dello stivale (mentre i Triestini da 60 anni sono costretti ad emigrare) - di grazia, come possiamo liberarci dell'attuale classe dirigente e sostituirla con triestini?
Inoltre, oltre che della dirigenza corrotta ed incapace, gradiremmo anche liberarci delle folli e deliranti leggi italiane (causa reale del "no se pol") e della insostenibile pressione fiscale italiana.
Se trovate un modo di realizzarlo che non sia attraverso l'indipendenza, se ne può anche parlare... altrimenti, questa osservazione è e resta una sciocchezza.
4) il suolo che calpestate è zuppo del sangue dei martiri che sono morti per Trieste italiana, dai soldati di prima e seconda guerra mondiale, fino a morti per mano inglese (i cari ideatori del vostro caro TLT) che osarono uccidere dei ragazzi sulle scalinate di S.Francesco in ponte rosso. Io leggerei un po' di lapidi che sono sparse per la città se fossi in voi."
Fare bilanci di morti per cercare di stabilire una ragione ed un torto lo ho sempre trovato un po' squallido, oltre che fuorviante (di solito, hanno ragione i vincitori, ed i vincitori di solito sono tali perché hanno avuto MENO morti della controparte, a cui la storia invece ha dato torto...)
Di quali "martiri" vogliamo pagare?
Della dozzina di irredenti triestini, morti nella prima guerra mondiale combattendo nel Regio Esercito Italiano?
Bene, dall'altra parte ci sono CENTINAIA, se non addirittura MIGLIAIA di triestini caduti combattendo nell'esercito imperiale, proprio perché Trieste NON divenisse italiana...
Di tutti gli italiani caduti nella prima guerra mondiale?
A parte il fatto che si potrebbe discutere sul fatto che morire per l'italianità di Trieste fosse nelle loro effettive priorità (tutto sommato, pochi giorni prima di dichiarare guerra all'Austria-Ungheria l'Italia conduceva ancora trattative sia con l'A.U. che con gli Alleati; quindi, invece che rivolgere il proprio esercito verso il nordest, avrebbero potuto benissimo decidere di rivolgerlo verso la Francia...). A parte questo, i 615.000 caduti italiani nella Grande Guerra vanno contrapposti ai circa 1.200.000 morti da parte Austro-Ungarica.
I primi sono "martiri che con il loro sangue hanno inzuppato il terreno per l'italianità di Trieste", gli altri potremmo definirli "martiri che con il loro sangue hanno inzuppato il terreno affinché Trieste non diventasse italiana".
Vogliamo riferirci alla mezza dozzina di caduti durante i moti del '53?
A parte il fatto che - visti i numeri precedenti - tirare fuori SEI caduti è oltremodo fuori luogo, si può obiettare che in tutti gli anni precedenti, nei disordini causati dai nazionalisti italiani vi furono parecchie altre vittime, che oggi non è "politically correct" ricordare come "martiri per l'indipendenza di Trieste".
Un esempio per tutti, di questa memoria dimenticata:
Nei giorni precedenti all'entrata in vigore del Trattato di Pace e quindi della costituzione del TLT), le forze nazionaliste italiane organizzano numerosi disordini nel corso della giornata: i negozianti vengono costretti ad abbassare le saracinesche dei propri negozi, listandole a lutto: "Chiuso per lutto nazionale".
Viene presa d'assalto la sede del "Fronte per l'indipendenza", scalmanati fanno irruzione in un appartamento privato di va San Nicolò per costringere il proprietario a rimuovere dal balcone una bandiera rosso-alabardata, atri disordini vengono registrati in tutta la città; vengono presi di mira e malmenati perfino alcuni dirigenti locali del Partito Liberale.
Nel corso di questi disordini alcuni attivisti filoitaliani la sera del 13 settembre 1947 sparano delle raffiche di mitra contro un Circolo di Cultura Popolare, in vicolo Ospedale Militare, causando il ferimento di alcune persone e la morte di una bambina appena undicenne, Emilia Passerini. (Per il delitto verrà processato e condannato tal Letterio Cardile)
Due giorni dopo, il 15 settembre, verso un corteo di protesta contro i disordini filoitaliani che avevano portato alla morte della bambina, viene lanciata da sconosciuti una bomba a mano. Resta vittima un innocente spettatore, che non partecipava al corteo: lo studente appena diciannovenne Alino Conestabo.
I filoitaliani cercano di appropriarsi del loro primo martire, facendo circolare la voce che Conestabo era morto nel lanciare la bomba a mano contro il corteo; così presenziano in massa al suo funerale, il giorno 18, con tanto di seguito di bandiere istriane, tricolori, inno di Mameli... successive indagini dimostreranno invece l'innocenza di Conestabo (mentre i veri colpevoli non verranno mai trovati).
Una bambina di undici anni, uno studente di diciannove... solo i primi di una lunga serie di innocenti ed inconsapevoli vittime del nazionalismo italiano. Se volessimo adottare gli stessi bassi mezzi propagandistici dell'Italia, anche il TLT potrebbe cominciare ad annoverare e mitizzare i propri "eroi" e "martiri".
Il commento di cui sopra è stato scritto da certo Sig, Leslie G. Mulas, al quale io personalmente ho risposto la seguente:
RispondiEliminaEgregio Sig. Mulas,
Le scrivo in riferimento ad un suo intervento sulla Pagina di FB del Movimento Libero Triestino.
Sono triestina da 7 generazioni da entrambi i genitori, i miei nonni hanno combattuto per l'Impero Austroungarico, per scacciare l'invasore italiano dalle nostre terre. Quando è arrivato l'invasore con quella maledetta barca denominata Audace il 4 novembre del 1918 il mio nonno paterno era li.
I suoi racconti non erano di certo simili a quelli raccontati poi nelle scuole o dalla propaganda italiana però, la gente non festeggiava affatto quel giorno, erano tutti ammutoliti e seri, mentre vedevano entrare l'invasore in una città che fino a quel momento era il fiore all'occhiello dell'Austria e dell'Europa. 30.000 nostri concittadini se ne andarono via subito, chi in Australia e chi in America o in Canada, mio nonno venne picchiato dagli italiani perché parlava in un dialetto mezzo austriaco e mezzo nostrano, e non fu l'unico a subire aggressioni da parte dell'invasore per questa causa.
Il Territorio Libero Triestino ci rivide di nuovo fiorenti, il commercio riprese, e la città reiniziò a vivere, purtroppo durò ben poco, un'altra volta l'invasore riapprodò a Triest e si rimpossessò della città.
Molti di più di 30.000 partirono per i nuovi continenti con il ritorno dell'Italia nel 1954, ed infatti, subito dopo, la città perse tutto ciò che aveva, porto, fabbriche, industrie, pensi che addirittura la luce del faro venne tolta e data al faro di Genova ed al suo posto ci è stato dato un lumino, tanto il porto non c'è più. Quindi nel nostro territorio, anche se per un breve periodo ci sono state colonie antiche romane che hanno preso dominio sulle popolazioni delle nostre origini illirico celtiche, l'invasore e repressore a tutti gli effetti è proprio l'Italia.
Garibaldi quando disse al Re :"Sire ora che abbiamo fatto l'Italia dobbiamo fare gli italiani" a Teano, se lo ricorda? Beh Triest non c'era, era ancora il porto più fiorente d'Europa e dell'Impero Austroungarico.
Potrei raccontarLe ancora tanta di quella storia sulla mia città da riempire libri interi, però mi limito a ciò che ho scritto, che se analizzato bene non è poco, e a porgerLe i miei più distinti saluti, semmai dovesse sbarcare un giorno a Triest, sarebbe sempre e comunque il benvenuto, in fin dei conti Triest è sempre stata punto d'incontro multietnico mitteleuropeo.
Con ossequi Giulia Bensi.
P.S.
Mi scuso se continuo ancora dopo la mia conclusione Egregio Sig Mulas, ma in riferimento a quanto da lei sostenuto:
"2) chiedete l'autonomia sulla falsa riga del TLT che fu voluto dagli Alleati, grandi complici dei crimini commessi dai comunisti titini in città e distruttori dell'unità della regione giuliana che era stata finalmente ottenuta dopo la prima guerra mondiale."
Le rendo noto che sono stati proprio gli alleati della Nato a salvarci dal continuare ad essere infoibati dalle truppe di Tito e dai partigiani, sia titini che italiani. E Le racconto allora che, all'epoca Togliatti e De Gasperi erano a conscenza di quello che stava succedendo e della pulizia etnica da parte dei titini nei nostri confronti, ma non solo non hanno mosso un dito, ma stavano accordandosi con Joseph Broz Tito per regalargli Trieste, ed abbiamo dovuto farci aiutare proprio dalle truppe alleate, che hanno istituito il TLT ricacciando l'esercito di Tito dalla città.
L'unità della regione giuliana che Lei declama, è stata voluta da Voi, ma non da noi, che abbiamo perso tutto quello che avevamo precedentemente alla Vostra venuta.
Rinnovo i mie saluti ossequiamente
Giulia Bensi.
La ringrazio Giulia delle sue parole che ho letto con tanto piacere e interese....come triestino del 41...ciao....
EliminaLa ringrazio cara Giulia del suo commento che ha fatto lo letto con grande piacere....ciao.........
EliminaNel contado di Trieste, che ancora nel '700 voleva dire anche la zona che attualmente è via Giulia, o Gretta o Servola, erano la totalità. Ed in città al momento della dichiarazone di Porto Franco per Trieste (1719), la città, di appena 3800 abitanti, parlava, entro le mura, per metà un dialetto di stampo ladino, ed il resto un dialetto di stampo sloveno. Tutti quando scrivevano, chi sapeva farlo, usava l'italiano dell'epoca.
RispondiEliminaDire che a Trieste non è mai esistita una componente slovena autoctona è assolutamente ridicolo, andate a studiare, ma avete veramente molto da studiare. Ancora negli anni '50-60, il 75% dei terreni del territorio dell'attuale "Provincia di Trieste" era di proprietà di triestini di lingua slovena. Andate a studiare i cognomi di Trieste, vedrete che tra quelli non italiani (compresi quelli italianizzati sotto al fascismo), i più frequenti sono tutti cognomi sloveni.
Per qunto riguarda i morti della prima guerra mondiale, ha risposto veramente corretta il titolare di questo blog, ed alla sua risposta aggiungo se chi critica si è mai chiesto una cosa: "Hanno mai i Triestini chiesto di farsi "liberare" dall'Italia?" Ovviamente no, si trattò di pura propaganda politica verso il popolo per giustificare la dichiarazione di guerra dell'Italia nei confronti dell'alleata Austria-Ungheria.
E che dire poi dei disordini del '53, orchestrati e progettati dall'Italia, per poter intervenire ed occupare Trieste. Alcuni giorni dopo sotto ai portici ci furono anche risse perchè alcuni degli istigatori delle risse non erano stati pagati per il loro servigio. Strani viavai anche alla sede della Missione italiana (la "missione" è il grado inferiore di un consolato) in via S.Caterina da Siena. La stessa missione divenen dpo il '54, il famigerato Ufficio per gli affari di confine, una specie di centrale di collegamento tra il governo italiano e le organizzazioni irredentiste e nazionaliste, piene di neofascisti.
All'inizio del farneticante estratto oggetto di questo articolo l'Italia viene definita come "Patria etnica lingustica e culturale". Senza entrare nel merito della parola "etnia" che oggi sempre più spesso viene erroneamente usata come sinonimo di "lingua", faccio notare che l'Italia è uno Stato e non una Nazione (anche qui troppo spesso purtroppo i due termini vengono usati vicendevolmente senza problemi, non solo in italiano). Quindi lo Stato è un'entità politica (con organismi, confini precisi, leggi), la Nazione è un'entità di persone, quindi senza confini, sfumata, la cui appartenenza è indivualmente scelta.
L'Italia, come Stato, include cittadini di diverse nazioni (tedeschi in Sud Tirolo, sloveni dalle nostre parti), mentre la Nazione italiana include tutti quelli che si definiscono italiani, a prescindere da quale sia il loro Stato (Italia, San marino, Svizzera, Slovenia, Croazia)
Mi chiedo se vengano giudicati come traditori anche gli abitanti di San Marino (chiaramenti italiani), nonchè i 300.000 italiani autoctoni del Canton Ticono (che sono cittadini svizzeri), che sono tutti sicuramente molto più italiani dei Triestini, i quali hanno svariate origini, sono tuttora misti, ma possono comunque definirsi, se lo vogliono, italiani, come a San Marino e nel svizzero Canton Ticino, pur rifiutando l'Italia in maniera energica.
Una giustificazione morale, legata alla nostra storia asburgica di fedeltà al nostro retroterra, ed un Trattato di Pace ancora in vigore che prevede per Trieste uno Stato a sè stante, il Territorio Libero di Trieste.
Quela maledeta barca...
Gli articoli di questo blog (termine riduttivo) sono completi in tutti i sensi, ricchi di particolari storici e di osservazioni incontestabili, possiamo, indicandone la fonte, riprenderli anche sul sito di Trieste libera? Grazie, Sandro Gombac.
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