mercoledì 21 agosto 2013
Trieste - la libertà cancellata
Questa è una carta d'identità, rilasciata dal Comune di Trieste il 13 dicembre 1955.
Il Governo Italiano era subentrato al G.M.A. nel suo ruolo di amministratore fiduciario da oltre un anno.
Non è dato di sapere se quella grossolana cancellatura che tramuta il "Territorio Libero di Trieste" in un anodino "Territorio di Trieste" è stata fatta per iniziativa di un qualche oscuro funzionario comunale "più realista del re", oppure per "disposizioni dall'alto"...
Sarebbe fin troppo facile ironizzare sulla disorganizzazione della nuova amministrazione che, a distanza di un anno, non era riuscita nemmeno a predisporre nuovi moduli per le carte d'identità: un piccolo anticipo di quello che ci aspettava per i 60 anni successivi, in tema di disorganizzazione amministrativa e politica?
Sarebbe facile ironizzare, ma sarebbe sbagliato.
Perché in realtà quella approssimativa cancellatura ad inchiostro, oltre la quale il "Libero" si riesce ancora nonostante tutto ad intravedere, ha il valore di un simbolo.
Forse, con una goccia di scolorina sarebbe facile cancellare quella rozza pecetta, e riportare completamente in luce la scritta "Libero": ma non serve, sarebbe inutile. Anzi, non bisogna farlo: che quel "Libero", cancellato ma - nonostante tutto - ancora perfettamente leggibile, ci serva da monito.
L'Italia è venuta a Trieste, e la sua prima preoccupazione è stata quella di cancellarne la libertà.
Perché la libertà, in Italia, va bene quando resta solo una parola, buona al più a riempire la bocca ed infarcire discorsi a sproposito... ma guai a volerla esercitare, la libertà; è sconveniente, non è previsto, l'italiano non è abituato alla libertà.
Per sessant'anni quindi l'Italia ha cercare di cancellare la nostra libertà con un rozzo ma poco efficace tratto di inchiostro... e di soffocarla sotto altro inchiostro di cavillose leggi, oscure circolari ministeriali, improbabili trattati.
Ma nonostante tutto non è riuscita a cancellarla; la nostra libertà è ancora lì, appena appena velata dietro all'inchiostro, basta che ci sforziamo un attimo per percepirla e farla nostra.
domenica 18 agosto 2013
interrogazione parlamentare europea E-006306/2013
Riportiamo, più per dovere di cronaca che altro, una recente interrogazione al parlamento europeo e la relativa risposta.
Né l'interrogazione né la risposta aggiungono nulla di significativo alla questione del porto: l'unico aspetto interessante, è che questa interrogazione parte da un parlamentare italiano. Ennesima dimostrazione del fatto che l'Italia rema costantemente contro il porto di Trieste ed il suo sviluppo.
Né l'interrogazione né la risposta aggiungono nulla di significativo alla questione del porto: l'unico aspetto interessante, è che questa interrogazione parte da un parlamentare italiano. Ennesima dimostrazione del fatto che l'Italia rema costantemente contro il porto di Trieste ed il suo sviluppo.
Interrogazioni parlamentari 3 giugno 2013 E-006306-13
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Barbara Matera (PPE)
Oggetto: Il caso del porto di Trieste
La Turchia ha assunto un ruolo importante, forse anche strategico, per lo sviluppo dei traffici commerciali della regione Puglia.
Questo potenziale fa fatica a manifestarsi vista la condizione di oggettiva concorrenza sleale che i porti del Centro e Sud d'Italia subiscono a causa di alcuni privilegi di cui gode il porto di Trieste, che sono frutto di epoche passate e non più giustificati dalla competizione globale.
Trieste è l'unica città portuale europea a possedere un privilegio giuridico internazionale in tema di zone franche, uno strumento che è sovra-comunitario poiché istituito e garantito da norme specifiche di un Trattato internazionale preesistente, quello di Pace di Parigi del 1947, che assegna al Porto Franco di Trieste una propria libertà d'azione in materia doganale, fiscale, commerciale e industriale molto ampia e ben più estesa di quella delle zone franche di diritto comunitario pur sviluppate altrove (ad esempio in Irlanda) con successo.
Il porto giuliano, infatti, gode di maggiori disponibilità di permessi di transito e inoltre dell'esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per i veicoli turchi sbarcati o imbarcati nello stesso porto.
A tal proposito, si chiede alla Commissione quanto segue:
1. ricordando che a oggi i benefici attuati del regime di Porto Franco di Trieste sono essenzialmente doganali, mentre ne possono e devono essere ancora sviluppate le potenzialità di natura fiscale (IVA, accise, imposte dirette, ecc.) in conformità alle consuetudini vigenti negli altri Porti Franchi del mondo, l'UE può tutelare anche la concorrenza?
2. L'UE può garantire che le possibilità di sviluppare nuovi aspetti normativi del Porto Franco di Trieste derivanti da una più completa attuazione delle prerogative stabilite dallo specifico allegato VIII al Trattato di Pace di Parigi del 1947 non danneggino ulteriormente gli altri porti italiani, specialmente quelli del Centro e Sud d'Italia?
3. L'UE può intervenire affinché siano limitati i danni economici e ambientali dovuti al transito a Trieste delle merci destinate al Centro e al Sud d'Italia e alle centinaia di chilometri che percorrono su strada?
Risposta:
IT
E-006306/2013
Risposta di Algirdas Šemeta
a nome della Commissione
(12.8.2013)
1. Se la zona franca di un porto prevede incentivi fiscali per talune imprese o per la produzione di determinati beni, ciò può comportare un aiuto di Stato che presuppone una notifica da parte dello Stato membro alla Commissione per approvazione. Attualmente, la Commissione non è a conoscenza dell’esistenza né le sono stati segnalati incentivi di questo tipo.
2. Tutte le operazioni che possono essere effettuate nella zona franca di Trieste devono essere conformi alle disposizioni doganali.
A norma degli articoli 156 e 160 della direttiva 2006/112/CE del Consiglio , del 28 novembre 2006, gli Stati membri, tramite la loro relativa legislazione nazionale e sotto la loro responsabilità per quanto riguarda la corretta applicazione, possono esentare dall'IVA le cessioni di beni destinati a essere collocati in una zona franca e le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nella stessa.
Gli Stati membri sono liberi di organizzare i propri sistemi di recupero degli importi dovuti da parte dei cittadini a condizione che tali sistemi siano conformi alle regole generali dei trattati, e, in particolare, che non comportino discriminazioni in situazioni transfrontaliere.
La Commissione non è a conoscenza di una violazione del diritto dell’UE in questo contesto specifico.
3. Nell’UE gli operatori sono liberi di scegliere il porto di scalo che ritengono più idoneo per svolgere le loro operazioni di navigazione. Allo stesso tempo, l’UE sostiene pienamente l’obiettivo relativo alla fornitura di servizi di trasporto in modo sostenibile e alla riduzione al minimo delle esternalità negative legate ai modi di trasporto. Il Libro bianco dell’UE sui trasporti inoltre ha fissato come obiettivo generale il passaggio graduale, per le distanze superiori a 300 km, dal trasporto di merci su gomma verso altri modi, quali la ferrovia o le vie navigabili. Un panorama completo delle iniziative della Commissione a tale riguardo è disponibile sul sito web della direzione generale della Commissione "Mobilità e trasporti ".
domenica 11 agosto 2013
confutare sciocchezze
Nel mare magnum di internet in questo periodo si trova di tutto.
Si trovano anche molti interventi a detrazione del TLT. Spesso si tratta di obiezioni infondate, molto spesso si tratta di vere e proprie sciocchezze, basate su travisamenti storici o leggende metropolitane.
Il giorno ha 24 ore, chi scrive personalmente deve anche lavorare per mantenere sé ed una famiglia (e, a causa della insostenibile pressione fiscale italiana, nonché della mia stupida correttezza tutta triestina, che mi fa sentire moralmente obbligato a versare ogni centesimo dovuto di tasse ed imposte, devo anche lavorare MOLTO più di quanto non possa esser ritenuto ragionevole).
Quindi, di tempo me ne resta obiettivamente pochino... quindi, non vogliatemene se non parteciperò localmente alle polemiche conseguenti a questi interventi sui vari social networks.
Li confuterò qui, e tanto basta. Se agli autori va bene, ok. Altrimenti, possono anche andarsene al diavolo.
Quello su cui mi è caduto l'occhio, qualche giorno fa, è il seguente:
Non mi è chiaro chi ne sia l'autore (per gli oscuri meccanismi che regolano i social network, per cui un testo parte e rimbalza, di condivisione in condivisione, fino a vivere di vita propria perdendo qualsiasi legame con l'autore originale).
Permettetemi di confutarlo punto per punto:
Ovvia balla.
Gli Sloveni in questa zona esistono da oltre un millennio. E' possibile che, fino a che Trieste era un porticciolo di pescatori circondato da mura medievali, all'interno della cerchia muraria gli sloveni fossero effettivamente pochi (ma c'erano: a documentarlo, le cronache cittadine del '300), e la gran parte degli Sloveni occupasse il contado circostante.
Ma con l'abbattimento delle mura medievali (ordinato da Maria Teresa proprio per "aprire" la città ai suoi nuovi destini imprenditoriali), ed il progressivo allargamento della città, questa ha finito per inglobarvi parecchi paesi e frazioni circostanti, originariamente occupati per la maggior parte da Sloveni.
Le tradizionali pancogole di Servola (XVII sec.) erano slovene, come pure sloveni gli abitanti di Cattinara (sede oggi del principale ospedale cittadino), di Roiano, Gretta, San Giacomo...
A parte il fatto che non chiediamo l'autonomia ma l'indipendenza, il TLT non fu solo "voluto dagli Alleati": il TLT rientrava nella tradizione storica di Trieste che, anche quando legata all'Impero Austro-Ungarico, fu sempre - per secoli - indipendente ed autonoma.
Interessante osservazione... considerato che la classe dirigente attuale, a larghissima maggioranza, non è triestina ma - immagino per puro caso e fortuita coincidenza - costituita da italiani immigrati da ogni parte dello stivale (mentre i Triestini da 60 anni sono costretti ad emigrare) - di grazia, come possiamo liberarci dell'attuale classe dirigente e sostituirla con triestini?
Inoltre, oltre che della dirigenza corrotta ed incapace, gradiremmo anche liberarci delle folli e deliranti leggi italiane (causa reale del "no se pol") e della insostenibile pressione fiscale italiana.
Se trovate un modo di realizzarlo che non sia attraverso l'indipendenza, se ne può anche parlare... altrimenti, questa osservazione è e resta una sciocchezza.
Fare bilanci di morti per cercare di stabilire una ragione ed un torto lo ho sempre trovato un po' squallido, oltre che fuorviante (di solito, hanno ragione i vincitori, ed i vincitori di solito sono tali perché hanno avuto MENO morti della controparte, a cui la storia invece ha dato torto...)
Di quali "martiri" vogliamo pagare?
Della dozzina di irredenti triestini, morti nella prima guerra mondiale combattendo nel Regio Esercito Italiano?
Bene, dall'altra parte ci sono CENTINAIA, se non addirittura MIGLIAIA di triestini caduti combattendo nell'esercito imperiale, proprio perché Trieste NON divenisse italiana...
Di tutti gli italiani caduti nella prima guerra mondiale?
A parte il fatto che si potrebbe discutere sul fatto che morire per l'italianità di Trieste fosse nelle loro effettive priorità (tutto sommato, pochi giorni prima di dichiarare guerra all'Austria-Ungheria l'Italia conduceva ancora trattative sia con l'A.U. che con gli Alleati; quindi, invece che rivolgere il proprio esercito verso il nordest, avrebbero potuto benissimo decidere di rivolgerlo verso la Francia...). A parte questo, i 615.000 caduti italiani nella Grande Guerra vanno contrapposti ai circa 1.200.000 morti da parte Austro-Ungarica.
I primi sono "martiri che con il loro sangue hanno inzuppato il terreno per l'italianità di Trieste", gli altri potremmo definirli "martiri che con il loro sangue hanno inzuppato il terreno affinché Trieste non diventasse italiana".
Vogliamo riferirci alla mezza dozzina di caduti durante i moti del '53?
A parte il fatto che - visti i numeri precedenti - tirare fuori SEI caduti è oltremodo fuori luogo, si può obiettare che in tutti gli anni precedenti, nei disordini causati dai nazionalisti italiani vi furono parecchie altre vittime, che oggi non è "politically correct" ricordare come "martiri per l'indipendenza di Trieste".
Un esempio per tutti, di questa memoria dimenticata:
Nei giorni precedenti all'entrata in vigore del Trattato di Pace e quindi della costituzione del TLT), le forze nazionaliste italiane organizzano numerosi disordini nel corso della giornata: i negozianti vengono costretti ad abbassare le saracinesche dei propri negozi, listandole a lutto: "Chiuso per lutto nazionale".
Viene presa d'assalto la sede del "Fronte per l'indipendenza", scalmanati fanno irruzione in un appartamento privato di va San Nicolò per costringere il proprietario a rimuovere dal balcone una bandiera rosso-alabardata, atri disordini vengono registrati in tutta la città; vengono presi di mira e malmenati perfino alcuni dirigenti locali del Partito Liberale.
Nel corso di questi disordini alcuni attivisti filoitaliani la sera del 13 settembre 1947 sparano delle raffiche di mitra contro un Circolo di Cultura Popolare, in vicolo Ospedale Militare, causando il ferimento di alcune persone e la morte di una bambina appena undicenne, Emilia Passerini. (Per il delitto verrà processato e condannato tal Letterio Cardile)
Due giorni dopo, il 15 settembre, verso un corteo di protesta contro i disordini filoitaliani che avevano portato alla morte della bambina, viene lanciata da sconosciuti una bomba a mano. Resta vittima un innocente spettatore, che non partecipava al corteo: lo studente appena diciannovenne Alino Conestabo.
I filoitaliani cercano di appropriarsi del loro primo martire, facendo circolare la voce che Conestabo era morto nel lanciare la bomba a mano contro il corteo; così presenziano in massa al suo funerale, il giorno 18, con tanto di seguito di bandiere istriane, tricolori, inno di Mameli... successive indagini dimostreranno invece l'innocenza di Conestabo (mentre i veri colpevoli non verranno mai trovati).
Una bambina di undici anni, uno studente di diciannove... solo i primi di una lunga serie di innocenti ed inconsapevoli vittime del nazionalismo italiano. Se volessimo adottare gli stessi bassi mezzi propagandistici dell'Italia, anche il TLT potrebbe cominciare ad annoverare e mitizzare i propri "eroi" e "martiri".
Si trovano anche molti interventi a detrazione del TLT. Spesso si tratta di obiezioni infondate, molto spesso si tratta di vere e proprie sciocchezze, basate su travisamenti storici o leggende metropolitane.
Il giorno ha 24 ore, chi scrive personalmente deve anche lavorare per mantenere sé ed una famiglia (e, a causa della insostenibile pressione fiscale italiana, nonché della mia stupida correttezza tutta triestina, che mi fa sentire moralmente obbligato a versare ogni centesimo dovuto di tasse ed imposte, devo anche lavorare MOLTO più di quanto non possa esser ritenuto ragionevole).
Quindi, di tempo me ne resta obiettivamente pochino... quindi, non vogliatemene se non parteciperò localmente alle polemiche conseguenti a questi interventi sui vari social networks.
Li confuterò qui, e tanto basta. Se agli autori va bene, ok. Altrimenti, possono anche andarsene al diavolo.
Quello su cui mi è caduto l'occhio, qualche giorno fa, è il seguente:
"Vi lamentate dei torti che a Trieste farebbe l'Italia, vostra Patria etnica linguistica e culturale, ma questi torti sono commessi dal sistema politico italiano fondato sulla Resistenza vigliacca e progressista. Dice bene il sig. Cervai quando cita il referendum non votato, la mancata "liberazione", ma non scordiamoci che 1) voi usate anche la lingua slovena ma una comunità autoctona slovena a TS non è mai esistita 2) chiedete l'autonomia sulla falsa riga del TLT che fu voluto dagli Alleati, grandi complici dei crimini commessi dai comunisti titini in città e distruttori dell'unità della regione giuliana che era stata finalmente ottenuta dopo la prima guerra mondiale 3) non è l'Italia il problema ma il sistema politico. Se avete una classe dirigente che si è rivelata incapace di difendere gli interessi della città, (tipico esempio, il porto) non è di certo con l'indipendenza che la città tornerà al suo splendore, anzi, sarebbe ancora più isolata di quanto non lo sia adesso 4) il suolo che calpestate è zuppo del sangue dei martiri che sono morti per Trieste italiana, dai soldati di prima e seconda guerra mondiale, fino a morti per mano inglese (i cari ideatori del vostro caro TLT) che osarono uccidere dei ragazzi sulle scalinate di S.Francesco in ponte rosso. Io leggerei un po' di lapidi che sono sparse per la città se fossi in voi."
Non mi è chiaro chi ne sia l'autore (per gli oscuri meccanismi che regolano i social network, per cui un testo parte e rimbalza, di condivisione in condivisione, fino a vivere di vita propria perdendo qualsiasi legame con l'autore originale).
Permettetemi di confutarlo punto per punto:
1) voi usate anche la lingua slovena ma una comunità autoctona slovena a TS non è mai esistita
Ovvia balla.
Gli Sloveni in questa zona esistono da oltre un millennio. E' possibile che, fino a che Trieste era un porticciolo di pescatori circondato da mura medievali, all'interno della cerchia muraria gli sloveni fossero effettivamente pochi (ma c'erano: a documentarlo, le cronache cittadine del '300), e la gran parte degli Sloveni occupasse il contado circostante.
Ma con l'abbattimento delle mura medievali (ordinato da Maria Teresa proprio per "aprire" la città ai suoi nuovi destini imprenditoriali), ed il progressivo allargamento della città, questa ha finito per inglobarvi parecchi paesi e frazioni circostanti, originariamente occupati per la maggior parte da Sloveni.
Le tradizionali pancogole di Servola (XVII sec.) erano slovene, come pure sloveni gli abitanti di Cattinara (sede oggi del principale ospedale cittadino), di Roiano, Gretta, San Giacomo...
2) chiedete l'autonomia sulla falsa riga del TLT che fu voluto dagli Alleati, grandi complici dei crimini commessi dai comunisti titini in città e distruttori dell'unità della regione giuliana che era stata finalmente ottenuta dopo la prima guerra mondiale
A parte il fatto che non chiediamo l'autonomia ma l'indipendenza, il TLT non fu solo "voluto dagli Alleati": il TLT rientrava nella tradizione storica di Trieste che, anche quando legata all'Impero Austro-Ungarico, fu sempre - per secoli - indipendente ed autonoma.
3) non è l'Italia il problema ma il sistema politico. Se avete una classe dirigente che si è rivelata incapace di difendere gli interessi della città, (tipico esempio, il porto) non è di certo con l'indipendenza che la città tornerà al suo splendore, anzi, sarebbe ancora più isolata di quanto non lo sia adesso
Interessante osservazione... considerato che la classe dirigente attuale, a larghissima maggioranza, non è triestina ma - immagino per puro caso e fortuita coincidenza - costituita da italiani immigrati da ogni parte dello stivale (mentre i Triestini da 60 anni sono costretti ad emigrare) - di grazia, come possiamo liberarci dell'attuale classe dirigente e sostituirla con triestini?
Inoltre, oltre che della dirigenza corrotta ed incapace, gradiremmo anche liberarci delle folli e deliranti leggi italiane (causa reale del "no se pol") e della insostenibile pressione fiscale italiana.
Se trovate un modo di realizzarlo che non sia attraverso l'indipendenza, se ne può anche parlare... altrimenti, questa osservazione è e resta una sciocchezza.
4) il suolo che calpestate è zuppo del sangue dei martiri che sono morti per Trieste italiana, dai soldati di prima e seconda guerra mondiale, fino a morti per mano inglese (i cari ideatori del vostro caro TLT) che osarono uccidere dei ragazzi sulle scalinate di S.Francesco in ponte rosso. Io leggerei un po' di lapidi che sono sparse per la città se fossi in voi."
Fare bilanci di morti per cercare di stabilire una ragione ed un torto lo ho sempre trovato un po' squallido, oltre che fuorviante (di solito, hanno ragione i vincitori, ed i vincitori di solito sono tali perché hanno avuto MENO morti della controparte, a cui la storia invece ha dato torto...)
Di quali "martiri" vogliamo pagare?
Della dozzina di irredenti triestini, morti nella prima guerra mondiale combattendo nel Regio Esercito Italiano?
Bene, dall'altra parte ci sono CENTINAIA, se non addirittura MIGLIAIA di triestini caduti combattendo nell'esercito imperiale, proprio perché Trieste NON divenisse italiana...
Di tutti gli italiani caduti nella prima guerra mondiale?
A parte il fatto che si potrebbe discutere sul fatto che morire per l'italianità di Trieste fosse nelle loro effettive priorità (tutto sommato, pochi giorni prima di dichiarare guerra all'Austria-Ungheria l'Italia conduceva ancora trattative sia con l'A.U. che con gli Alleati; quindi, invece che rivolgere il proprio esercito verso il nordest, avrebbero potuto benissimo decidere di rivolgerlo verso la Francia...). A parte questo, i 615.000 caduti italiani nella Grande Guerra vanno contrapposti ai circa 1.200.000 morti da parte Austro-Ungarica.
I primi sono "martiri che con il loro sangue hanno inzuppato il terreno per l'italianità di Trieste", gli altri potremmo definirli "martiri che con il loro sangue hanno inzuppato il terreno affinché Trieste non diventasse italiana".
Vogliamo riferirci alla mezza dozzina di caduti durante i moti del '53?
A parte il fatto che - visti i numeri precedenti - tirare fuori SEI caduti è oltremodo fuori luogo, si può obiettare che in tutti gli anni precedenti, nei disordini causati dai nazionalisti italiani vi furono parecchie altre vittime, che oggi non è "politically correct" ricordare come "martiri per l'indipendenza di Trieste".
Un esempio per tutti, di questa memoria dimenticata:
Nei giorni precedenti all'entrata in vigore del Trattato di Pace e quindi della costituzione del TLT), le forze nazionaliste italiane organizzano numerosi disordini nel corso della giornata: i negozianti vengono costretti ad abbassare le saracinesche dei propri negozi, listandole a lutto: "Chiuso per lutto nazionale".
Viene presa d'assalto la sede del "Fronte per l'indipendenza", scalmanati fanno irruzione in un appartamento privato di va San Nicolò per costringere il proprietario a rimuovere dal balcone una bandiera rosso-alabardata, atri disordini vengono registrati in tutta la città; vengono presi di mira e malmenati perfino alcuni dirigenti locali del Partito Liberale.
Nel corso di questi disordini alcuni attivisti filoitaliani la sera del 13 settembre 1947 sparano delle raffiche di mitra contro un Circolo di Cultura Popolare, in vicolo Ospedale Militare, causando il ferimento di alcune persone e la morte di una bambina appena undicenne, Emilia Passerini. (Per il delitto verrà processato e condannato tal Letterio Cardile)
Due giorni dopo, il 15 settembre, verso un corteo di protesta contro i disordini filoitaliani che avevano portato alla morte della bambina, viene lanciata da sconosciuti una bomba a mano. Resta vittima un innocente spettatore, che non partecipava al corteo: lo studente appena diciannovenne Alino Conestabo.
I filoitaliani cercano di appropriarsi del loro primo martire, facendo circolare la voce che Conestabo era morto nel lanciare la bomba a mano contro il corteo; così presenziano in massa al suo funerale, il giorno 18, con tanto di seguito di bandiere istriane, tricolori, inno di Mameli... successive indagini dimostreranno invece l'innocenza di Conestabo (mentre i veri colpevoli non verranno mai trovati).
Una bambina di undici anni, uno studente di diciannove... solo i primi di una lunga serie di innocenti ed inconsapevoli vittime del nazionalismo italiano. Se volessimo adottare gli stessi bassi mezzi propagandistici dell'Italia, anche il TLT potrebbe cominciare ad annoverare e mitizzare i propri "eroi" e "martiri".
domenica 4 agosto 2013
motivi per cui Trieste deve esser grata all'Italia - 6 - la libertà economica
L’Index of Economic Freedom è uno studio pubblicato annualmente in collaborazione dal Wall Street Journal e The Heritage Foundation, con lo scopo di valutare le nazioni del mondo in base alla libertà presente nella economia di ogni singola nazione.
Il giudizio viene espresso in base a dieci criteri che valutano la libertà di ogni individuo nel controllare la propria manodopera e la propria proprietà. Secondo questo concetto in una società che è libera economicamente, gli individui hanno la possibilità di lavorare, produrre, consumare e investire come pensano sia meglio. Questa libertà deve essere protetta e non costretta dallo Stato.
Le categorie sulle quali si basano le valutazioni sono: i diritti di proprietà, la libertà dalla corruzione, la libertà fiscale, la spesa governativa, la libertà per le aziende, la libertà della manodopera, la libertà monetaria, la libertà commerciale, la libertà di investimento e la libertà finanziaria.
I punteggi in queste categorie vengono sommati per arrivare ad un punteggio totale.
Le nazioni vengono poi inserite in varie categorie a seconda del punteggio. Le nazioni “libere” hanno raggiunto un punteggio pari o superiore a 80. Le nazioni “prevalentemente libere” hanno raggiunto un punteggio compreso tra 70 e 79.9. Le nazioni “moderatamente libere” hanno ottenuto un punteggio compreso tra 60 e 69.9. Le nazioni “prevalentemente non libere” hanno ottenuto un punteggio da 50 a 59.9 mentre le nazioni “represse” hanno ottenuto un punteggio inferiore a 50.
Due dati interessanti:
Ecco la classifica completa:
Hong Kong 89.3
Singapore 88.0
Australia 82.6
Nuova Zelanda 81.4
Svizzera 81.0
Canada 79.4
Cile 79.0
Mauritius 76.9
Danimarca 76.1
USA 76.0
Irlanda 75.7
Bahrain 75.5
Estonia 75.3
Regno Unito 74.8
Lussemburgo 74.2
Finlandia 74.0
Paesi Bassi 73.5
Svezia 72.9
Germania 72.8
Taiwan 72.7
Georgia 72.2
Islanda 72.1
Lituania 72.1
Austria 71.8
Giappone 71.8
Macau 71.7
Qatar 71.3
Emirati Arabi Uniti 71.1
Repubblica Ceca 70.9
Botswana 70.6
Norvegia 70.5
Giordania 70.4
Saint Lucia 70.4
Corea del Sud 70.3
Bahamas 70.1
Uruguay 69.7
Colombia 69.6
Armenia 69.4
Barbados 69.3
Belgio 69.2
Cipro 69.0
Slovacchia 68.7
Macedonia 68.2
Perù 68.2
Oman 68.1
Spagna 68.0
Malta 67.5
Ungheria 67.3
Costa Rica 67.0
Messico 67.0
Israele 66.9
Giamaica 66.8
El Salvador 66.7
Saint Vincent and The Grenadines 66.7
Lettonia 66.5
Malesia 66.1
Polonia 66.0
Albania 65.2
Romania 65.1
Bulgaria 65.0
Francia 64.1
Rwanda 64.1
Thailandia 64.1
Dominica 63.9
Capo Verde 63.7
Kuwait 63.1
Portogallo 63.1
Kazakistan 63.0
Turchia 62.9
Montenegro 62.6
Panama 62.5
Trinidad e Tobago 62.3
Madagascar 62.0
Sud Africa 61.8
Mongolia 61.7
Slovenia 61.7
Croazia 61.3
Ghana 61.3
Paraguay 61.1
Uganda 61.1
Sri Lanka 60.7
Italia 60.6
Arabia Saudita 60.6
Namibia 60.3
Guatemala 60.0
Burkina Faso 59.9
Azerbaijan 59.7
Repubblica Dominicana 59.7
Kirghizistan 59.6
Marocco 59.6
Libano 59.5
Gambia 58.8
Zambia 58.7
Serbia 58.6
Cambogia 58.5
Honduras 58.4
Filippine 58.2
Tanzania 57.9
Gabon 57.8
Brasile 57.7
Benin 57.6
Belize 57.3
Bosnia e Erzegovina 57.3
Isole Fiji 57.2
Swaziland 57.2
Samoa 57.1
Tunisia 57.0
Indonesia 56.9
Nicaragua 56.6
Vanuatu 56.6
Mali 56.4
Tonga 56.0
Kenia 55.9
Yemen 55.9
Moldavia 55.5
Senegal 55.5
Grecia 55.4
Malawi 55.3
India 55.2
Nigeria 55.1
Pachistan 55.1
Bhutan 55.0
Mozambico 55.0
Seychelles 54.9
Egitto 54.8
Costa d’Avorio 54.1
Djibouti 53.9
Niger 53.9
Guyana 53.8
Papua Nuova Guinea 53.6
Tajikistan 53.4
Bangladesh 52.6
Camerun 52.3
Mauritania 52.3
Suriname 52.0
Cina 51.9
Guinea 51.2
Guinea-Bissau 51.1
Russia 51.1
Vietnam 51.0
Repubblica Centrale Africana 50.4
Nepal 50.4
Laos 50.1
Micronesia 50.1
Algeria 49.6
Etiopia 49.4
Liberia 49.3
Burundi 49.0
Maldive 49.0
Togo 48.8
Sierra Leone 48.3
Haiti 48.1
Bielorussia 48.0
Sao Tome e Principe 48.0
Bolivia 47.9
Lesotho 47.9
Comoros 47.5
Angola 47.3
Ecuador 46.9
Argentina 46.7
Ucraina 46.3
Uzbekistan 46.0
Kiribati 45.9
Chad 45.2
Isole Solomon 45.0
Timor-Leste 43.7
Repubblica del Congo 43.5
Iran 43.2
Turkmenistan 42.6
Guinea Equatoriale 42.3
Repubblica Democratica del Congo 39.6
Burma 39.2
Eritrea 36.3
Venezuela 36.1
Zimbabwe 28.6
Cuba 28.5
Corea del Nord 1.5
Il giudizio viene espresso in base a dieci criteri che valutano la libertà di ogni individuo nel controllare la propria manodopera e la propria proprietà. Secondo questo concetto in una società che è libera economicamente, gli individui hanno la possibilità di lavorare, produrre, consumare e investire come pensano sia meglio. Questa libertà deve essere protetta e non costretta dallo Stato.
Le categorie sulle quali si basano le valutazioni sono: i diritti di proprietà, la libertà dalla corruzione, la libertà fiscale, la spesa governativa, la libertà per le aziende, la libertà della manodopera, la libertà monetaria, la libertà commerciale, la libertà di investimento e la libertà finanziaria.
I punteggi in queste categorie vengono sommati per arrivare ad un punteggio totale.
Le nazioni vengono poi inserite in varie categorie a seconda del punteggio. Le nazioni “libere” hanno raggiunto un punteggio pari o superiore a 80. Le nazioni “prevalentemente libere” hanno raggiunto un punteggio compreso tra 70 e 79.9. Le nazioni “moderatamente libere” hanno ottenuto un punteggio compreso tra 60 e 69.9. Le nazioni “prevalentemente non libere” hanno ottenuto un punteggio da 50 a 59.9 mentre le nazioni “represse” hanno ottenuto un punteggio inferiore a 50.
Due dati interessanti:
- l'Italia si classifica all'OTTANTADUESIMO POSTO, molto distaccata da qualsiasi altro paese europeo, ed ex-aequo con fari di civiltà quali l'Arabia Saudita
- questo studio l'ho scoperto da un sito che, significativamente, si intitola italiansinfuga
Ecco la classifica completa:
Hong Kong 89.3
Singapore 88.0
Australia 82.6
Nuova Zelanda 81.4
Svizzera 81.0
Canada 79.4
Cile 79.0
Mauritius 76.9
Danimarca 76.1
USA 76.0
Irlanda 75.7
Bahrain 75.5
Estonia 75.3
Regno Unito 74.8
Lussemburgo 74.2
Finlandia 74.0
Paesi Bassi 73.5
Svezia 72.9
Germania 72.8
Taiwan 72.7
Georgia 72.2
Islanda 72.1
Lituania 72.1
Austria 71.8
Giappone 71.8
Macau 71.7
Qatar 71.3
Emirati Arabi Uniti 71.1
Repubblica Ceca 70.9
Botswana 70.6
Norvegia 70.5
Giordania 70.4
Saint Lucia 70.4
Corea del Sud 70.3
Bahamas 70.1
Uruguay 69.7
Colombia 69.6
Armenia 69.4
Barbados 69.3
Belgio 69.2
Cipro 69.0
Slovacchia 68.7
Macedonia 68.2
Perù 68.2
Oman 68.1
Spagna 68.0
Malta 67.5
Ungheria 67.3
Costa Rica 67.0
Messico 67.0
Israele 66.9
Giamaica 66.8
El Salvador 66.7
Saint Vincent and The Grenadines 66.7
Lettonia 66.5
Malesia 66.1
Polonia 66.0
Albania 65.2
Romania 65.1
Bulgaria 65.0
Francia 64.1
Rwanda 64.1
Thailandia 64.1
Dominica 63.9
Capo Verde 63.7
Kuwait 63.1
Portogallo 63.1
Kazakistan 63.0
Turchia 62.9
Montenegro 62.6
Panama 62.5
Trinidad e Tobago 62.3
Madagascar 62.0
Sud Africa 61.8
Mongolia 61.7
Slovenia 61.7
Croazia 61.3
Ghana 61.3
Paraguay 61.1
Uganda 61.1
Sri Lanka 60.7
Italia 60.6
Arabia Saudita 60.6
Namibia 60.3
Guatemala 60.0
Burkina Faso 59.9
Azerbaijan 59.7
Repubblica Dominicana 59.7
Kirghizistan 59.6
Marocco 59.6
Libano 59.5
Gambia 58.8
Zambia 58.7
Serbia 58.6
Cambogia 58.5
Honduras 58.4
Filippine 58.2
Tanzania 57.9
Gabon 57.8
Brasile 57.7
Benin 57.6
Belize 57.3
Bosnia e Erzegovina 57.3
Isole Fiji 57.2
Swaziland 57.2
Samoa 57.1
Tunisia 57.0
Indonesia 56.9
Nicaragua 56.6
Vanuatu 56.6
Mali 56.4
Tonga 56.0
Kenia 55.9
Yemen 55.9
Moldavia 55.5
Senegal 55.5
Grecia 55.4
Malawi 55.3
India 55.2
Nigeria 55.1
Pachistan 55.1
Bhutan 55.0
Mozambico 55.0
Seychelles 54.9
Egitto 54.8
Costa d’Avorio 54.1
Djibouti 53.9
Niger 53.9
Guyana 53.8
Papua Nuova Guinea 53.6
Tajikistan 53.4
Bangladesh 52.6
Camerun 52.3
Mauritania 52.3
Suriname 52.0
Cina 51.9
Guinea 51.2
Guinea-Bissau 51.1
Russia 51.1
Vietnam 51.0
Repubblica Centrale Africana 50.4
Nepal 50.4
Laos 50.1
Micronesia 50.1
Algeria 49.6
Etiopia 49.4
Liberia 49.3
Burundi 49.0
Maldive 49.0
Togo 48.8
Sierra Leone 48.3
Haiti 48.1
Bielorussia 48.0
Sao Tome e Principe 48.0
Bolivia 47.9
Lesotho 47.9
Comoros 47.5
Angola 47.3
Ecuador 46.9
Argentina 46.7
Ucraina 46.3
Uzbekistan 46.0
Kiribati 45.9
Chad 45.2
Isole Solomon 45.0
Timor-Leste 43.7
Repubblica del Congo 43.5
Iran 43.2
Turkmenistan 42.6
Guinea Equatoriale 42.3
Repubblica Democratica del Congo 39.6
Burma 39.2
Eritrea 36.3
Venezuela 36.1
Zimbabwe 28.6
Cuba 28.5
Corea del Nord 1.5
giovedì 18 luglio 2013
"rebus sic stantibus"... UN PER DE BALLE!
Scusate la franchezza, ma quando ci vuole ci vuole!
Allora, vari dilettanti allo sbaraglio (che, contingentemente, rivestono anche ruoli accademici o addirittura istituzionali; ma, cionondimeno, restano dilettanti allo sbaraglio) invocano questa fantomatica clausola del "rebus sic stantibus" per giustificare, di volta in volta ed a seconda delle circostanze e della convenienza, la decadenza del Trattato di Pace e/o del Memorandum di Londra e/o di qualsiasi altro aspetto che riguarda la legittima esistenza del Territorio Libero di Trieste.
Cos'è questa clausola del "rebus sic stantibus"?
In generale "rebus sic stantibus" (che in latino significa "stando così le cose") specifica che le parti di un trattato internazionale hanno concluso lo stesso tenendo in considerazione la situazione di fatto esistente in quel momento, sicché fatti successivamente sopravvenuti, straordinari ed imprevedibili, che modificano l'equilibrio dell'accordo a svantaggio di una parte, autorizzano questa a chiederne la modificazione o la risoluzione.
Bene, meriterà citare per intero l'art. 62 della Convenzione di Vienna sul Diritto dei Trattati, che è quella che regolamenta appunto il "rebus sic stantibus":
62. Mutamento fondamentale delle circostanze.
1. Un fondamentale mutamento delle circostanze che si sia prodotto in relazione a quelle che esistevano al momento della conclusione di un trattato e che non era stato previsto dalle parti, non può essere invocato come motivo per porre termine al trattato o per ritirarsi da esso, a meno che:
a) l'esistenza di tali circostanze non abbia costituito una base essenziale per il consenso delle parti ad essere vincolate dal trattato; e che
b) tale cambiamento non abbia l'effetto di trasformare radicalmente il peso degli obblighi che restano da eseguire in base al trattato.
2. Un fondamentale mutamento delle circostanze non può essere invocato come motivo per porre termine ad un trattato o per ritirarsi da questo:
a) quando si tratti di un trattato che fissa una frontiera; o
b) quando il fondamentale mutamento derivi da una violazione, da parte della parte che la invoca, o di un obbligo del trattato o di qualsiasi altro obbligo internazionale nei confronti di qualunque altro Stato che sia parte del trattato.
3. Se una parte può, in base ai paragrafi precedenti, invocare un fondamentale mutamento delle circostanze quale motivo per porre termine ad un trattato o per ritirarsi da questo, essa può anche invocarla soltanto per sospendere l'applicazione del trattato.
Quindi, ci sono MOLTISSIMI motivi per cui, in base a questo articolo, il "rebus sic stantibus" non è applicabile.
In ordine di importanza (anche se il meno importante sarebbe comunque da solo più che sufficiente):
- I trattati di cui si chiede l'annullamento/decadenza fissano frontiere (tra Italia, Jugoslavia e Territorio Libero di Trieste); quindi, il "rebus sic stantibus" non è applicabile in base al c. 2, punto a
- l'esistenza delle circostanze che hanno portato alla nascita del territorio Libero di Trieste con il Trattato di Parigi erano base essenziale per il consenso delle parti (basti pensare a quanto sono durate e quanto sono state accese le trattative a questo proposito); quindi, il "rebus sic stantibus" non è applicabile in base al c. 1, punto a
- il cambiamento invocato ha l'effetto di trasformare radicalmente il peso degli obblighi dell'Italia che restano da eseguire in base al trattato; quindi, il "rebus sic stantibus" non è applicabile in base al c. 1, punto b
E ne aggiungo uno, che forse è opinabile, ma che se dimostrato si aggiungerebbe agli altri:
L'Italia ha interferito fino al 1954 nell'amministrazione del TLT, impedendone di fatto lo sviluppo istituzionale; dopo il 1954, quando il governo italiano ne ha acquisito l'amministrazione fiduciaria,la ha gestita in maniera impropria, e bloccando completamente il processo di sviluppo istituzionale del TLT. Quindi, il "fondamentale mutamento" invocato deriva non da una, ma da multiple violazioni dell'Italia ai propri obblighi.
Quindi, il "rebus sic stantibus" non è applicabile in base al c. 2, punto b
Riassumendo: quattro motivi di inapplicabilità del "rebus sic stantibus" sono previsti, e l'Italia è riuscita a collezionarli tutti e quattro. Un record che dovrebbe venir citato nei testi di diritto internazionale.
Visto che a questi dilettanti allo sbaraglio piace il latinorum (tanto da usare la locuzione "rebus sic stantibus" anche se questa non è neppure citata nella Convenzione di Vienna), allora gli obietterò usando anch'io il latinorum, ma con una locuzione esplicitamente prevista dal Trattato di Vienna:
Convenzione di Vienna, art. 26
PACTA SUNT SERVANDA
Ogni trattato in vigore vincola le parti e queste devono eseguirlo in buona fede.
mercoledì 17 luglio 2013
Trieste può camminare con le proprie gambe? - 1
Una delle varie obiezioni che vengono sollevate da chi è contrario al TLT verte sul dubbio che il TLT riesca ad essere economicamente indipendente.
Sostanzialmente, a parte il classico "Chi pagherà le pensioni" (già risposto), il dubbio è "Chi pagherà il welfare? Gli stipendi ai dipendenti pubblici? Scuole? Strade? Aereoporti? " e via andare, fino ai programmi di esplorazione spaziale...
La sensazione che, in realtà, Trieste paghi in tasse, imposte e balzelli vari molto più di quanto non riceva dalla matrigna Italia è forte e fondata, ma i detrattori non demordono: "Vogliamo i numeri! Vogliamo i bilanci!"
(Curioso, eh! Gli amministratori italiani è da vent'anni che non riescono a far quadrare un bilancio, nè a livello comunale, né provinciale, né regionale, né nazionale... però pretendono che OGGI si faccia un bilancio ineccepibile per il TLT.)
Il problema più grosso, per farlo, è... trovare i dati.
Nel senso che si fa presto a dire: "Qual'è il gettito erariale della provincia di Trieste?"
Però non è facile rispondere... perchè si tratta di un dato che il fisco italiano non divulga.
O, se lo fa, comunque lo nasconde molto bene.
Non resta quindi che desumere questo dato, nella maniera più precisa ed attendibile possibile.
E, per non scoprire il fianco a facili e prevedibili critiche, farlo sempre arrotondando per difetto.
In questo post comincio a raccogliere un po' di dati sul gettito.
In un altro post, raccoglieremo i dati sulla spesa pubblica.
Poi, infine, tireremo le somme.
Chi vuole collaborare, è il benvenuto: lo spazio nei commenti è virtualmente infinito.
Fonte: http://www.finanze.gov.it/export/download/entrate_tributarie_2013/Bollettino_entrate_-_appendici_statistiche_febbraio_2013.pdf
imposte indirette: 195.127
IRPEF: 165.733
IRES: 36.628
imposte sostitutive e su redditi da capitale: 9.223
imposta di registro: 4.158
IVA: 115.228
Bollo: 6.195
Assicurazioni: 3.098
tasse e imposte ipotecarie: 1.898
canoni abbonamento TV: 1.732
tasse automobilistiche: 606
diritti catastali: 876
imposta sugli oli minerali: 25.657
tralasciamo tasse di concessione governative (1.597), imposte sugli spettacoli e sulle case da gioco (44), successioni e donazioni (569), imposta di fabbricazione degli spiriti (509), imposta sull'energia elettrica (2777), imposta di consumo gas metano (4120), tabacchi (10.944), proventi del lotto (6221)
Totale: 564159 milioni di euro
Popolazione italiana al 1/1/12: 60.626.442 (fonte: ISTAT)
Popolazione prov. di Trieste al 31/12/2011: 232311 (fonte: http://www.provincia.trieste.it/opencms/export/sites/provincia-trieste/it/attivita-servizi/statistica/allegati/Popolazione_Straniera/Annuario-demografico-2011.pdf )
popolazione com. di Trieste al 31/12/2011: 201814
popolazione reg FVG al 31/12/12 (http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/statistica/SCHEDA2/ ) 1236321
Gettito pro-capite nazionale: 564159000000 / 60626442 = 9305,49 euro/anno
Stima gettito per la provincia di Trieste: 9305,49 * 232311 = 2161767687 euro (diconsi 2161 milioni di euro)
Sostanzialmente, a parte il classico "Chi pagherà le pensioni" (già risposto), il dubbio è "Chi pagherà il welfare? Gli stipendi ai dipendenti pubblici? Scuole? Strade? Aereoporti? " e via andare, fino ai programmi di esplorazione spaziale...
La sensazione che, in realtà, Trieste paghi in tasse, imposte e balzelli vari molto più di quanto non riceva dalla matrigna Italia è forte e fondata, ma i detrattori non demordono: "Vogliamo i numeri! Vogliamo i bilanci!"
(Curioso, eh! Gli amministratori italiani è da vent'anni che non riescono a far quadrare un bilancio, nè a livello comunale, né provinciale, né regionale, né nazionale... però pretendono che OGGI si faccia un bilancio ineccepibile per il TLT.)
Il problema più grosso, per farlo, è... trovare i dati.
Nel senso che si fa presto a dire: "Qual'è il gettito erariale della provincia di Trieste?"
Però non è facile rispondere... perchè si tratta di un dato che il fisco italiano non divulga.
O, se lo fa, comunque lo nasconde molto bene.
Non resta quindi che desumere questo dato, nella maniera più precisa ed attendibile possibile.
E, per non scoprire il fianco a facili e prevedibili critiche, farlo sempre arrotondando per difetto.
In questo post comincio a raccogliere un po' di dati sul gettito.
In un altro post, raccoglieremo i dati sulla spesa pubblica.
Poi, infine, tireremo le somme.
Chi vuole collaborare, è il benvenuto: lo spazio nei commenti è virtualmente infinito.
gettito nazionale (in milioni di euro) - anno 2012
Fonte: http://www.finanze.gov.it/export/download/entrate_tributarie_2013/Bollettino_entrate_-_appendici_statistiche_febbraio_2013.pdf
imposte indirette: 195.127
IRPEF: 165.733
IRES: 36.628
imposte sostitutive e su redditi da capitale: 9.223
imposta di registro: 4.158
IVA: 115.228
Bollo: 6.195
Assicurazioni: 3.098
tasse e imposte ipotecarie: 1.898
canoni abbonamento TV: 1.732
tasse automobilistiche: 606
diritti catastali: 876
imposta sugli oli minerali: 25.657
tralasciamo tasse di concessione governative (1.597), imposte sugli spettacoli e sulle case da gioco (44), successioni e donazioni (569), imposta di fabbricazione degli spiriti (509), imposta sull'energia elettrica (2777), imposta di consumo gas metano (4120), tabacchi (10.944), proventi del lotto (6221)
Totale: 564159 milioni di euro
dati demografici
Popolazione italiana al 1/1/12: 60.626.442 (fonte: ISTAT)
Popolazione prov. di Trieste al 31/12/2011: 232311 (fonte: http://www.provincia.trieste.it/opencms/export/sites/provincia-trieste/it/attivita-servizi/statistica/allegati/Popolazione_Straniera/Annuario-demografico-2011.pdf )
popolazione com. di Trieste al 31/12/2011: 201814
popolazione reg FVG al 31/12/12 (http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/statistica/SCHEDA2/ ) 1236321
cosa manca:
stima del gettito fiscale verso la Regione (principalmente, IRAP)stima gettito per il Territorio di Trieste
Gettito pro-capite nazionale: 564159000000 / 60626442 = 9305,49 euro/anno
Stima gettito per la provincia di Trieste: 9305,49 * 232311 = 2161767687 euro (diconsi 2161 milioni di euro)
perchè questa è una stima per difetto:
- il PIL di Trieste è comunque maggiore rispetto alla media nazionale, quindi anche il gettito pro-capite reale sarà parimenti superiore alla media anzionale
- Trieste vanta il primato della più bassa evasione fiscale d'Italia; poiché il gettito medio nazionale subisce anche l'evasione fiscale media nazionale, ne consegue che il gettito riferito alla sola Trieste sarà maggiore
- a Trieste vi sono alcuni contribuenti d'eccezione. Esempio, Assicurazioni Generali: dal bilancio 2012, risulta che complessivamente nel 2012 ha pagato imposte per 1240 milioni di euro (fonte: http://generali2012.message-asp.com/sites/all/files/generali2012/relazione_annuale_consolidata_2012.pdf )
Certamente, non tutti questi 1240 confluirebbero verso il fisco del TLT... anzi, valutare quale percentuale possa restare sul territorio è molto difficile. Quindi, rinunciamo (almeno per il momento) a considerarli nel gettito, anche se una stima del 50% (e quindi 620 milioni) sarebbe da considerarsi pessimistica.
martedì 16 luglio 2013
Sentenza TAR FVG N. 00400/2013 REG.PROV.COLL
Visto che questa sentenza è l'argomento del giorno, visto che tutti ne parlano, tutti la citano (a cominciare dal quotidiano locale - sedicente giornale di Trieste), ma nessuno l'ha letta e ne vengono estrapolati spizzichi e bocconi a caso e secondo convenienza, sono andato a recuperarvela
Sperando che almeno possa esser d'utilità a qualcuno per curare l'insonnia...
(La versione originale è disponibile qui)
Sperando che almeno possa esser d'utilità a qualcuno per curare l'insonnia...
(La versione originale è disponibile qui)
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